Quelle regioni "a rischio"
È sempre difficile, in poche righe, esprimere una riflessione esaudiente sul tema che caratterizza il nostro GIO' Polis.
La convivenza civile nel nostro Paese è infatti argomento difficilmente trattabile in poche battute.
Il GIO' anche quest'anno dunque, si avvia a trattare temi di grande attualità, degno epilogo, che conferma la felice intuizione di un filo conduttore iniziato qualche anno fa e che ha come ultimo riferimento la meravigliosa carovana che nell'ottobre del 1990 ci ha portato a verificare la dimensione storica degli avvenimenti che, nel breve volgere di qualche mese, hanno cambiato il volto dell'Est europeo.
Giusto, quindi, che a conclusione della nostra esperienza politica nel Giovanile, la scelta cadesse su temi che riguardano la nostra maturazione politica, nei significati e nei ruoli, che molti di noi già occupano nelle amministrazioni periferiche.
È, perciò, naturale che per questa breve riflessione io parta dalla condizione di giovane democratico cristiano senza dimenticare l'impegno come consigliere provinciale di Reggio Calabria.
Lo scenario di questi tempi, in Italia, presenta forti squilibri sociali.
Da un lato, la condizione delle grandi città, non più a dimensione d'uomo, afflitte dal problema droga, dove la società del benessere ha creato le nuove povertà.
Dall'altro le periferie, in particolare quelle del Meridione, afflitte da una scarsa qualità della vita e purtroppo da piaghe, ormai dalle radici lontane, esplose in tutta la loro impressionante violenza come la criminalità e la mancanza di lavoro. Preoccupante, come dato complessivo, è la verticale caduta di valori, la mancanza di punti di riferimento certi, la sempre più crescente disaffezione alle normali regole del vivere civile.
In questo contesto è doveroso, come movimento politico di giovani e, come cristiani impegnati nel sociale, interrogarci, dibattere e possibilmente offrire un contributo originale alla soluzione dei problemi, attraverso proposte che il MGDC invero, da tempo porta avanti.
Mi voglio soffermare sull'aspetto che mi riguarda più da vicino con una riflessione, ahimè, anche sofferta sulla condizione di vivibilità della mia regione ed in essa della provincia di Reggio Calabria che detiene il triste primato nazionale in quanto a disoccupazione e a morti ammazzati dalla mafia.
A mio avviso è la questione lavoro, la questione centrale, e non porla significa rinunciare a misurarsi con la realtà e perdere, senza combattere, la battaglia contro l'organizzazione mafiosa e delinquenziale che tra i giovani disoccupati recluta la manovalanza per la realizzazione dei più efferati delitti.
Un problema che il Paese, malgrado l'intervento straordinario nel Mezzogiorno ed il lungo trend positivo dell'economia italiana, non ha neanche parzialmente risolto. Il divario economico tra le due Italie cresce, ma cresce molto più marcatamente il divario produttivo ed occupazionale.
Ai giovani della nostra terra non resta che emigrare o restare, ma non conoscere il diritto al lavoro pur sancito dalla Carta Costituzionale.
L'istituzione di una apposita delega che accomuni il lavoro ed i problemi dei giovani è una scelta di impegno ad operare con maggior coraggio in un settore particolarmente difficile.
Bisogna, altresì, sconfiggere il protagonismo imperante dell'organizzazione mafiosa e dell'illegalità, con un comportamento amministrativo che sia trasparente ed efficace, puntuale nell'organizzazione ordinaria dei servizi, attento a vagliare ed utilizzare ogni risorsa prevista dalla legislazione esistente.
Il miglioramento della convivenza civile e della qualità della vita, la lotta alla droga, le politiche giovanili sono i temi di proposta più qualificanti del nostro movimento, convinti come siamo che su questi temi sarà incentrato il confronto politico dei prossimi anni.
In quest'ottica il nostro partito, depositario del maggior consenso popolare, ha il dovere di elaborare una nuova progettualità politica adeguata alle mutate condizioni sociali.
Decisivo sarà il ruolo dei giovani in questa stagione esaltante, da vivere intendendo l'impegno nelle istituzioni con spirito di servizio, non perdendo mai di vista il primato della politica.



















































