Nuova Politica - Politica e violenza pagina 26
Lettere

Ho letto la rivista del M.G. e mi ha molto interessato. Per questo vi mando questo mio piccolo spunto personale (di un diciassettenne), riguardante un tema scottarne quale «la violenza». (...)

Per combattere le piaghe, della violenza e del terrorismo non vedo altra soluzione, che fa appello a tutte le forze democratiche operanti, perché inducano i nostri «grandi capi» al rispetto della Costituzione e delle leggi civili, in modo che sia avviata concretamente quella politica di riforme, necessaria per l'attuazione di una giustizia sociale sempre più adeguata all'evolversi della società e delle forze produttive che la sostengono.

Purtroppo, sono molti coloro che ritengono incolmabile il divario che separa la classe politica dal resto della società.

In molti casi, l'incomprensione, la tensione tra governanti e governati é al limite della sopportazione. Che dire infatti del numero sempre crescente dei giovani disoccupati che non trovano un posto di lavoro?

Per tutti questi individui il dilemma é tragico, perché investe la necessità di sopravvivere giorno per giorno.

Con tutto questo non é che si vuole giustificare la violenza come unico mezzo per combattere questo sistema, che da anni non funziona. Si cerca invece di analizzare concretamente il fenomeno per comprenderlo e per proporre alternative, che non siano pure astrattezze di belle parole, «malattia incurabile», che colpisce i nostri politici, distaccando tutti noi dalla realtà. (...)

È quindi chiaro che chiunque oggi continua a fare dell'astrattezza sulla stampa, in TV, o in qualsiasi altra fonte, favorisce il fenomeno violenza, e indebolisce la democrazia.

La violenza, che nasce dall'ignoranza e dall'astrattezza, va considerata come un sintomo della crisi sociale del nostro periodo. Si tratta pur sempre di un effetto le cui cause, o meglio, le sue origini non si sono potute prevedere, ma che vanno quanto prima individuate e studiate per trovarvi il rimedio più opportuno e ciò dipende dalla volontà di tutti, specialmente di noi giovani.

Se d'altra parte lo Stato democratico non riesce a sanare questa piaga, è logico dedurre che responsabile della violenza è non solo il cittadino, che si disinteressa della vita politico-sociale del paese, ma anche del meccanismo statale, che non funziona come dovrebbe funzionare per garantire la libertà a tutti noi.

Massimo Lazzarini
Roma

«Dossetti non ha “nipotini”» (forse neanche nella DC)
Federico Mioni
Tre poesie di Antonio Mammi

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