Ancora una volta,
come nel giorno del lontano crucifige,
senza più fiumi di Babilonia
né inutili cetre da appendere ad un salice
(svanita alfine la memoria dell'esilio)
giunga a Te,
se mai non cessi la Tua voglia d'ascoltarci,
il nostro disperato alleluia:
figli siamo di un secolo
che tutto sopporta
all'infuori del mistero del mattino.
Perdonaci,
se puoi,
le lucide croci post-moderne:
anche gli ultimi cedri del Libano
hanno visto le rovine dell'Impero.
Portasti la spada e non la pace:
oscura maledizione dei principi di questo mondo
il prendere tutto alla lettera.
Ridonaci,
o Signore,
la parte d'innocenza che ci spetta,
null'altro
che il delicato sapore dell'infanzia.
Ai piccoli rivelasti il Tuo segreto:
non negherai stasera
ad Israele stanco
l'ultimo sapore
di un sorriso.

