I giovani e la città
La consultazione amministrativa di maggio e del giugno scorso ha posto nuovamente in evidenza l'importanza delle autonomie locali quali protagoniste primarie nella dialettica politica e mezzi per una più vasta partecipazione democratica alla vita del paese.
Proprio per questo il Movimento Giovanile Nazionale dc ha organizzato tre incontri, in diverse realtà geografiche (nord, centro e sud), per sottolineare l'attenzione che i giovani rivolgono alle istituzioni locali come prima presa di conoscenza di problemi di interesse generale che determinano una notevole influenza di partito sulla vita pubblica e sociale.
A Siena, luogo deputato all'incontro per l'Italia centrale, nei vari autorevoli interventi che si sono succeduti è stato messo in risalto il preoccupante distacco tra i cittadini e le istituzioni.
Il delegato provinciale senese, Duccio Panti, nel suo intervento introduttivo ha focalizzato, con estrema chiarezza, l'immobilismo che vige in molte amministrazioni toscane, dove le promesse elettorali di un nuovo piano regolatore generale, di un recupero abitativo e funzionale del centro storico, vengono costantemente a cadere nel vuoto.
«Manca il dialogo tra amministratori ed amministrati, per questo è necessaria una nuova cultura di governo a tutti i livelli, alla cui costruzione i giovani possono e debbono portare il loro prezioso contributo»; ecco quanto ha ribadito Panti facendo presente che il Movimento Giovanile di Siena ha lanciato una proposta ed una sfida; riuscire ad inserire un proprio rappresentante in ogni consiglio eletto (comunale e circoscrizionale).
Tutto ciò perché i giovani svolgano un ruolo essenziale con il loro entusiasmo e la freschezza di idee, permettendo quel ricambio di energie e persone, necessaria sia per le sorti del partito sia per gli enti che ci amministrano.
L'impegno nelle realtà locali
Anche gli interventi successivi di Jacopo Speranza, Enrico Letta e Sergio Laganà, prendendo spunto dal tema del convegno, hanno avuto come comune denominatore l'appello ad impegnarsi a fondo nelle rispettive realtà locali per.un rinnovamento non solo di uomini, ma anche di idee.
È stato sottolineato come i giovani debbano lavorare soprattutto su alcune incrinature che hanno compromesso seriamente il rapporto tra l'u.omo e la politica, quali per esempio il problema dell'impermeabilità delle istituzioni nei confronti degli stimoli che vengono dalla società o l'assenza di interlocutori diretti a cui rivolgersi in caso di necessità.
Anche per quanto riguarda l'occupazione giovanile l'ente locale appare in palese ritardo di fronte ad una problematica così importante, per esempio occorre coordinare interventi efficaci volti a sviluppare un programma di serie politiche giovanili, tese non a mero corporativismo, ma ad essere primo ponte di riavvicinamento della gente alle istituzioni; ciò è possibile agendo solo dentro le istituzioni.
La Dirigenza Nazionale DC ha infatti incoraggiato i giovani ad essere protagonisti nelle comunità, costruttori di ponti con le realtà umane, soprattutto con quelle più lontane e disagiate. Per fare ciò bisogna innanzi tutto che la politica giovanile si faccia promotrice di quel rinnovamento che porti al recupero del fine etico che rende possibile il dialogo con la società.
Oggi assistiamo invece ad una perdita di valori che portano l'uomo e conseguenzialmente la città a vivere nell'edonismo, nell'individualismo: pragmatismo ed empirismo sono predominanti.
La politica è capacità progettuale e la progettualià nasce dalla vocazione di intendere la politica come servizio: solo vivendola in quest'ottica i giovani potranno ridare slancio e coerenza all'ideale politico del nostro partito, non accettando mai la realtà per quello che è, cambiandola adeguandosi al moto perenne della società.



















































