Speciale enti locali

La nostra richiesta: chiarezza

Nuova Politica - La nostra richiesta: chiarezza pagina 3
Nuova Politica - La nostra richiesta: chiarezza
Volontà politica e capacità di proposta per una strategia complessiva che sappia andare oltre lo stringente stato di necessità. Il ruolo della DC come partito che sappia interpretare le nuove istanze di una società che cambia.

Ragionare in prospettiva risulta, oggi, sempre più difficile. Soprattutto una politica. La miopia che investe questa stagione della politica appare sempre più condizionala, nei confronti del sistema, dall'esito della consultazione elettorale del 12 maggio.

Gli operatori politici non sanno guardare oltre: la stessa elezione per il Presidente della Repubblica appare così lontana da rendersi impercettibile agli occhi anche di coloro che sono impegnati direttamente nelle istituzioni.

Tulli i partiti sono già entrati nell'arena politica delle elezioni amministrative, e così anche la DC si sta apprestando a compiere una campagna elettorale tanto importante quanto difficile, forse la più difficile della sua storia.

L'obiettivo prioritario è sen=a dubbio quello dell'acquisizione del consenso, ma ques1a volta entrano in gioco diversi altri fattori, quali gli effetti che potrebbero avere la proiezione immediata del risultato elettorale sulle prospettive del pentapartito, le conseguenze che deriverebbero da un eventuale sorpasso del PCI.

Ma abbiamo parlato di acquisizione e non di cattura del consenso e poiché la DC e il PCI sono due partili alternativi nella gestione del potere, il consenso che vogliamo acquisire si dovrà basare su una proposta di gestione alternativa, rispetto a quella del PCI, del governo locale.

Non possiamo quindi affrontare i comunisti sul piano ideologico, non staremmo al passo della storia; dobbiamo invece qualificare con i contenuti il nostro anticomunismo denunciando gli effetti del loro modo di governare. La corruzione di certi loro amministratori o di tecnici di «area» diventa un fatto di moralità politica, così come fa copertura tout court di tutti gli spazi della società civile laddove essi governano diviene un modo soffocante di gestire le istituzioni.

Ma qualificare l'anticomunismo vuol dire anche denunciare il carattere burocratico e pragmatico della concezione della politica del PCI.

Una politica, quella del PCI, priva di dimensione strategica e di riferimenti ideali, così come ha dimostrato con la sua recente proposta di «rivoluzione copernicana».

Da questo anticomunismo qualificato deriva il vero obiettivo elettorale della Democrazia Cristiana.

La chiave di lettura di questo appuntamento elettorale non può e non deve guardare solo al dato complessivo nazionale. Non contano le variazioni in percentuale in aumento o in diminuzione dei consensi calcolati sull'intero territorio nazionale; ciò che conta è creare una base di consenso su una proposta di governo della città che permetta alla DC, da una parte, di consolidare le sue posizioni e dall'altra di puntare ad una credibile alternativa di governo rispetto alle «mitiche» giunte rosse che hanno esaurito ormai, nel peggiore dei modi, il loro fascino che sapeva troppo di effimero.

Ma per far questo occorre rendere strategica l'attuale coalizione nel governo centrale.

Troppo spesso questo pentapartito dà l'impressione di fermarsi allo stato di necessità e di non andare oltre: occorre invece andare oltre. Si rende necessario cioè individuare una strategia complessiva di risanamento che dia spessore politico a questa alleanza tra la DC e i partiti di area socialista e di area laica.

Ma l'alleanza strategica di questa portata richiede lealtà da parte degli alleati (lealtà che non si è sempre manifestata}, alternanza alla guida del governo, coerenza nella formazione delle giunte locali, onestà e chiarezza per quanto riguarda l'elezione della Presidenza della Repubblica, pensando maggiormente all'esercizio di una funzione piuttosto che alla leadership del personaggio.

Questo con gli alleati di governo è un rapporto esigente, così come diviene esigente la necessità del dialogo con l'opposizione comunista.

La democrazia italiana non dovrà fondarsi su «aghi della bilancia», è la stessa coalizione di governo che divide la bilancia della democrazia sottoposta al giudizio (leggi «peso») degli elettori, e in esse perno centrale è la Democrazia Cristiana, che svolge un ruolo insostituibile per l'equilibrio di questa nostra democrazia.

Ma la DC dovrà tornare a meritare la sua «centralità», nel panorama politico italiano cioè la capacità di essere soggetto politico che esprime una progettualità di ampio respiro e la volontà di essere concretamente il «partito del paese»: la Democrazia Cristiana sarà il fulcro della democrazia nel nostro paese se saprà veramente interpellare e interpretare tutta la società.

I giovani protagonisti della festa dell'Amicizia
Andrea Rigoni
Per un dibattito sulle alleanze

Articoli correlati

Totale: 33
Dopo il convegno di Torino
L'esigenza di superare la fase del «giovanilismo». Un nuovo rapporto tra istituzioni e giovani fondato sull'attenzione ai problemi concreti. Non basta offrire un servizio assistenziale per efficiente che sia.
Parla Ardigò
«Nuova Politica» intervista Achille Ardigò sul ruolo degli Enti locali. La rifondazione del welfare-state. Pubblico e privato di fronte alla gestione da servizi. Bisogna invertire la tendenza secondo cui conta solo chi ha il potere economico decisionale e si restringe il sistema politico. I giovani stanno perdendo i diritti di cittadinanza.
Enti locali
Il contributo dei giovani dc per la costruzione di una nuova cultura di governo della città, basata sui valori di solidarietà, di ricerca di migliore qualità della vita, di migliore convivenza sociale.
Speciale enti locali
La consapevolezza che la politica è anzitutto una ricerca di alleanze per realizzare i programmi impone l'apertura di un dibattito tra i giovani DC su «Nuova Politica».
Speciale enti locali
Dietro le «mani pulite» i limiti e le incrinature di uno dei tanti miti degli anni '70. La logica pericolosa della dipendenza delle istituzioni dal partito. L'ente locale che garantisce ogni cosa e copre ogni spazio rischia di far addormentare il tessuto sociale.
Speciale enti locali
L'impegno della Dc nella metropoli per affrontare i grandi problemi dell'emarginazione, della casa, della sanità, del traffico. Di fronte al fallimento delle Giunte rosse le proposte di una Dc che si candida alla gente dei grandi centri urbani.
Speciale enti locali
Occorre stabilire criteri di responsabilità e moralità nella gestione e nell'amministrazione del denaro pubblico.
Speciale enti locali
Ricostruire un nuovo rapporto cittadino-pubblica amministrazione basato sul recupero dei valori comuni. Una nuova attenzione della DC che nasce dalla sensibilità verso le problematiche emergenti degli Enti Locali.
Speciale enti locali
Occorre lavorare ad un progetto che punti alla realizzazione di strutture stabili da contrapporre alla politica dell'effimero per il recupero e la valorizzazione delle identità storiche e culturali del territorio.
Speciale enti locali
Assistiamo all'affermazione del volontariato come alternativa e integrazione delle pr stazioni fornite dall'apparato burocratico. Una necessità etica e culturale più che una scelta politica.
Speciale enti locali
La questione ambientale è uno degli argomenti al centro della campagna elettorale che precede le ormai imminenti elezioni amministrative di maggio.
Dopo il 12 maggio
Il successo elettorale del 12 maggio non può farci dimenticare lo stato del partito. La capacità di proposta alla base dell'affermazione della D.C. Per un dibattito sulle alleanze.
Dibattito
Il voto amministrativo del 12 maggio ha fatto della DC il partito intorno a cui costruire una stabilità politica, frutto della convergenza di linea politica e di programma con i partiti dell'arco laico-socialista. Continua su Nuova Politica il dibattito sulle alleanze.
Rosolina 84
Intervista a Mauro Fabris
A Rosolina Mare il Movimento Giovanile si ritrova per discutere sui temi del localismo e dell'Amministrazione. La scelta importante della strada della proposta attraverso il confronto con il partito. Il ruolo fondamentale della formazione politica. Il passo di riconciliazione con la società non può escludere i giovani dal confronto politico.
Amministrative '85
Le elezioni amministrative svoltesi nel nostro Paese nel maggio del 1985, hanno portato alla ribalta un vero e proprio movimento giovanile di amministratori locali: ben 30.000 i candidati della DC sotto i ventisette anni, di cui oltre un terzo è stato eletto.
Enti locali
Il convegno dell'ufficio nazionale formazione MGDC svoltosi a Lignano ha tentato di non fermarsi al semplice dato elettorale ma di ricercare le possibilità di impegno concreto nel potere locale e nell'amministrazione.
Enti locali
Una nuova qualità della vita, non necessariamente legata alla concezione consumistica, ha bisogno di una nuova politica del • comune per dispiegarsi appieno.
Enti locali
Viaggio nei dati delle amministrazioni locali che non seguono le indicazioni dei partiti nazionali. In quasi tutte le provincie è presente almeno un comune dove governa una alleanza DC-PCI
Enti locali
Mentre l'aula di Montecitorio si prepara a discutere la riforma delle Autonomie locali, i giovani dc si interrogano sull'impegno nel territorio.
Autonomie
Le autonomie locali come strumento di cambiamento nella riflessione che riceviamo e volentieri pubblichiamo del Presidente dell'Associazione Regionale dei giovani amministratori calabresi.
Una, dieci, cento italie
Una, dieci, cento italie