L'emergenza ecologica non finisce il 12 maggio
Nelle città si discute di referendum per vietare il traffico automobilistico nei centri storici, in Parlamento si stanziano centinaia di miliardi per combattere la atrofizzazione del mare Adriatico ed il cittadino, nell'esprimere il proprio voto, terrà conto di come i diversi Partiti avranno saputo risolvere certi problemi che interessano direttamente la qualità della vita.
Si commetterebbe un grave errore nel pensare che non visia alcun rapporto tra tutela dell'ambiente, della salute e gli enti locali.
È vero infatti che il Parlamento deve approvare leggi quadro fondamentali, quali quelle per la istituzione dei parchie riserve, per le cave, per i beni culturali. per la istituzione del Ministero dell'Ecologia, ma è indubbio che numerose competenze sono state attribuite alle Regioni ad agli altri Enti Locali.
L'articolo 117 della Costituzione Repubblicana ha attribuito alle Regioni ed agli Enti Locali importanti competenze legislative ed amministrative inerenti l'ambiente: l'urbanistica. agricoltura e foreste, viabilità, acquedotti e lavori pubblici di interesse regionale, turismo, acque minerali e termali, cave e torbiere, caccia e pesca nelle acque interne.
Altre competenze sono state assegnate alle Regioni, alle Province, ai Comuni dalle poche ma importanti leggi approvate negli ultimi venti anni a difesa della salute e dell'ambiente; ci si riferisce alla legge n. 615 del 1966 contro l'inquinamento dell'atmosfera, alla legge n. 319 del 1976 contro l'inquinamento delle acque che porta la firma del DC on. Merli, alla legge n. 915 del I982 per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Altre competenze sono state assegnate indirettamente ai Comuni dalla legge n. 833 del 1978, meglio conosciuta come l!l legge della Riforma Sanitaria. E ovviamente difficile dare un giudizio su come gli Enti Locali hanno saputo gestire questi poteri, queste competenze e se è vero che vi sono state Regioni, quale quella lombarda amministrata da giunte nelle quali è presente la DC. che hanno saputo istituire parchi e riserve, è pur anche avero che numerose sono le zone d'ombra a carico degli amministratori locali delle varie formazioni politiche. La situazione ambientale è comunque molto deteriorata, tantodeteriorata che il «movimento verde» o «l'arcipelago». come qualcuno preferisce chiamarlo a causa delle sue diverse componenti e sfaccettature. si sta organizzando per presentare ove possibile «liste verdi» in grado di sottrarre voti ai partiti tradizionali, e non è escluso che il tentativo riesca in diverse parti d'Italia. La pubblica opinione è effettivamente allarmata sulle prospettive future della vita sul nostro Pianeta e l'interesse per la ecologia e quindi per un buon governo del territorio da parte degli amministratori locali è ditTuso nell'elettorato dei vari Partiti, compreso quello DC. È la stessa «Redemptor Hominis» del 1979 ad affermare il concetto dell'uomo «custode intelligente e nobile della natura» e da qualche tempo Movimenti come quello Giovanile si stanno impegnando sul tema ecologico.
Ecco allora che per la Democrazia Cristiana si è aperta una nuova sfida, quella di saper rispondere a questa «emergenza ecologica» che riguarda il nostro Paese, e la cui importanza travalica il momento elettorale. Non si tratta evidentemente di tornare all'età della pietra, bensì di governare, qualificare il «progresso» impedendo che esso, incontrollato, elimini le condizioni stesse della vita dell'uomo sulla Terra. Il Partito sembra ben intenzionato a rispondere a tale sfida, tant'è che nei programmi elettorali che si sono preparati, la tematica ambientale, per quel che si è potutoconstatare, occupa un posto centrale. L'augurio è che le varie Commissioni Elettorali ai van livelli abbiano tenuto conto della necessità di presentare candidati credibili anche sul versante della sensibilità ai temi ambientalisti non solo per raccogliere maggior consenso, bensì per far sì che le idee contenute nei nostri programmi facciano passi avanti; non è mutile ricordare che le idee «camminano» con le gambe degli uomini.
È importante infine considerare alcune motivazioni per le quali il nostro Partito può e deve svolgere un ruolo essenziale per la difesa dei beni culturali ed ambientali, oltre il momento elettorale; la prima motivazione è che una forza politica che è popolare come la nostra non può ignorare le esigenze, le richieste della pubblica opinione e dei cittadini, soprattutto quando queste, come nel caso in oggetto, sono più che motivate.
La seconda motivazione è che non siamo certo noi gli ideologi del capitalismo sfrenato, del materialismo e certamente si adatta più a noi che ai rappresentanti di altre correnti politiche ed ideologiche, la difesa dei beni ambientali e culturali in nome di un uomo «custode intelhgente e nobile della natura».
La terza motivazione è che, altrimenti facendo e comportandoci, si favorirebbero liste come quelle «verdi» che sul piano politico sono estremamente ambigue. Non è indifferente che la tutela della qualità della vita riguardi sia l'aspetto materiale che quello spirituale, che essa avvenga in un regime democratico e non in uno autoritario. Sarebbe assurdo difendere gli animali e sostenere la liceità dell'aborto per esseri umani in formazione ed incolpevoli. La nostra presenza può servire quindi ad imporre una coerenza di atteggiamento morale e dare la possibilità a tanti cittadini di esprimere un voto che miri alla tutela del bene «ambiente» e del bene «salute» senza correre il rischio di un salto nel buio da un punto di vista politico.
Dal programma dei giovani DC
Per tutelare l'ambiente è necessario, comunque, rivedere in termini anche normativi e soprattutto di prospettive, l'intera problematica legata alla pianificazione urbanistica del territorio.
Le nostre proposte in questo senso si possono racchiudere in pochi, ma significativi concetti.
Trasferimento al sistema di controllo pubblico delle aree come praticato in alcuni Paesi del Nord Europa ed usato con pieno successo, da qualche tempo, anche in alcune città italiane. Si tratta di limitare. cioè, in presenza di inquietanti fenomeni speculativi. la fabbricabilità dei soli privati e di attribuirla ai terreni che l'amministrazione locale acquista, urbanizza e rivende a tutti gli operatori interessati a costruire. recuperando per intero le spese sostenute.
La marginalizzazione del mercato fondiario privato prodotta dalla convenienza dell'offerta pubblica consentirà al Comune di acquistare le aree a prezzo ragionevole. senza le lungaggini e le iniquità conseguenti all'esproprio. Requisito essenziale perché l'ingranaggio funzioni è però che sia governato da una struttura amministrativa diversa da quella tradizionale, anchilosata nella sua frammentazione a compartimenti stagni.



















































