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Un po' di respiro per il «polmone» Amazzonia

Nuova Politica - Un po' di respiro per il «polmone» Amazzonia pagina 10
Nuova Politica - Un po' di respiro per il «polmone» Amazzonia
I problemi ecologici sono un paradigma per paesi come il Brasile che non sfruttano le loro ricchezze potenziali.

La Banca Mondiale ha bloccato i finanziamenti al governo brasiliano per proseguire lo sfruttamento selvaggio della Amazzonia, il polmone del mondo in difesa del quale si sono riuniti a febbraio gli indios minacciati di distruzione. Ottimo. La decisione della Banca Mondiale vuol dire con ogni probabilità che i piani del governo federale di Brasilia per la costruzione di una serie di imponenti dighe che avrebbero distrutto migliaia di ettari di foresta e centinaia di villaggi indios, verranno per lo meno rallentati. La foresta è salva, almeno per il 1989. Per il 1990 si può sempre sperare che funzioni la scoperta annunciata nello Utah che permetterebbe la produzione di energia elettrica a tasso zero di inquinamento e di spese di produzione.

Anche il mezzo con cui è stato possibile bloccare i piani è il migliore: toglie al Brasile la possibilità di ricorrere alla ineccepibile argomentazione che fino a prova contraria l'Amazzonia è territorio che ricade sotto la sovranità di Brasilia, che ha il diritto di disporne come preferisce. E serve anche da monito ai politici ed ai latifondisti che dei politici manovrano una buona parte.

Il Brasile è uno dei paesi del Terzo Mondo con il maggior debito con l'estero, ed uno di quelli dove la corruzione raggiunge i massimi livelli: una giovane sociologa di Rio de Janeiro si è presa la briga di fare una ricerca nel campo, ed ha scoperto che in un paese dove il salario medio è di 85 dollari al mese circa, il 50 per cento dei parlamentari federali assumono nel pieno rispetto della legge i propri famiiiari con stipendi fino a 5.000 dollari al mese.

Un fenomeno che non conosce distinzioni politiche: un senatore di sinistra fa dare l'equivalente di un milione e mezzo di lire ogni mese al figlio di 14 anni; la figlia del presidente della repubblica José Sarney lavora a Brasilia, ma abita a Rio, a migliaia di chilometri di distanza. Questo però non le impedisce di guadagnare sui tre milioni al mese.

Un malcostume, spiegano gli storici ed i sociologi, che risale ai tempi della colonizzazione portoghese. Come anche quello dello sfruttamento irrazionale dell'ambiente e della eliminazione della presenza indios.

Di Chico Mendes gli organi di informazione hanno scritto dopo la morte in quantità direttamente proporzionale al loro silenzio quando il sindacalista ecologo era ancora in vita. La Banca Mondiale è stata la prima a far seguire i fatti sull'onda emotiva scatenatasi dopo la sua uccisione.

Probabilmente, se Chico Mendes fosse ancora in vita, in questo momento la rivista mensile dei giovani democristiani scriverebbe delle elezioni in Unione Sovietica, Giangiacomo Foà a febbraio avrebbe pubblicato sul «Corriere della Sera» una serie di reportage sul mancato sfruttamento delle pianure argentine, ed alla riunione degli indios ad Altamira non ci sarebbe andato nessuno, a parte i diretti interessati. Tantomeno Bruce Springsteen.

Ben venga allora l'emotività della Banca Mondiale. Può darsi che i latifondisti che sfruttano i contadini mandandoli a distruggere la foresta amazzonica scoprano quest'anno che è più conveniente razionalizzare lo sfruttamento delle campagne già utilizzate, piuttosto che aumentare le aree coltivate oggi per essere messe a pascolo domani.

Nell'odierno Honduras i Maya avevano adottato una tecnica simile a quella latifondista: ogni anno bruciavano una porzione di foresta tropicale ai limiti dei campi coltivati. La cenere faceva da concime, la terra era ottima, e bastava fare un buco per terra per metterci un seme ed avere una pianta. Era una civiltà antichissima e sapiente, che erigeva le piramidi e studiava il moto delle stelle dando un nome a ciascuna di loro. Ma non scoprì mai né la ruota, né l'aratro, e le stelle furono di poco aiuto quando arrivarono i Toltechi e gli Spagnoli. Il futuro dell'Amazzonia però non può essere lasciato ai ricercatori dell'università dello Utah o alla possibilità che un latifondista si scopra imprenditore. Le grandi pianure argentine non sono l'unica immensa regione del Sudamerica ad essere sfruttata ben al di sotto delle reali possibilità. Il Brasile dalla costa ai limiti della foresta amazonica offre, anche se è facile cadere nelle generalizzazioni, infinite opportunità di lavoro a chi voglia i calli sulle mani – ed a chi voglia finanziare la libera impresa senza dover ricorrere alla burocrazia federale.

Potenzialmente il Brasile è la superpotenza economica del XXI secolo. Di fatto è uno dei paesi più poveri del XX. L'idea di un piano Marshall.che porti a Brasilia non tanto ricchezza quanto una nuova mentalità che prenda il posto di quella portoghese potrebbe essere lanciata in questo momento da uno dei governi della Comunità Europea, o dalla CEE all'unisono. Troverebbe il governo di Sarney particolarmente ben disposto, darebbe spessore politico a chi la lancia. Altrimenti nel 1990 non ci giocheremo solo l'Austria, ma anche l'Europa.

A proposito della manovra economica
Massimo Amadio
Una rinnovata capacità di rischiare
Pippo Russo

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