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Eco GIO'. Un Po d'azzurro

Nuova Politica - Eco GIO'. Un Po d'azzurro pagina 60
Nuova Politica - Eco GIO'. Un Po d'azzurro
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Nuova Politica - Eco GIO'. Un Po d'azzurro

"Vogliamo trattare i temi che sono vitali per il mondo di domani". Con queste parole il delegato nazionale del Movimento giovanile della Democrazia Cristiana, Simone Guerrini, il 24 settembre del 1989, apre a Torino la festa dei giovani, seconda del suo mandato. Si apre "Eco Gio'", la festa dei giovani alla scoperta dell'ambiente.

Per una settimana settecento giovani discutono di effetto serra e buco di ozono, nella consapevolezza che la politica deve cominciare ad affrontare e risolvere problemi che minacciano la Terra e l'umanità sempre più drammaticamente.

Per rappresentare il loro percorso alla scoperta delle ragioni dell'ambiente, i giovani organizzano la loro festa in un percorso a tappe, dalle sorgenti fino alla foce del Po, il più importante fiume d'Italia, e purtroppo anche il più inquinato.

"Un Po d'azzuro" È il sottotitolo di "Eco Gio'", che sintetizza la ricerca di un mondo più pulito, attraverso le ragioni di inquinamento del fiume più lungo d'Italia.

Da Torino a Piacenza, da Cremona a Guastalla, da Ravenna fino a Cesenatico, i giovani democristiani si muovono lungo il corso del Po, utilizzando il caravan, simbolo della vita all'aria aperta e del rispetto per l'ambiente. Un mezzo moderno, simbolo dello sviluppo, . per andare alla scoperta dei problemi nati con lo sviluppo e tipici dell'era moderna.

Una lunghissima carovana di 70 camper si snoda lungo il corso del Po, costruendo ad ogni tappa le ragioni dell'ambiente, proprie di un movimento politico che deve essere in grado di salvaguardare le ragioni dello sviluppo economico, solo se questo è in armonia ed a favore del rispetto per l'ecosistema.

Il problema maggiore per l'ambiente forse è proprio questo. I giovani lo avvertono: non è facile coniugare lo sviluppo economico con il rispetto per la natura. È sempre più frequente la strumentalizzazione da parte delle forze politiche. Nell'illusione di guadagnare qualche voto in più, si spezza il grande problema in tanti piccoli "sub-problemi" come la conservazione delle risorse naturali, la salute, la disponibilità energetica, l'agricoltura e l'economia, il tutto in funzione di particolari situazioni che possono suggerire di esaltare un obiettivo a discapito degli altri, perdendo di vista il problema generale. Così operando – è il messaggio dei giovani democristiani – non si fanno le ragioni dell'ambiente, ma solo estremismi che non servono.

Nel corso della festa queste esigenze sono venute fuori: nei tanti dibattiti organizzati durante i sette giorni di "Eco Gio'" sono emerse soluzioni concrete e specifiche, come la manutenzione del bacino del Po, che nello stesso tempo assumono validità generale per la soluzione di molti altri problemi analoghi. Certo l'ambiente non è un problema solo di casa nostra. La sua salvaguardia coinvolge tutto il mondo, col meccanismo dell'interdipendenza, ma è giusto che ognuno si faccia carico delle proprie responsabilità. I giovani democristiani l'hanno fatto, consapevoli che l'effetto serra richiede uno sforzo da parte dei paesi industrializzati a produrre meno anidride carbonica, ma anche un impegno dei paesi meno industrializzati a ridurre la velocità di deforestazione.

Sono i messaggi che sono partiti dalla festa dei giovani sulle rive del Po, una festa dedicata alla ricerca di nuove proposte per uno sviluppo equilibrato, nella consapevolezza che siamo tutti sulla stessa barca e che risolveremo i problemi dell'ecologia tutti insieme oppure non li risolveremo per nulla.

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