La tutela dell'ambiente

Alle radici del caos edilizio

Nuova Politica - Alle radici del caos edilizio pagina 18
Nuova Politica - Alle radici del caos edilizio
Nuova Politica - Alle radici del caos edilizio
Limiti e contraddizioni del disegno di legge sul condono edilizio dell'abusivismo. I dubbi di incostituzionalità. I rischi per il patrimonio artistico. Timori per un nuovo clientelismo.

Il boom edilizio

L'edilizia ha avuto nel nostro Paese una parte rilevante nel riparare le ferite del dopoguerra e nel favorire il «boom» economico degli anni '50 e '60. C'è addirittura chi sostiene che il miracolo economico si sia fondato proprio sullo sviluppo edilizio come risposta alle esigenze poste dalla vasta emigrazione interna di quegli anni e come forma di investimento. Nonostante quel che si è detto e scritto risulta che anche negli ultimi dieci anni sis sia continuato a costruire a ritmi elevati con una aliquota importante di seconde e terze case.

Accade così che grazie ad una legge sulrequo canone che non favorisce la costruzione e l'acquisto di case per affittarle e nonostante la prosecuzione di una forte attività edilizia, rimane molto acuto nel Paese il problema della ricerca di una casa per i nuovi nuclei famigliari e per gli sfrattati.

Questo sviluppo edilizio che ha avuto comunque una parte importante nello sviluppo del Paese ha comportato anche delle conseguenze negative che forse potevano essere evitate.

Il caos edilizio

Ci si riferisce al caos urbanistico con il quale si è costruito. Basti pensare che la prima legge urbanistica è del 1942 e che il controllo sul territorio, sul suo uso, è stato poco e male realizzato, con scarso controllo da parte degli Enti Pubblici preposti e per scarsa sensibilità al concetto di «città a dimensione umana» che già si affermava in altri paesi europei.

Sono sorti alla periferia delle città, mal collegate da mezzi pubblici, con scarsa dotazione di servizi sociali (scuole, chiese. verde. uffici pubblici) immensi quartieri. frutto molte volte di operazioni speculative. Questi quartieri dormitori. brutti anche da un punto di vista estetico. alienanti per le difficoltà di instaurare normali rapporti sociali, hanno contribuito ad incrementare il pendolarismo urbano dai luoghi di abitazione a quelli di lavoro e viceversa con confusione nel traffico, difficoltà di sosta nei centri, inquinamento atmosferico.

Il «boom» edilizio ha comportato anche nel nostro Paese una sorta di «conquista del West»: ci si intende riferire alla occupazione di suoli agricoli attorno alle città in espansione che ha a sua volta comportato altre due conseguenze negative quali la diminuzione del suolo agricolo coltivato, quello più vicino alla città, più razionalmente coltivato ed in migliori condizioni geomorfologiche e dall'altra, il progressivo abbandono dei Centri Storici, con una perdita secca di decine di migliaia di unità immobiliari un degrado rilevante del patrimonio urbanistico, architettonico, artistico, presente nei Centri Storici italiani.

Le voci che a suo tempo si sono levate contro tale sviluppo urbanistico sono state per anni voci nel deserto (una per tutte quelle di «Italia Nostra») per gli amministratori pubblici.

Qualche miglioramento c'è stato nella gestione del territorio e del suolo grazie alla «legge ponte» ed alla «legge Bucalossi», varate negli ultimi venti anni che hanno modificato molte cose ed hanno contribuito a rendere più omogenea la legislazione in merito.

Purtuttavia, nel caos urbanistico descritto e caratterizzato da una insufficiente programmazione dell'uso del territorio, ha trovato largo spazio l'abuso edilizio, cioè il mancato rispetto delle leggi e degli strumenti urbanistici. Questo abusivismo ha dimensioni molto vaste e va dalla chiusura di balconi, da ristrutturazioni interne e sopraelevazioni non autorizzate, al sorgere di edifici, quartieri interamente abusivi e contra legem. Nell'ultimo decennio sembra addirittura che si siano costruiti mezzo milione di vani ogni anno abusivamente! Gli abusi edilizi rappresentano larga parte del contenzioso amm101strativo e giuridico nei nostri Tribunali.

Il condono edilizio

È forse dalla coscienza di questa situazione generale di estrema gravità e dalla percezione dell'alto numero di abusi che il Governo, in presenza del grave deficit pubblico a tutti ben noto, decise di presentare un decreto legge con il quale sanare tutte queste situazioni e concorrere alla copertura, seppur parziale, del disavanzo pubblico.

Il Parlamento come noto ha bocciato il decreto-legge ed il Governo ha deciso quindi di ripresentare un disegno di legge che è all'esame del Parlamento per la sua approvazione.

Un esame del testo richiederebbe molto spazio ed anche molta «pazienza» nel seguire le varie modifiche che gli si stanno apportando in corso d'opera, ma alcuni punti importanti vanno sottolineati:

  • si tende ad estendere la prassi del silenzio-assenso con la quale, in assenza di un parere della pubblica amministrazione entro un breve lasso di tempo, la domanda, la richiesta di concessione o di autorizzazione od altro si ritiene concessa. Così; senza un esame di merito, di fronte alle gravi insufficienze della nostra burocrazia amministrativa e di fronte anche a sempre possibili «spinte» interessate, si corre il rischio di aprire la «stanza dei buoi» che, in questo caso, è rappresentata dal territorio, dall'ambiente, dal nostro tessuto urbano;
  • l'abuso edilizio anche se difforme dagli strumenti urbanistici può sfuggire alla sanzione della rimissione in pristino (o della demolizione) quando il Sindaco (che non è un organo tecnico bensì politico) li valuti a suo arbitrio non in contrasto con «rilevanti interessi urbanistici». Si apre così la possibilità di avere un nuovo strumento di malgoverno del territorio;
  • nel testo proposto dalla Commissione referente del Senato si dà una definizione riduttiva di «lottizzazione abusiva» andando contro il consolidato giudizio giurisprudenziale della Cassazione;
  • si tende a considerare sanabili quelle opere realizzate abusivamente anche dopo il 10 ottobre 1983.

Vi sono poi alcuni articoli del progetto di legge che assumono l'aspetto di vera e propria controriforma urbanistica come quello che prevede solo come eventuale la regolamentazione delle destinazioni di uso degli immobili e se ne liberalizzano le modificazioni assoggetandole solo in alcuni casi alla autorizzazione del Sindaco; l'art. 28 poi afferma che i Comuni possono apportare varianti agli strumenti urbanistici finalizzate al recupero deglf insediamenti abusivi, una norma questa che potrebbe essere utilizzata come mera legittimazione a posteriori degli abusi. Una proposta di modifica del Gruppo della Sinistra Indipendente allo art. 25, proposta approvata dal Senato, comporterà, se confermata nei successivi passaggi parlamentari, un attentato gravissimo al patrimonio culturale dei nostri Centri Storici.

L'emendamento afferma che «non sono soggetti a concessione né ad autorizzazione e costituiscono interventi di manutenzione ordinaria le opere interne alle costruzioni ...». Con tale dispositivo si apre la possibilità che i centri storici, solo in minima parte vincolati dalla legge IO giugno 1939, n. 1089, (tutela degli edifici monumentali), possono essere sconvolti da interventi selvaggi di ristrutturazione che non rispetteranno le caratteristiche architettoniche, storiche, artistiche esistenti all'interno degli edifici non vincolati che sono la gran parte. Cadrebbe così una misura di tutela quale la richiesta di autorizzazione per modificazioni interne agli edifici che permetteva di controllare le ristrutturazioni. Tale aspetto del problema è molto importante perché, negli ultimi anni, si è rilevato un nuovo interessamento, in specie delle immobiliari, ad intervenire, in genere con vaste ristrutturazioni, nei centri storici delle città italiane. Tale nuovo interesse è ovviamente gradito ed utile a patto però che sia controllato e che non si presti a manovre speculative. Il nuovo testo dell'art. 25 costituisce una nuova e grave resa di fronte alla speculazione edilizia.

Queste citate sono alcune delle maggiori pecche del disegno di legge sul condono edilizio, altre se ne potrebbero citare ed altre corrono il rischio di essere inserite nel lungo iter parlamentare che comunque ormai si sta avviando alla fase finale.

Conclusioni

Nei paesi cosidetti «civili» l'interesse della comunità, l'interesse «pubblico», trova un momento di affermazione nella programmazione dell'uso del territorio che si esprime mediante strumenti che vanno sotto il nome di leggi urbanistiche, piani regolatori, piani di attuazione, regolamenti edilizi; strumenti i cui contenuti sono decisi dalle Assemblee parlamentari liberamente elette dal popolo sovrano.

L'esistenza di queste leggi che prevedono la subordinazione dell'interesse privato a quello pubblico e quindi la necessità di chiedere per la attività edilizia (e non solo per questa) autorizzazioni e concessioni alla Pubblica Amministrazione, sono una garanzia contro l'uso caotico, irrazionale, antisociale del territorio e del patrimonio edilizio già esistente.

Tali principi sono incardinati nell'art. 41 della Costituzione Repubblicana che afferma che la «iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale» e che «la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica privata (e pubblica) possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

Il disegno di legge sul condono edilizio dell'abusivismo, così come è articolato, non corrisponde al dettato costituzionale perché intende privare l'apparato giuridico amministrativo dei «controlli opportuni», perché non tutela adeguatamente il patrimonio storico, culturale e artistico (art. 9 della Costituzione), perché non sembra considerare sullo stesso piano tutti i cittadini (art. 3 della Costituzione) perché infatti intende sottrarre ai rigori della legge chi la ha violata. Inoltre crea nuove occasioni di clientelismo e malgoverno.

In conclusione aggiornare le leggi è cosa ottima ma va fatta «cum grano salis». L'attuale disegno di legge è alquanto... insipido.

Questo articolo è giunto in redazione prima che il disegno di legge sul condono edilizio fosse approvato da un ramo del Parlamento.

Consiglio nazionale MG su Scuola e Università
Francesco Saverio Garofani
De Gasperi a trent'anni dalla morte
Federico Mioni

Articoli correlati

Totale: 20
Speciale enti locali
La questione ambientale è uno degli argomenti al centro della campagna elettorale che precede le ormai imminenti elezioni amministrative di maggio.
Mozioni
Publichiamo le mozioni presentate dal Movimento Giovanile e approvate al Congresso. La pace, il servizio di leva, l'ambiente, l'occupazione giovanile, il referendum per la riforma organizzativa.
Energia nucleare
La riflessione sul piano energetico italiano langue, mentre si scatena la ridda delle dichiarazioni politiche. È possibile ripartire da una riflessione sullo sviluppo prossimo venturo? Un punto di non ritorno.
Nucleare
Intervista al premio nobel per la fisica, il prof. Carlo Robbia, ospite al GIO' 2
La legge del mese
Presentata in Parlamento la proposta di legge sulle misure urgenti per il disinquinamento del Po. Solo uno sforzo tra tutti i soggetti interessati consentirà di ottenere risultati significativi.
Esteri
I problemi ecologici sono un paradigma per paesi come il Brasile che non sfruttano le loro ricchezze potenziali.
Una iniziativa dei giovani dc per ribadire ancora le ragioni di uno sviluppo economico in armonia ed a favore dell'ecosistema