Consiglio nazionale MG su Scuola e Università
Si è svolto il 23 novembre a Roma nella sala del Consiglio Nazionale del partito a Palazzo Sturzo il Consiglio Nazionale «aperto» del MG, dedicato ai problemi della Scuola e dell'Università anche in previsione delle prossime scadenze elettorali che interesseranno questi settori.
Il dibattito si è svolto sulla base della relazione del responsabile del Dipartimento Scuola e Università del MG Gianni Rossetti, relazione frutto del lavoro svolto in questi mesi da due Commissioni a livello nazionale.
Il dato da cui si è partiti nella discussione è stato quello, comunemente rilevato, della crisi che complessivamente investe l'attuale struttura del sistema formativo italiano e della conseguente esigenza di riconsiderare a fondo sia l'organizzazione che il ruolo della Scuola e dell'Università nella nostra società.
Per quanto riguarda la Scuola si è fatto riferimento al progetto di riforma della media superiore, soffermandosi in modo particolare sulle questioni dell'elevazione dell'obbligo scolastico a 18 anni; sul ruolo nuovo del biennio di professionalizzazione che dovrebbe consentire un immediato e proficuo inserimento nel mercato del lavoro; sulla riforma dell'esame di maturità che dovrà diventare momento di verifica delle conoscenze professionali apprese, rientrando però nella «normalità» del processo educativo con la conseguente scomparsa della figura del membro esterno; sull'accesso all'Università come momento logico e coerente di continuazione di un momento formativo iniziato nella secondaria superiore.
Si è parlato inoltre della riforma, necessaria, degli Organi Collegiali per dare concretezza alla partecipazione di tutte le componenti del mondo della scuola.
Preoccupazione comune, comunque, per quanto riguarda la Scuola, è che la riforma possa finalmente mettere a punto programmi in grado di valorizzare la formazione sociale dello studente e contemporaneamente favorire il suo inserimento nel mondo professionale.
Per quanto riguarda l'Università, la percentuale di laureati in proporzione agli iscritti fra le più basse del mondo e l'elevatissimo numero di fuoricorso e di ritiri, individuano una situazione di malessere che ha gli studenti come vittime e non come colpevoli.
Carenze di ordine strutturale, disorganizzazione, sprechi sono alla base di questo malessere che va battuto attraverso un'opera di riforme graduali, non tutte necessariamente legislative. Ridefinizione delle facoltà e dei corsi di laurea, loro ridistribuzione sul territorio, contestuale ridefinizione dei curriculum; inoltre la generalizzazione dei diplomi di primo livello e l'aumento dei dottorati e delle specializzazioni: questi gli obiettivi immediati da raggiungere nell'ottica di una visione culturale complessiva indispensabile per l'attuazione di una riforma organica ed efficace.
Alla basedell'impegno dei giovani dc nella Scuola e nell'Università c'è, comunque, il senso di una nuova cultura della partecipazione che passa attraverso un confronto aperto e civile con tutte le forze che in questi campi operano in modo costruttivo, in primo luogo con le altre componenti del mondo cattolico.


















































