Funzioni e forma del movimento giovanile
La nostra generazione che si è affacciata per la prima volta nel mondo della politica nazionale con Maiori ha già posto sul tappeto la necessità di tro,-are la giusta strada per scavalcare la boa dell'anno 2000.
Un semplice conto matematico fa notare come proprio noi in quella data dovremmo essere la generazione pronta e matura per guidare la società civile: nessun'altra organizzazione politica in Italia ha al suo interno un elemento di novità così interessante.
Sono argomenti che sono più sufficienti per caricare il nostro MG di profonde responsabilità nei confronti di noi stessi, del nostro paese, di una futura società. È superfluo sottolineare come la società odierna si stia evolvendo dal suo interno senza l'ausilio delle parti sociali, dei partiti, delle stesse ideologie: l'evoluzione in questione sta avvenendo solo con lo sfruttamento e l'applicazione delle nuove scienze. Il rischio è di ritrovare in breve tempo i dogmi e le incongruenze, semplicemente rovesciate, emerse da una società odierna forse più sociale e meno scientifica di una società con alla base le
In mondo in cui viviamo e in cui vivremo, dalla scuola all'università, al lavoro, non è e non sarà più a misura d'uomo e l'uomo non è e non sarà più elemento centrale della società; conseguentemente il nostro impegno dovrà svilupparsi per recuperare il vero senso della vita cercando di «amministrare meglio» le istituzioni del nostro Paese. La nuova società basata sulle «nuove scienze», non ultima l'informatica, permetterà al cosiddetto «uomo qualunque» di divenire «piccolo imprenditore», perché il suo prodotto non sarà il risultato della manualità, ma sarà definibile come quantità d'informazione necessaria per il suo realizzarsi. È evidente l'enorme trasformazione della vita quotidiana a cui andremo incontro. (Trasmis. cavo, personal computer ecc.).
Potremo immaginare anche una continua partecipazione del cittadino alle scelte degli enti locali o legislative che lo riguardano: con l'ausilio di un tasto si potrebbe infatti votare dalla propria abitazione qualsiasi tipo di legge. Può forse utopia, poi essere realtà! Forse è più facile che ci si avvicini alla seconda ipotesi e non alla prima. A mio parere stiamo per vivere la seconda rivoluzione del mondo: la rivoluzione informatica esalterà i poteri del cervello umano a differenza della rivoluzione industriale che esaltò le capacità manuali dell'uomo. Una situazione così creerà nuove opportunità di progresso. nel contempo proponendo enormi sfide.
Se avvenendo questo noi fossimo colti di sorpresa ed impreparati, avremmo società ed uomini ad immagine e somiglianza dell'informatica. La prima grande sfida sarebbe quella di addivenire il fatto ad una dittatura di difficile percezione che darebbe a pochi il potere gestionale del vivere di tutti.
La nostra generazione deve saper capire cosa potrà succedere, deve saper studiare come creare e costruire una nuova e più elaborata società a misura d'uomo. Questo ci permetterà di divenire movimento. di essere i realizzatori di ciò che è in potenza o meglio di tradurre le potenzialità in attualità.
Dobbiamo fare ciò cominciando a valorizza.re l'uomo in tutti i suoi luoghi di vita e di incontro. Ogni settore sociale deve essere trasformato per prepararsi ed essere pronto per il grande salto.
Il nuovo MG deve sforzarsi di anticipare i tempi, di cercare di far lievitare nella gente questa grande rivoluzione per renderla vivibile e gestita dall'intera comunità. L'appello che dobbiamo fare a noi stessi e agli altri è quello di studiare e seminare per poter successivamente raccogliere:
A) Studiare per poter elaborare un nuovo e completo progetto sociale; uno studio che dovrà coinvolgere il maggior numero di persone e di settori sociali perché dovrà essere il progetto di chi lo vivrà e di chi lo sentirà proprio. Dobbiamo, con umiltà e coraggio, prepararci e lottare per mettere in luce i valori portanti; uomo centro del vivere, leggi della nuova democrazia, responsabilizzazione di massa, proprietà strumento umano ed umanitario. Sarà su queste basi che dovremo costruire la nuova umanità del vivere: l'umanità del 2000.
8) Seminare nei luoghi dove viviamo; l'università, la scuola il lavoro, l'emarginazione, i rapporti sociali tra uominisingolicome tra popoli.
C) Raccogliere per gestire; essere cioè tra coloro che potranno e quindi avrannocapacità di gestire le linee conduttrici del nuovo Stato e dell'organizzazione istituzionale che si darà il nuovo popolo.
E evidente che il nostro movimento per poter iniziare a studiare e a seminare si dovrà organizzare.
Abbiamo bisogno di una struttura semplice e snella che permetta a tutti di partecipare in modo incisivo nella presenza come nella proposta politica.
Contemporaneamente abbiamo bisogno di una struttura articolata che ci permetta di essere presenti nelle istituzioni e nei momenti di partecipazione allargata.
Nel primo caso dobbiamo avere un tesseramento che ci permetta:
- di essere momento autonomo dal partito con iscrizioni anche distinte;
- di accogliere delle adesioni di coloro che vogliono partecipare senza iscriversi permettendo loro di farlo politicamente a pieno titolo in prima istanza; il tutto rappresentato dalla «accettazione» di partecipare alla nuova struttura mediante una dichiarazione d'intenti ed il riconoscimento di spazi politici ed esecutivi negli organi del movimento; spazi risultanti da elezioni di primo grado a cui parteciperanno questi «aderenti»;
- di eleggere i propri organi direttamente ed in prima istanza garantendo la governabilità del movimento con elezioni di primo grado, con sistema maggioritario semplice per delegatieletti ad ogni livello e con sistema proporzionale per i comitati;
- un rapporto di elezione che non sia più tra iscritto e delegato congressuale ma tra iscritto e/o aderente, percentuali di presenza dirette o indirette o con organizzazioni di base nelle istituzioni di primo grado o di settore, voti alla camera e organi eletti. Inoltre in questi organi devono essere distinti il momento politico di controllo e il momento politico di gestione.
II nostro obiettivo deve essere quello di un MG molto elastico nella partecipazione politica dei suoi componenti.
Nel secondo caso dobbiamo creare organizzazioni dirette (vedi giovani dc universitari) o indirette (vedi giovani dc organizzati sotto particolari sigle) di presenza nei vari settori, oppure aprire istituzionalmente le nostre porte a tutte quelle realtà di base presenti (vedi gruppi spontanei di base nelle scuole, Università, luoghi di lavoro), concordando con loro le linee politiche di proposta relative alle aree in cui operano, garentedogli uno spazio politico nelle scelte del loro settore come in quelle generali del nostro movimento, tramite eventuali momenti di partecipazione pluralista come l'istituzionalizzazione di una consulta.
Certo è che il momento organizzativo deve sempre venire dopo che si è scelta la strada politica da percorrere: la scelta di fondo è se essere protagonisti nel costruire «l'Umanità 2000» oppure no!













































