Maiori, febbraio 1984: nasce la quinta generazione dei giovani dc
Il GIO' 2 è un momento importante per parlare di cose importanti: come accadde l'anno scorso con la festa di Bergamo, anche quest'anno c'è la possibilità per tanti giovani di ritrovarsi per conoscersi e conoscere. Quest'anno si parla di pace, un tema impegnativo che sarà affrontato dai giovani dc con lo stesso interesse e la stessa serietà dimostrati con le loro iniziative più significative, in questi ultimi anni.
Già, perché il GIO' 2 è anche l'occasione migliore per fare, prima del prossimo congresso nazionale del Movimento Giovanile, una sorta di bilancio dell'attività svolta in quasi tre anni, da Maiori ad oggi. .L'attuale dirigenza del Movimento Giovanile, infatti, eletta nel XVI Congresso Nazionale tenutosi a Maiori dal 2 al 5 febbraio 1984, si awia a concludere la sua esperienza nei quadri giovanili della DC, per lasciare il campo alle nuove leve. Crediamo di poter tranquillamente affermare che i risultati ottenuti, da Maiori in poi, autorizzano a parlare del Movimento Giovanile DC come di una forza politica finalmente viva ed attiva.
Il XVI congresso nazionale, in effetti, ha rappresentato un momento di vera e propria rifondazione, dopo che una serie di travagliate e difficili esperienze avevano visto i giovani dc non sempre presenti con sufficiente vigore sulla scena politica italiana.
La vivacità e la ricchezza di contributi emersi nel dibattito congressuale a Maiori, dimostrarono subito le intenzioni di quella nuova schiera di giovani, la «quinta generazione dc», pronta a fare proprie le parole d'ordine lanciate da Lusetti e dai nuovi dirigenti: trasgressione e formazione politica. Proprio nella consapevolezza del proprio ruolo, critico e propositivo anche nei confronti del partito, e nella convinzione che alla base di ogni azione politica deve esserci profonda conoscenza dei problemi, è possibile, pensiamo, individuare la vera forza del nuovo Movimento Giovanile. Queste scelte si sono tradotte poi nel lavoro dei vari Dipartimenti, con l'organizzazione, tra l'altro di diversi seminari di studio e attraverso una continua e proficua collaborazione con il Dipartimento Formazione e la Spes del partito.
La prima grossa iniziativa del Movimento Giovanile fu la concreta testimonianza di quella volontà di formazione di cui si è parlato. A Rosolina Mare, nelle vicinanze di Adria, fu infatti organizzato, dal 19 al 25 settembre, il primo Campo
Scuola Nazionale. Circa mille giovani, proveniènti dalle realtà periferiche del movimento giovanile, si incontrarono in quell'occasione per discutere delle problematiche legate alle autonomie locali. L'analisi sui problemi del presente fu affiancata allo studio della «memoria storica» del partito.
La conoscenza delle proprie radici culturali, delle tradizioni politiche e del patrimonio ideale sono ritenute a ragione strumento prezioso ed indispensabile per l'elaborazionee l'individuazione di percorribili itinerari politici per il domani. Così in quei giorni partendo dallo studio delle posizioni autonomistiche di Sturzo e dei popolari, dai documenti e dai programmi dei padri fondatori democratico cristiani e dal contributo cattolico al progetto costituzionale, si arrivò a parlare dei problemi pratici legati alla amministazione e alla gestione degli enti locali.
In quei cinque giorni, durante le numerose sessioni previste, i gruppi di lavoro incontrarono tutti i leaders storici del partito ed ebbero modo di ascoltare gli interventi di molti educatori e docenti del Dipartimento Formazione diretto da D'Andrea.
A coloro che seguirono con interesse i lavori fu possibile notare la costanza e la serietà con cui sia a livello personale che nel lavoro di gruppo ognuno dei partecipanti portava il proprio contributo alla elaborazione di una proposta politica concreta ed originale, testimoniando così un nuovo stile di impegno.
E riferendosi a questo stile Lusetti concludendo quei lavori sottolineò, tra l'altro, la necessità di dimostrare ai giovani proprio attraverso uno stile diverso e nuovo, come sia possibile «far politica non solo salvando ma anzi valorizzando molto di più i rapporti umani, testimoniando che è ancora possibile studiare e mobilitarsi per la costruzione del bene comune esaltando l'autenticità delle esperienze e la tensione morale di un impegno. Questa attenzione critica al partito e la disponibilità nuova a rischiare la propria militanza anche in termini di sacrificio personale furono sottolineate anche dalla stampa nazionale, pronta ad evidenziare lo spirito nuovo con cui la «quinta generazione» dc si awicinava alla politica. Il Campo Scuola di Rosolina Mare, inGentrato come detto sulla scelta e la valorizzazione fatta dalla DC delle Autonomie Locali, fu in qualche modo propedeutico all'impegno politico per le successive elezioni amministrative che si tennero nel maggio 1985.
Grazie al lavoro di formazione svolto dal Movimento Giovanile, sia a livello locale che a quello nazionale, i giovani dc furono in grado di dare, proprio in occasione delle amministrative del 12 maggio, un importante contributo alla campagna elettorale del partito, in condizioni obiettivamente non facili, dopo la sconfitta elettorale riportata dalla DC nelle politiche dell'83.
Il risultato ottenuto dalla DC in quell'occasione (12 maggio 1985) fu largamente positivo, e nari è fuori luogo pensare che parte del merito fosse da attribuire anche all'impegno di mobilitazione garantito dai giovani dc.
Non è un caso, infatti, che sulle prime pagine dei giornali di quei giorni fosse riportata ed evidenziata la notizia che ben 30.000 dei candidati nelle liste della Democrazia Cristiana era in età di Movimento Giovanile.
Ben 10.000 di questi giovani furono eletti in consigli comunali, provinciali e regionali e molti furono chiamati a ricoprire incarichi di sindaco o di assessore.
Nei grandi come nei piccoli centri la struttura organizzativa del Movimento Giovanile era riuscita a mobilitarsi puntando soprattutto su alcuni temi e su alcune problematiche riguardanti in modo particolare la questione giovanile.
Così nel documento programmatico elaborato in quella circostanza dal centro nazionale, trovarono molto spazio temi come quello dell'ambiente, dell'occupazione e della promozione culturale.
Nuova Politica
Tra le iniziative e le attività del Movimento Giovanile nazionale partite poco dopo Maiori (febbraio 1984) una menzione particolare va riservata a Nuova Politica, la rivista dei giovani dc, che esce mensilmente dal giugno 1984, diretta da Dario Franceschini.
Nel numero zero lo stesso Franceschini, spiegando le ragioni e le motivazioni di una scelta così difficile come quella di creare un mensile del Movimento Giovanile, presentava in un «fondo» non a caso intitolato «il fascino di una sfida», criteri e gli orientamenti su cui la nuova rivista si intendeva basare. «Questo primo numero esce con l'impegno preciso di mantenere la continuità dell'iniziativa – scriveva Franceschini – e di migliorare ogni volta di più la qualità».
Oggi, a distanza di due anni, è possibile dire che l'impegno assunto quel giorno è stato in buona parte onorato, grazie soprattutto alla redazione: Forlani (vice direttore), Bambagioni, Pacienza, Pistelli, Salice, Pisicchio (copertina), Garofani (segr. di redazione), Di Giovan Paolo (addetto stampa MGDC); e all'impaginazione curata da Sparaci (grafico del MG), che insieme all'amministrazione curata da Rivelli hanno in pochi mesi reso regolare l'uscita. Si è riusciti, infatti, a mantenere in modo puntuale la periodicità, considerata giustamente obiettivo di importanza fondamentale ed elemento di garanzia e di serietà e ci si è soprattutto sforzati di migliorare, sotto tutti gli aspetti, dal contenuto alla veste grafica il nuovo prodotto tipografico.
Nuova Politica rappresenta un'altra di quelle sfide lanciate a Maiori; una sfida raccolta da tutto il Movimento Giovanile per riuscire a dimostrare che è possibile oggi impegnarsi senza perdere per questo il proprio patrimonio di speranze, di idealità, di entusiasmo, la capacità di essere giovani, nuovi, trasgressivi nei confronti di un modo vecchio e logoro di fare politica. Per questo lo sforzo principale che è stato compiuto è stato quello di aprire la rivista verso l'esterno dello stesso Movimento Giovanile, di farne una sorta di «tribuna» del dialogo e del confronto, per arrivare a stabilire un rapporto il più possibile dialettico anche con quei giovani lontani dalla politica e dai partiti.
In questo senso i temi affrontati, lungi dall'essere superficiale cronaca del presente, hanno rappresentato il tentativo, crediamo riuscito, di fornire provocazioni e stimoli ad approfondire i problemi del nostro tempo.
Nuova Politica, quindi, anche e soprattutto come strumento di formazione per i giovani dc, se è vero che nel proporre al pubblico gli avvenimenti e le varie tematiche, si è sempre cercato di evitare lo squallido propagandismo ed ogni occasione di sterile polemica di partito.
Così sui grandi temi della pace, del lavoro, della scuola, sulle grandi questioni che investono il mondo giovanile, sui problemi più scottanti della politica italiana e internazionale ci si è soffermati in modo tale da privilegiare sempre e comunque la riflessione e lo studio.
Ed è stata questa un'esigenza nata dalla consapevolezza che è indispensabile riscoprire la dimensione culturale della politica, dimensione necessaria, se si vuole comprendere il presente per governare il futuro e per essere, nella costruzione del mondo di domani, protagonisti.
La rivista ha poi cercato di rispondere ad un'altra esigenza particolarmente sentita e che si è manifestata in questi due anni in maniera sempre più evidente e pressante: la necessità di stabilire, attraverso le pagine di Nuova Politica, un rapporto più stretto e quindi più vivo tra le strutture nazionali del Movimento Giovanile e quelle periferiche.
Ma le iniziative «editoriali» del Movimento Giovanile non si limitano alla rivista Nuova Politica. Occorre ricordare, intatti, la pubblicazione dei quaderni di formazione del dipartimento cultura, di cui è responsabile Giorgio Merlo, che ha affrontato e dibattuto i temi riguardanti i rapporti del partito con il mondo cattolico.
Sono stati pubblicati inoltre tutta una serie di documenti e di programmi predisposti in occasione di importanti scadenze come le elezioni amministrative, le elezioni universitarie, i vari consigli nazionali del MGDC, il congresso nazionale del partito. Il Movimento Giovanile dc ha poi curato la pubblicazione, in collaborazione con la Spese Le Cinque Lune, degli atti del Già I di Bergamo, a cura di Garofani e di Giovanpaolo.
La ricchezza del materiale prodotto sta a testimoniare, quindi, la vivacità del dibattito promosso all'interno e all'esterno dal Movimento Giovanile. Dopo il primo anno di inizio attività, caratterizzato come detto in precedenza dall'awio della formazione, delle iniziative editoriali e dal collegamento rinnovato, anche attraverso i vari momenti elettorali, col partito, si registrò un primo dato importante e significativo. Per la prima volta dopo tanti anni le iscrizioni al movimento giovanile cominciarono ad aumentare, portando gli iscritti al movimento giovanile dc da 168.000 del 1984 a quasi 180.000 a fine 1985. Un risultato clamoroso considerando la crisi attraversata da tutti i movimenti giovanili di partito del nostro Paese, e in particolare dalla Fgci, un tempo la più agguerrita organizzazoone giovanile che proprio nel 1985, nonostante un congresso nazionale a Napoli in cui tu eletto il nuovo segretario Falena, si ritrovò alla fine dell'anno con meno iscritti dell'Arei giovanile. Un dato importante dunque per il movimento giovanile dc perché gli ha conferito maggiore autorità nel partito, poiché da solo l'MGDC rappresenta poco meno di un quinto del partito (un terzo degli amministratori dc) ma un dato soprattutto nuovo perché dimostra un trend nuovo di iscrizione al partito, in quantoché, a differenza del passato si hanno sempre più giovani che affluiscono per il movimento giovanile alla Democrazia Cristiana, e non il contrario, cioè giovani, parenti o amici di iscritti adulti, che si ritrovano iscritti quasi a forza e con poca voglia di partecipare. Questa spinta nuova ha determinato una ripresa di iniziativa per regolamentare diversamente l'attività dei giovani dc e così nei primi mesi del 1985 ha preso le mosse da un dibattito apertosi sulle pagine di Nuova Politica, una Commissione che ha elaborato un regolamento nazionale nuovo che entro il 1986, passato per le assemblee provinciali e regionali, e poi per il Consiglio Nazionale del partito si porrà come architrave per il movimento giovanile dc degli anni '90. Ciò che queste nuove iscrizioni e il dibattito sul ruolo del movimento giovanile dc pone in luce, owiamente è il rapporto tra giovani che hanno deciso di impegnarsi in un partito politico e la società italiana, i nuovi giovani e soprattutto le esigenze nascoste o esplicite presenti nella società che si avvia verso il terzo millennio.
Elezioni universitarie
Un altro importante test, per il nuovo movimento giovanile dc sono state le elezioni universitarie che si sono svolte nel febbraio 1985. Anche qui si è sentita una ventata nuova di impegno per i giovani democristiani che hanno vinto in buona parte delle università italiane, assieme alle altre forze del mondo cattolico radunate nelle liste universitarie dei «cattolici popolari e democratici». Alle spalle l'epoca del collateralismo il movimento giovanile dc ha dimostrato proprio in queste elezioni in cui si è presentato a fianco del Movimento Popolare, dei giovani della Fuci e di Dialogo e Rinnovamento, che il rapporto tra il partito dei cattolici-democratici e il mondo cattolico può essere un rapporto diverso non basato sull'ambiguità del momento elettorale, bensì su una intesa di base sui valori cristiani con cui ispirare l'azione politica che, però nel modo di attuarsi può differenziarsi a seconda dell'ambiente e delle modalità con cui ogni singola associazione è chiamata all'impegno.
L'impegno per i problemi della scuola e della università da parte del movimento giovanile dc si è concretizzato in una serie di incontri e di convegni a livello locale e nazionale.
Tra essi i più importanti, organizzati dal Dirigente Nazionale per i problemi scolastici, Gianni Rossetti, sono stati quelli di Roma sulla riforma dell'università e quello di Milano sui problemi della secondaria.
Nel convegno di Roma svoltosi a Montecitorio, in collaborazione con il gruppo Parlamentare democristiano, fu affrontato il problema della riorganizzazione delle facoltà sia sul piano amministrativo che didattico, ed in particolare si fece riferimento ai problemi della ricerca scientifica universitaria con proposte concrete per il problema dei ricercatori e del dottorato di ricerca universitario. In seguito l'attenzione si è rivolta, ovviamente anche alla scuola secondaria con particolare riferimento ai problemi di riforma dell'ordinamento e dei programmi. A Milano nell'aprile 1986 il movimento giovanile dc ha protestato ancora una volta per la mancata riforma della scuola secondaria, una mancata riforma che ha generato il movimento di protesta soprannominato «movimento dei giovani dell'85», certamente sopravvalutato da molti commentatori e da molti movimenti giovanili ma che comunque rappresenta la situazione di frustrazione che regna nelle scuole secondarie fra gli studenti, a causa dei ritardi e della mancanza di rinnovamento tra i docenti e nei programmi. Ad aprile di questo anno, con questo convegno il movimento giovanile dc, dopo le «captatio benevolentiae» dei mesi precedenti da parte soprattutto della Fgci, è rimasta l'unica associazione giovanile nazionale che si preoccupa della scuola secondaria. E questo nonostante la forte campagna di stampa di cui ha goduto soprattutto la Fgci nel presentare il movimento dell'85 come un nuovo '68 in cui la maggior parte delle forze erano schierate a sinistra. Diverso l'atteggiamento del MGDC che pur facendo partecipare propri militanti ad assemblee ed incontri locali e nazionali tra studenti ha sempre cercato di non «mettere il cappello» sulle manifestazioni, ma anzi di fare da tramite tra la società rappresentata dai giovani che protestano per una scuola che non dà cultura e preparazione e le istituzioni che non riescono ormai da molte legislature a muovere qualche passo nel verso di una riforma dei programmi e degli ordinamenti scolastici.
Rapporti con il mondo cattolico
Le elezioni universitarie furono solo il primo momento di incontro tra il nuovo movimento giovanile dc e il variegato mondo cattolico.
Ben presto furono allacciati contatti con i singoli gruppi a seconda dello specifico impegno. Con l'Azione Cattolica, la Fuci e le Acii si pensò di dare vita ad un gruppo di riflessione filosofico-politica da tenersi con periodicità nella sede dell'Abbazia di Praglia, in Provincia di Padova. Questi incontri, a cui ha dato anche il suo contributo la CislCenasca e la sezione italiana dell'Istituto Internazionale di studi «Jacques Maritain», sono stati organizzati di volta in volta, a turno, dalle singole associazioni, su temi specifici e con esperti invitati da tutte e quattro le associazioni. Del rapporto con la Fuci si è già detto a proposito delle elezioni universitarie del febbraio 1985, ma va ricordato soprattutto il fecondo rapporto con il Dipartimento Scuola ed Università che ha permesso al mondo cattolico di promuovere una Consulta Nazionale per i problemi della scuola, secondaria ed un'altra Consulta Nazionale per l'Università che hanno operato nel corso del 1985 e del 1986, producendo una serie di documenti e di dossiers sulla condizione dell'istruzione in Italia.
Lo stesso tipo di collaborazione, soprattutto per i problemi della scuola, dell'università e dell'io struzione si è approfondita con l'Azione Cattolica e Movimento Popolare ed infatti più volte, sia a livello nazionale che a livello locale Lusetti, Danese e Fabris sono stati invitati a convegni e conferenze di questi gruppi.
Buono anche il rapporto con le scuole cattoliche, la cui Federazione nazionale, la Fidae, tiene ogni anno un convegno di studio a Pallanza, in provincia di Novara, dove dal 1985 è stato invitato anche il delegato nazionale Renzo Lusetti, che è intervenuto nel dibattito a nome dei giovani dc, che su questo tema avevano diffuso un documento e alcuni comunicati dopo il convegno di Milano sui problemi della scuola secondaria. Particolarmente fecondo è stato il rapporto tra il Movimento Giovanile e le Acli nazionali, sia a livello di Acli adulti che di Gioventù aclista, prima con il segretario nazionale Luigi Bobba ed ora con il nuovo segretario Michele Rizzi. Con questa particolare associazione del mondo cattolico i giovani dc hanno sostenuto insieme posizioni e battaglie politiche sui problemi dell'obiezione di coscienza e della pace, oprganizzando convegni ed iniziative comuni, ma soprattutto hanno fondato la Consulta Nazionale del Lavoro, la prima associazione, dai tempi dell'UNURI e del 1968 che riunisce per questioni, politiche di carattee interno le associazioni sociali e le federazioni politiche nazionali del nostro Paese. La Consulta Nazionale per il lavoro che oggi ha quasi due anni di vita è nata con l'esigenza di sviluppare una riflessione delle forze politiche e sociali, dei sindacati e delle istituzioni del nostro Paese sul problema dell'occupazione, in particolare quella giovanile. Alla Consulta, alla quale hanno partecipato per il MGDC il responsabile Dottino, Di Giovan Paolo e Garofani, hanno aderito tutte le federazioni nazionali giovanili di partito più l'Arei, la Fuci, l'Azione Cattolica, la Comunità di S. Egidio, il Mlal, la Gioe. La prima iniziativa, tra lo scetticismo generale, fu una manifestazione al cinema Vittoria di Roma alla quale invece presero parte oltre tremila giovani provenienti da tutta Italia, che si misero a confronto con i segretari nazionali dei sindacati confederali, i rappresentanti dei partiti ed il Ministro del Lavoro, Gianni De Michelis.
Al di là dell'assemblea che fu composta ma vivace va ricordato che, grazie anche alla disponibilità politica del movimento giovanile dc per la prima volta si ritrovarono insieme i rappresentanti di tutti e tre i sindacati confederali a discutere dei problemi dei giovani e dell'occupazione in generale, prima volta dopo lo «strappo» awenuto per il famoso decreto legge di riforma della scala mobile a cui avevano aderito solo la Cisl e l'Uil, essendo la Cgil su posizioni nettamente diverse. Un primo risultato di una politica del MGDC sui problemi dell'occupazione e del lavoro che, pur non dimenticando le responsabilità ogettive anche delle istituzioni e dei partiti, tuttavia punta più alla proposta ed alla protesta civile, piuttosto che al «tanto peggio, tanto meglio». Il frutto di tante riunioni, di questa assemblea e dei documenti più particolareggiati sul problema che uscirono poi furono la possibilità di essere convocati dal Governo e dal Ministro del Lavoro al momento della formazione di un piano di massima per l'occupazione giovanile in Italia e la promessa di essere considerati d'ora in poi come una delle «parti sociali» da consultare per ogni eventuale proposta di legge sull'argomento. Non a caso pochi mesi dopo il Ministro Salverino De Vito, poco prima di varare la legge per gli interventi straordinari per l'occupazione giovanile nel Mezzogiorno convocò la Consulta Nazionale per il lavoro, e così fecero anche le Commissioni Lavoro della Camera e del Senato per audizioni sui problemi dell'occupazione giovanile.
Il Movimento Giovanile DC e le relazioni internazionali
Da sempre il MGDC intrattiene rapporti internazionali serrati con i movimenti giovanili democristiani sparsi nel mondo. In particolare, con la gestione Lusetti l'impegno dei giovani dc italiani si è rivolto soprattutto ai movimenti giovanili democristiani dei paesi che soffrono sotto la dittatura o in cui la Dc viene colpita in maniera poco leale. Ciò ha portato ad una serie di relazioni strettissime sopratutto con i paesi sudamericani con i giovani dc cileni, con quelli dei paesi del Centro America che vivono situazioni particolari come in Nicaragua o in El Salvador. Una serie di viaggi di Lusetti, Fabris, Milani, e del responsabile per i problemi esteri, Fabio Melilli, ha portato i giovani dc italiani a conoscere i problemi di Paesi in cui la dittatura blocca la democrazia come in Cile, di paesi in cui la democrazia è l'unica «pista» praticabile per la ricostruzione, di paesi come il Guatemala, dove elezioni libere hanno assicurato alla Dc la vittoria politica, nella persona del Presidente, Vinicio Cerezo. In Cile i giovani dc hanno partecipato, in particolare in questi ultimi mesi del 1986 alle assemblee dei giovani cileni, in cui con documenti ed iniziative pubbliche è stato riaffermato il diritto del popolo cileno alla democrazia piena. Lusetti e Melilli hanno parlato ad alcune assemblee alla Università Cattolica di Santiago del Cile, hanno parlato con Valdes e Bustos, e poi li hanno portati in Italia per far conoscere direttamente ai giovani dc italiani il dramma ma anche il rispetto di cui godono i democristiani cileni.Ma l'incontro dei giovani dc italiani, c'è stato anche con Duarte ed i democristiani salvadoregni impegnati in prima linea in un Paese in cui il massimalismo della sinsitra e il reazionarismo della destra impongono alla Dc, uscita vincitrice dalle urne nonostante l'astensionismo della sinistra e i brogli della destra, di essere veramente il Partito-guida, sul piano morale e politico del Paese e la garanzia sul piano internazionale di un Paese che veleggia pur con le diffcoltà economiche e civili del caso verso una democrazia possibile. Inutile ricordare invece la gioia della vittoria in Guatemala assaporata dai giovani dc quasi in anticipo quando Cerezo, ancora solo candidato alla Presidenza ha ricevuto alcuni giovani democristiani italiani preannunciandogli il programma di riforme previsto in caso di vittoria: un segno che, quando in un paese c'è democrazia la Dc ha le carte in regola per guidare quel Paese.
E tutto questo senza disimpegnarsi dall'Europa. Anzi, proprio questa attività in favore soprattutto dei movimenti giovanili dc che sono più in difficoltà ha permesso al movimento giovanile dc italiano di riacquistare quell'importanza tra i movimenti giovanili dc europei che le spetta. Non a caso dopo quasi 1O anni il Pesidente dei giovani dc europei è toccato nuovamente all'Italia, prima con Massimo Gorla, poi con Andrea De Guttry. Una presidenza che ha operato bene, sul piano del metodo e dell'azione.
Sul piano del metodo con la preparazione di seminari in giro per l'Europa sui temi dell'integrazione e dell'unità all'interno della CEE. E tra questi va ricordato quello tenutosi all'Hotel Columbus di Roma a cui parteciparono il Presidente del Parlamento Europeo Pmflinfin, il Ministro degli Esteri Giulio Andreotti ed Emilio Colombo. Ma soprattutto sul piano dell'azione politica, con frequenti dossiers sulla situazione internazionale con iniziative a favore di dissidenti e rifugiati politici, con iniziative anche in paesi poco disponibili sul piano dei diritti civili. Prova ne è il doppio arresto di Massimo Gorla sul territorio maltese per il solo fatto di partecipare a comizi o manifestazioni dei giovani dc maltesi. Un arresto di due giorni ed una espulsione del Paese, cancellati da una sentenza della Corte Costituzionale maltese che ha fatto giustizia riconoscendo all'ex Presidente dei giovani dc europei la piena legittimità della sua azione di propaganda politica.
Il movimento giovanile dc, nell'ambito delle sue attività di relazioni internazionali ha poi partecipato all'anno internazionale della gioventù svoltosi nel 1985, prendendo parte, unico movimento giovanile di partito e non italiano, sia al Festival della Gioventù organizzati dai paesi occidentali in Giamaica, sia a quello organizzato a Mosca. In tutti e due.i festivals il MGDC ha portato la sua posizione originaria Europeistica ma non terzaforzista, per la pace, la distensione internazionale nei rapporti est-ovest.
A Mosca in alcuni gruppi di lavoro i giovani dc 1 sono intervenuti protestando anche per la repressione dei diritti civili e per la situazione dei dissidenti, alcuni dei quali, sfidando i divieti della polizia sono stati visitati da Lusetti e da una delegazione del MGDC per portargli la solidarietà del partito del nostro Paese.
Dopo il festival di Mosca ed anche per il riconoscimento unanime per l'attività internazionale svolta con equilibrio dal movimento giovanile dc le associazioni e le federazioni di partito italiane hanno eletto Presidente del CIGRI (Comitato Italiano Giovanile per le Relazioni Internazionali) Fabio Melilli, responsabile nazionale MGDC per i problemi esteri.
La partecipazione dei giovani alle Feste dell'Amicizia di Milano, Bari e Cervia
Il movimento giovanile della Dc dopo il Congresso di Maiori ha partecipato a tutte le edizioni della Festa Nazionale dell'Amicizia organizzate dal dipartimento nazionale della Attività di Massa.
A Milano come poi a Bari e Cervia i militanti del MGDC hanno impiantato uno stand in cui venivano illustrate le attività del movimento, uno stand per i libri e le riviste organizzato in collaborazione con le case editrice cattoliche ed una zona divertimento.
Nello stand del movimento giovanile venivano di volta in volta organizzati dibattiti, convegni e proiezioni, mentre lo stand dei libri e delle riviste è stato certamente un fiore all'occhiello dei giovani dc, per completezza e precisione di presentazione considerando anche la capacità non comune di mettere assieme case editrici che molto spesso hanno difficoltà ad esser presenti non solo sul mercato dei libri, ma anche nelle feste o nelle iniziative che riguardano il mondo cattolico e la Democrazia Cristiana. Molto apprezzato anche lo stand più «ricreativo» dei giovani dc, quasi sempre adibito a birreria, e divenuto col tempo un po' un cabaret naturale in cui si sono esibiti quasi tutti, dai giovani militanti ai dirigenti nazionali, senza contare l'ormai consueto «concerto» dell'on. Emilio Colombo che volentieri usa intrattenersi con i giovani dc cantando arie più o meno conosciute, da romanze e canzoni popolari.
GIO' 1, la prima Festa dei giovani dc
Proprio questa attività iniziata di nuovo e proseguita con successo alle feste nazionali dell'Amicizia del partito ha convinto la dirigenza del MGDC a tentare la via di una festa nazionale dei giovani dc. Una iniziativa mai tentata prima nemmeno nei periodi in cui il Movimento giovanile della Democrazia Cristiana esprimeva tanta parte delle generazioni intellettuali cattoliche. L'iniziativa che si svolse a Bergamo nel settembre del 1985, sin dall'inizio si caratterizzò per la capacità manageriale dimostrata dal gruppo dirigente e da un consistente gruppo di volontari e militanti nel creare un evento che doveva essere intermente organizzato, diretto e finanziato dal movimento giovanile, e dalla sua struttura, senza aiuti dal partito e senza il rischio di far perdere soldi né al partito né al movimento giovanile.
In un clima di forte entusiasmo la prima festa nazionale dei giovani dc di Bergamo monopolizzò l'attenzione dei principali mezzi di informazione del Paese con il suo mosaico di interventi politici, culturali e spettacolari. I giornali si stupirono nello scoprire che le cose dette dai nuovi giovani dc erano vere: non esistevano più giovani dc-marziani ma c'erano sempre giovani uguali a tanti altri che avevano fatto una scelta di impegno politico e non per questo si ritenevano né più bravi né più vicini alla Verità. I giovani dc con i convegni di Bergamo, incentrati sul tema della sfida del futuro, della sfida di giovani che si preparano ad essere la geneazione che vedrà il terzo millennio, dimostrarono prima di tutto a loro, poi al partito adulto ed anche al Paese che essere giovani iscritti ad un partito non vuole solamente dire essere giovani paludati, ma anche persone capaci di approfondire argomenti, di studiare situazioni del futuro, di ripensare la propria azione. Il fatto che questa kermesse si svolgesse all'interno di un contenitore generali in cui avevano luogo eventi musicali, culturali (mostre, recitals di filosofia...) o concerti di musicisti quali Claudio Baglioni, era solo un altro segno esteriore di questa disponibilità al confronto con il resto della società in chiave di pari dignità.
Del GIO' 1, di cui si parla anche in altra parte del catalogo, vi è anche da segnalare la tempestiva traduzione in Atti dell'iniziativa: praticamente i primi atti ufficiali in edizione Cinque Lune di iniziative del movimento giovanile.
Dall'iniziativa di Bergamo, oltre all'impegno già ricordato in precedenza per assonanza tematica, per i problemi della scuola (il movimento dell'85) e i conseguenti convegni ed iniziative, la preparazione, con seminari e convegni delle candidature del movimento giovanile per le elezioni amministrative del 12 maggio 1985 c'è da ricordare tutta una serie di iniziative locali di studio, sulla pace, l'ambiente, la riforma del partito, che ha preparato la partecipazione del movimento giovanile al XVII congresso nazionale del partito svoltosi a maggio del 1986. In questo congresso che ha visto molti dirigenti nazionali del MGDC alternarsi alla tribuna del congresso non solo in rappresentanza del movimento, ma anche come legittimi possessori di deleghe del partito a dimostrazione di una accresciuta autorità di base, il MGDC ha presentato alcune mozioni (ben nove) su molti temi specifici e di esse ben cinque sono state approvate e sono divenute programma del partito con l'approvazione diretta in aula del congresso da parte dei delegati.
Le cinque mozioni sui temi della pace, del disarmo e dell'obiezione di coscienza e della riforma della leva, in favore dell'occupazione giovanile, per la lotta alle tossicodipendenze, per la riforma del partito, per l'energia pulita hanno rappresentato il punto di arrivo di una dirigenza che tra poco dopo il GIO' 2 abbandonerà il movimento giovanile perché ormai pienamente inserita nel partito, ma anche il punto di partenza per un movimento giovanile della Democrazia Cristiana ormai alle soglie del duemila.












































