Autonomia amministrativa
La crescita qualitativa e quantitativa del Movimento Giovanile di questi ultimi anni ci ha portato nel dicembre 1986, con l'assemblea organizzativa di Lanciano, a dare un volto diverso al nostro modo di far politica. Già da tempo era noto che la «dipendenza» diretta del giovanile dal partito costituiva in molti casi più un danno che non un reale supporto; occorreva quindi costruire la nostra vera autonomia, quella che, pur senza farci perdere le radici storiche e culturali, ci avrebbe permesso di essere ancor di più punto di riferimento della complessa realtà giovanile. In qualche modo una risposta la si è data.
La doppia adesione, al giovanile ed alla DC, costituisce senza dubbio un positivo passo in avanti verso la completa indipendenza del MG. Un altro passo, comunque, potrebbe essere ancora fatto. Il giovanile oggi, pur essendo una macchina ben collaudata e rodata continua ad essere legata da una serie di lacci che le impediscono di marciare a pieno regime. «Volare alto» o «politica politica» dell'ultimo congresso sono quasi sempre bloccati da una mai discussa dipendenza finanziaria del giovanile del partito. Così come è strutturato il finanziamento del MG impedisce una qualsiasi seria attività. La cessione della quota spettante ai comitati provinciali, al segretario provinciale, crea vari scompensi ai programmi degli organi deliberativi di ciascuna provincia. Anzi a volte al delegato i soldi non arrivano proprio. Per poter organizzare momenti di aggregazione del mondo giovanile, bisogna, così, bussare alla borsa del partito o dell'onorevole amico. E questo implica l'accettazione di compromessi a volte scomodi, a volte non facilmente sopportabili. Essere autonomi, quindi, non vuole dire solo poter disporre di un pacco tessere svincolato dagli appetiti dei signori delle tessere; essere autonomi vuol dire soprattutto essere in grado di rifiutare questi compromessi. Le libertà, disse qualcuno, non la si compra e non la si dà; o è dentro l'io o non c'è proprio. L'autonomia del MG si può realizzare solo svincolando le quote spettanti al giovanile dalle casse del partito: il finanziamento dovrebbe essere interamente smistato al Centro Nazionale e da questo poi ai comitati provinciali in modo da saltare le segreterie del partito e le compromissioni. Occorre, inoltre, individuare fonti alternative di finanziamento. Qualche comitato provinciale ha pensato bene di offrire servizi utili ai giovani così da ottenere un duplice effetto: ricavare una somma da destinare alle attività e avvicinare con concretezza il mondo giovanile. A questo punto è davvero necessario che la dirigenza uscita dal congresso di Fiuggi, convochi non tanto una nuova assemblea organizzativa, ma una commissione ad hoc che potrebbe certamente svolgere un buon lavoro di preparazione. Sarebbe anche utile imbastire un dibattito in proposito, tirando fuori così, tutte le buone idee ed organizzarle in un tessuto organico da utilizzare come piattaforma di partenza per l'autofinanziamento del MG.













































