La nostra voglia di politica
Mentre scrivo queste brevi riflessioni, la crisi di governo ancora m atto, quanto mai intrigata e leggibile solo agli addetti ai lavori. Cosa ha capito la gente di tutto ciò che sta accadendo? Il nostro ripetuto proposito e appello, dal Congresso di Maiori in poi, è stato sempre quello di cercare di essere il più vicino possibile alle istanze e ai bisogni della realtà giovanile che in buona misura ci sforziamo di rappresentare. Ebbene il mondo dei giovani di oggi dai 16 ai 27 anni, soprattutto quelli che iniziano ora a ricollegarsi alle istituzioni, ad interessarsi della realtà sociale, politica, economica e industriale che li circonda ha innanzitutto bisogno di chiarezza.
In periodi come questo descrivere con chiarezza come si muovono «le cose della politica» è un'impresa impossibile e mentre si riuniscono i deputati esclusi dal ciclo delle trattative, dal flusso, delle notizie, e sono la maggior parte, l'immagine del «fare politica» soprattutto per i meno disincantati appare sempre più deteriorata; è quello di un universo sempre più lontano dalla realtà quotidiana, dai problemi e bisogni concreti della gente.
Alberto Cavallari scrive che siamo «alla fine delle ideologie, alla politica come tecniche di potere, al potere come sostanza della politica» e noi questo non lo condividiamo e non lo possiamo accettare. La nostra voglia di politica, il nostro desiderio di riaffermare il primato della politica è ben altra cosa, che nulla ha a che vedere con l'immagine apparente e dilagante di questi giorni e soprattut-o non riconosciamo che un giudizio così negativo possa essere imputato alla Democrazia Cristiana, proprio alla Democrazia Cristiana degli ultimi 5 anni.
In questo periodo di attività del Movimento Giovanile, ho potuto conoscere dal di dentro un partito sano, che elabora progetti e idee, che lavora nel profondo molto spesso senza le gratificanti luci dei riflettori e soprattutto che sprizza vitalità, che ha un futuro davanti a dispetto di chi ci vedeva in inesorabile declino.
In queste settimane stiamo organizzando GIO' 2, «itinerante» a bordo della Achille Lauro. Al di là del fascino e dell'idea dell'utilizzo della nave quale simbolo di pace, GIO' 2 sarà per noi un ulteriore momento di verifica del rinnovato interesse dei giovani verso la politica, verso il discutere insieme i grandi temi del vivere in modo «socialmente» consapevole, della voglia di politica che noi avvertiamo riaccendersi fra tanti giovani che spontaneamente tornano ad accostarsi al nostro partito. In questi mesi abbiamo cercato di consolidare la nostra struttura rinnovata e i vari programmi intrapresi in questi due anni e mezzo di attività.
La recente grande assemblea costituente la consulta dei giovani amministratori di Assisi è stato un traguardo che ci eravamo da tempo prefissi e che si era resa ancor più necessaria dopo l'affermazione di tanti giovani alle ultime elezioni amministrative. I nostri dipartimenti stanno lavorando bene e molto anche in collaborazione e sintonia con quelli del partito e molto ancora vogliamo fare, soprattutto sulla strada di una maggiore divulgazione degli strumenti legislativi concreti ed efficaci che sono stati emanati nei mesi scorsi.
Penso ad esempio alla legge sul mezzogiorno piuttosto che a quella sui cosiddetti (impropriamente) «Giacimenti culturali» e ad altre ancora. Il nostro impegno e mi piace sottolinearlo proprio in questi giorni, non si stacca dai problemi di tutti i giorni che toccano i giovani, non abbraccia obiettivi utopistici ma con umiltà, con la consapevolezza di voler affrontare problemi realistici e che ci pongano quotidianamente a contatto concreto con la gente, soprattutto senza la tanta retorica che ci circonda riaffermiamo la nostra voglia di fare politica, intesa come servizio e solidarietà e la nostra certezza che in questo partito, con la nuova DC che vediamo costruirsi giorno per giorno, le nostre attese e le nostre speranze non andranno deluse.













































