La giostra della politica
Capita a volte di fermarsi un attimo, di guardarsi attorno e di accorgersi di come la Politica si stia facendo travolgere e calpestare, ogni giorno di più, dal "gioco della politica".
Un gioco lontano dai fermenti del mondo che lo circonda, sordo alle voci ed alle domande della gente, con copioni già letti, parti prestabilite, cammini obbligati. Un gioco in cui le vanità e le ambizioni rampanti sembrano contare più di ogni altra cosa per andare avanti.
È questa la sfida più difficile per la nostra generazione: non farsi inghiottire dal giro lento e malinconico di questa giostra della politica, non rinunciare a lottare per restituire alla Politica vera le nostre energie, i nostri entusiasmi, le nostre speranze.
C'è tanto bisogno, nella Democrazia Cristiana, di una generazione che cresca al di fuori dei normali canali di selezione della classe dirigente, che sappia fare autoformazione, che sappia "discernere", che riesca a difendersi dalle tentazioni più mediocri della ''vita politica''. Il Movimento Giovanile deve essere il protagonista di questa battaglia che noi abbiamo appena iniziato.
Il vuoto che abbiamo ereditato a Maiori si è riempito in questi anni di proposte, di presenze, di immagini nuove, sulle quali voi dovrete continuare a costruire, da soli o insieme a chi, nel partito, ha ancora voglia di cambiare.
Sta finendo il tempo in cui la raccolta dei consensi era basata esclusivamente sulla capacità di offrire maggiori livelli di benessere o migliori garanzie di tutela alle varie corporazioni sociali. Su questo terreno le organizzazioni sociali tradizionali, partiti e sindacati, si sono già dimostrate perdenti e i figli degeneri di questo modo sbagliato di impostare la lotta politica stanno consumando la loro breve stagione.
Vinceranno nei prossimi anni le forze politiche che avranno saputo, per prime, restituire il dibattito politico e la ricerca dei consensi al confronto delle idee, dei valori, delle speranze più grandi. .
Per questo è importante oggi non farsi inghiottire da questo grigio "gioco della politica'', al quale troppi miopi credono di dovere per forza partecipare per restare a galla.
Mi è capitato, pochi giorni fa, di ascoltare un intervento di Zaccagnini e di vedere nei volti della platea (forse anche nel mio), un affettuoso rispetto, una superficiale tentazione di sorridere, pensando a quanto è lontano, a quanto è rimasto indietro quel modo di parlare, di ricordare sogni e valori rispetto alla "vera" politica di oggi.
È questo l'errore più grande: non accorgersi che è Zac che è rimasto fermo mentre il gioco della politica cammina sempre più in fretta all'indietro. E quando la giostra si fermerà, quelle speranze e quei valori che ci hanno fatto scegliere la Politica saranno ancora davanti a noi, ad aspettarci.


















