Nelle autonomie da protagonisti
Tra un paio di settimane, si svolgerà a Rosolina Mare, in provincia di Rovigo, il primo campo di formazione estivo del Movimento Giovanile Dc. Un campo di formazione quadri che durerà dal 19 al 23 settembre e che, naturalmente, si avvarrà della consulenza e dell'aiuto importante del dipartimento formazione del partito, diretto dal prof. D'Andrea. Il campo di formazione avrà come tema «Nuove generazioni, nuovi poteri, nelle autonomie da protagonisti», e vedrà la partecipazione di circa 300 giovani, tra iscritti al Movimento Giovanile dc e amici dei movimenti cattolici che, individualmente, vogliono partecipare ad una «quattro giorni» ricca di cultura e politica, ma anche di momenti piacevoli, umani, insomma una vera e propria festa dell'amicizia tra i giovani.
Le giornate avranno una articolazione ordinata: relazioni e tavole rotonde al mattino (ore nove) e nel pomeriggio (alle diciotto e trenta) e nel resto del tempo lavoro di gruppo specifico o attività quali la preannunciata visita a realizzazioni di Enti locali nel Veneto. Al campo scuola interverranno autorevoli esponenti del partito mentre hanno assicurato la loro presenza studiosi di grande prestigio.
Per capirne di più circa le intenzioni dei giovani dc nell'organizzare questo campo di formazione, ne abbiamo parlato con il «responsabile sul luogo», il vice delegato nazionale Mauro Fabris.
Con che intenzione aprite questo campo di formazione: volete preparare giovani amministratori o eventuali candidati?
«Noi non vogliamo certamente rilasciare alcun patentino, e a tal proposito ciò che sarà posto all'attenzione dei convenuti non sarà uno studio amministrativo, ma uno studio dei principi che sono a monte del localismo, a cominciare da quelli espressi nella stessa Costituzione. E poi che non sia un
«corso elettorale» lo dimostra il fatto che a partecipare non saranno gli aderenti al MG della DC, ma anche tanti amici di area cattolica provenienti da ogni provincia d'Italia».
Insomma con questo passo voi ritenete chiuso il perioso della «ubriacatura» ideologica strumentale della partecipazione, ed auspicate una ripresa di una corretta educazione civica?
«Certo, è un nostro segnale per dire che oggi ancora si può partecipare alle amministrazioni locali, con spirito nuovo. Se ciò avverrà sarà anche un ulteriore passo per il superamento di un tessuto sociale che, attualmente, è inesistente e frammentario, e non solo nelle metropoli.
Con ciò vogliamo anche significare al partito che un passo così importante di riconciliazione con la società non può essere un passo che escluda i giovani dal confronto politico. E la nostra apertura al mondo cattolico è anche il segno a certo associazionismo cattolico, che può e, a mio avviso, deve, uscire dall'intimismo in cui si è rifugiato per quanto riguarda il contatto col mondo della politica».
E proposte per gli enti locali, ne verranno?
«Io spero proprio di sì, soprattutto perché nei temi scelti per la "quattro giorni", si parte dai principi delle autonomie locali per ripensare alcune politiche di attuazione, quali per esempio nel campo della sanità o delle deleghe a comuni, province e comunità montane, i cui problemi si ripercuotono tristemente su ogni persona comune».
Il Movimento Giovanile dc sta dunque riprendendo la strada della proposta e della critica costruttiva attraverso un confronto con il partito che mancava da anni ormai, ed a solo sei mesi dal Congresso di Maiori.
















































