Riaprire la «Camilluccia»
La necessità di una alta scuola di specializzazione politica, che formi, qualifichi e soprattutto impegni i giovani DC alle loro future responsabilità si è fatta quanto mai acuta ed evidente a seguito del soddisfacente risultato delle ultime elezioni amministrative, che per la DC hanno significato non solo un successo elettorale, ma anche la ripresa di un consenso nazionale.
La strategia della chiarezza e dei valori ha infatti premiato la DC, ma le ha anche posto il problema di come gestire il successo senza comprometterne i contenuti.
La DC ha saputo comprendere con grande sensibilità i problemi posti dall'attuale fase di sviluppo e ciò le ha procurato un più solidale ed ampio consenso; il partito ora nel suo insieme deve affrontare un significativo adeguamento delle proprie forze di presenza politica nella realtà sociale italiana, affinché il voto non sia soltanto un rifiuto opposto all'avanzamento del PCI.
Il realizzato aumento di suffragi, a mio parere, é costituito ovviamente dai tradizionali consueti voti di conferma e di assenso, ma anche per quanto riguarda il coefficiente di aumento, da un voto di tipo anomalo che oserei definire «voto di fiducia, di attesa»: un voto quindi difficile da gestire, in quanto le aspettative in esso contenute avranno una scadenza certa e inderogabile: il prossimo appuntamento elettorale.
È necessario quindi che il partito senta il peso di questa fideiussione che l'elettorato gli ha concesso e si senta altresì responsabile ndn limitandosi a «programmare», ma compiendo anche una costruttiva ed obiettiva autocritica, riconoscendo i propri errori e proponendosi nel futuro di non essere soltanto un partito definito da taluni «di garanzia», ma il partito per eccellenza che garantendo la libertà e la salvaguardia della democrazia vuole anche nel futuro essere artefice di una progettualità di vita, di costume e di pensiero, in corrispondenza all'evolversi dei tempi e all'inarrestabile mutare della gente. Il futuro della DC non può prescindere dal dare risposte concrete ad altrettanti problemi fondamentali che gravano sul popolo italiano e sul mondo intero; soprattutto la DC non può prescindere da un impegno costante teso a risolvere i problemi che coinvolgono i giovani in quanto sono le generazioni del futuro dalla cui serenità morale, dalla cui coscienza civica, dalla cui integrità intellettuale e fisica dipenderanno le sorti del nostro domani. I giovani hanno diritto al lavoro, ad un livello di vita gratificante, ad una società che garantisca loro la sicurezza, l'istruzione, la casa, l'assistenza sanitaria, l'ambiente vivibile, ma soprattutto hanno diritto di poter crescere, vivere in uno stato in cui credere, in cui riconoscersi, in uno stato non a carattere assistenziale arroccato sui meandri di un potere costituito, minato da un malcostume diffuso e quasi accettato, ma in un paese dove doveri e diritti siano equiparati e le istituzioni per prime diano un esempio di rigorosità e di rispetto del cittadino.
Il nostro partito deve porsi guida in un momento storico critico e quasi oscuro come quello che stiamo vivendo, in cui l'uomo che é salito sulla luna ha visto i suoi figli migliori, le sue forze più sane aggredite dalla violenza, minate dalla droga, colpite da una miseria morale assai più grave e difficile da combattere di quanto non lo siano state le battaglie compiute durante le guerre mondiali in nome della libertà e della patria. La Giovinezza che oggi noi vediamo minacciata da pericoli ben più gravi di quanto non lo siano stati quelli incontrati sui campi di battaglia, questa giovinezza che ha tutto apparentemente e che pure é spesso priva di entusiasmo, di ideali, di certezze, non può essere lasciata passivamente consumarsi senza che i governi sentano la responsabilità e il dovere di offrire valide alternative per superare questo grave momento di crisi.
La DC in particolare deve sentire l'esigenza di tendere la mano ai giovani, umiltà soprattutto a quelli non ancora impegnati politicamente, ma vicini affinché trovino in essa chiarimento ai loro dubbi, alternativa all'agnosticismo, risposta alle domande, ma anche un insegnamento, che non sia paternalistico, ma che possa fornore un modello cui aderire, un simbolo in cui riconoscersi.
Per realizzare questo obiettivo il nostro partito ha bisogno di organizzarsi, di realizzare strutture che combattano l'immobilismo, che superino la pura teoria e gettino le basi di un nuovo rap porto con la gente, un rapporto che vorrei chiamare arditamente «progetto- ponte, progetto-vita, progetto-cooperazione: un ponte·tesò tra le forze politiche DC e l'uomo della strada, affinché si possa identificare con il partito per cui ha votato e rivotarlo per libera scelta, non subendolo, né accettandolo stancamente ma avvertendo di essere partecipe anch'egli delle decisioni e dei programmi: questa secondo me é la DC del futuro, una DC tra la gente.
Indubbiamente nella realizzazione di un programma così impegnativo ed anche nuovo un ruolo notevole dovranno averlo i giovani, la cui presenza attiva nel partito, il cui entusiasmo saranno determinanti: i giovani dovranno però essere coscienti che per ben indirizzare la ricchezza delle proprie idee sarà necessario progredire nel rispetto delle tradizioni e nella cosciente di chi sa di avere ancora molto da imparare; ogni giovane dovrà sentire lo scrupolo di chi é designato dalla storia a future responsabilità di rilievo e dovrà avvertire l'importanza di formare la propria coscienza di cittadino e di politico attingendo all'esperienza e all'esempio di chi può essergli maestro; pur essendo valido il concetto che senza una naturale comprensibile ambizione é difficile avanzare nella vita che ciascuno si é scelto, io vorrei invitare i miei coetanei ad ascoltare, ad imparare, ad accettare i consigli dei nostri leaders
senza cedere ad inutili adulazioni, a facili clientelismi, a vantaggiose protezioni, a sfrenate mire di potere, ma attenendosi ad una consapevole attesa di consegne che inevitabilmente la vita stessa prevede, nelle quali il passato, favorendo lo sviluppo del presente, getta il seme che altre generazioni porteranno a maturazione nel futuro in un processo di naturale continuità e di necessario rinnovamento.
Con l'abituale franchezza che mi é propria vorrei anche dire che se da parte dei giovani occorre una paziente e rigorosa formazione fatta di attesa, di ascolto, di meditazione di studio e di riflessione, d'altra parte occorre che coloro che per esperienza e per potere sono preposti a tale compito, ricordino che l'insegnamento politico deve essere di tipo socratico sempre valido nel passare dei secoli, apparentemente semplice, ma difficile da realizzare: educare un giovane secondo Socrate significa far scaturire le sue potenzialità, incoraggiarle; indirizzarle senza fare pressione, senza imporre le proprie idee e la propria personalità. Questo metodo ha un nome antico: «la maieutica», perché Socrate immaginava che l'insegnamento e l'educazione fossero un atto prezioso come quello che la levatrice compie nell'aiutare il bambino a nascere: non si crea, si aiuta a cercare la luce. Un altro concetto che vorrei fosse tenuto presente da coloro che saranno preposti alla formazione delle nuove generazioni DC é quello del mutuo dono che maestro e discepolo si scambiano: un rapporto di amore che consentirà alle idee del maestro di vivere nell'operato dell'allievo che a sua volta donerà ad altri che lo seguiranno continuando il meraviglioso miracolo della continuità dell'ideale.
Riferendomi a Socrate, non l'ho fatto a caso, né per inutile citazione storica, ma per ricordare, e l'associazione di idee é stata spontanea, il luogo dove i giovani in Grecia si riunivano con i maestri per imparare, per parlare, per riflettere, per meditare: la palestra, che ai tempi di Platone si chiamò il Ginnasio, così ad un tratto ho pensato alla Camilluccia e per un attimo mi é sembrato che questo sia il messaggio recepito dal nostro Presidente On.Piccoli: creare un luogo in cui incontrarsi, in cui far rivivere l'antico e sempre e valido concetto che appunto i Greci ci hanno trasmesso: fare politica nel senso di educare, di informare, di trasmettere, di educare a crescere, e così in un attimo il passato e il presente si sono fusi ed io ho visto quello che la Camilluccia potrebbe diventare per tutti noi: un luogo di riferimento, un centro studi ove ritrovare il piacere e la possibilità della concentrazione, la tranquillità ideale per potere dedicarsi alla ricerca e allo studio, perché la politica non si improvvisa, la politica é fatta di cosciente attenzione, di confronto, di analisi, di sintesi, di statistica, di ricerca, perché é il mezzo che consente di aiutare, di migliorare il bene comune dei popoli: con la libertà e con la democrazia.
Lo so benissimo che in questi ultimi anni la parola «politica» ha preso un significato ben lontano da quello etimologico, ma so anche che la miseria di pochi non può e non deve distruggere l'ideale di tanti, per cui voglio lanciare l'appello a tutti i militanti e gli iscritti DC che si uniscano per ricondurre il significato del termine: «politica» inteso come la nostra politica, alla sua rigorosa origine; sono consapevole della difficoltà di questo compito, ma so che é anche stimolante porsi degli obiettivi qualificati e gratificanti per rispondere alla fiducia di quegli elettori soprattutto giovani che hanno creduto in noi e che non possiamo deludere.





















































