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La Democrazia Cristiana genovese è impegnata pur tra mille difficoltà in un'opera di consolidamento delle alleanze pentapartitiche riconfermate o rese possibili dalle ultime elezioni.

La situazione politica in Liguria, nonostante sia passato oltre un anno dalle elezioni amministrative, non appare ancora stabilizzata.

La consultazione elettorale della primavera dell'85 riconfermando la maggioranza di pentapartito nell'ambito del Consiglio regionale, consentiva la costituzione di Giunte omologhe anche presso amministrazione provinciale e nel Comune capoluogo, oltre che nella maggioranza dei comuni genovesi. Veniva così ad interrompersi il regno delle sinistre; al potere da oltre un decennio.

Un risultato certamente importante, raggiunto dopo estenuanti trattative, continui veti romani, risse nei Consigli ai vari livelli.

Se la DC aveva come primo obiettivo quello di giungere alla costituzione di alleanza in sintonia con il quadro nazionale, lo stesso non si poteva dire per tutti i partners.

E così, colpa anche del nostro partito che ha dimostrato senso di responsabilità in eccesso e pazienza infinita, hanno visto la luce Giunte composte senza tenere conto del peso dei vari partiti, bensì degli appetiti delle correnti socialiste.

È ovvio che tutto questo non ha giocato a nostro favore, e che all'interno del partito si sono prodotti malcontento e lacerazioni.

Per la Regione, guidata da un socialista, e per la Provincia, presieduta dal DC Giancarlo Mori, la situazione è certamente rientrante in quelli che sono i livelli normali del nervosismo che regna a livello nazionale.

Per il Comune capoluogo, a guida repubblicana, non si può dire lo stesso: il pentapartito conta su 41 voti su 80, e si trova a dover affrontare un PCI che, forte del 40% dei voti conseguiti, mal si adatta a far da opposizione.

Non riesce inoltre ad operare, perché gli strumenti tramite i quali il programma dovrebbe essere realizzato sono bloccati: tutti gli enti subcomunali sono ancora in attesa delle nomine.

Come se tutto ciò non bastasse il Prefetto ha lanciato il suo ultimatum: se entro il 29 settembre non verranno eletti i comitati di gestione delle USL gravitanti su Genova (due della Riviera di levante – dove la DC ha la maggioranza assoluta – sono già stati costituiti) si procederà al Commissariamento, non solo dei vertici della sanità ma di tutto il Consiglio comunale.

La DC, guidata dal "giovane" Vasallo, intende perseguire con forza sulla via del consolidamento del pentapartito, che non può però passare attraverso un riequilibrio della presenza dello scudocrociato nelle giunte.

Intende soprattutto mantenere il patto stipulato con gli elettori: governare con gli alleati la nostra comunità, per guidarla sulla strada dello sviluppo.

Sta agli alleati, e soprattutto ai socialisti – che soli hanno la responsabilità dell'attuale situazione – compiere una attenda riflessione e dimostrare con i fatti ciò che sostengono a parole.

Altrimenti il ribaltone dell'85 sarà solo servito a dare ai genovesi l'illusione di un futuro migliore di un'amministrazione della nostra città che sappia effettivamente imboccare la via della ripresa, fare di Genova una città proiettata verso il futuro.

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