Ragionando sul Congresso
È ormai passato più di un mese da che si sono chiusi i battenti sul XVIII congresso nazionale della Dc, conclusosi con l'approvazione unitaria della relazione dell'on. De Mita, con l'elezione a nuovo segretario dell'on. Arnaldo Forlani e con l'impegno del nuovo consiglio nazionale per l'elezione a suo presidente dell'on. De Mita, puntualmente verificatasi nella prima riunione di tale organo. Tutti i grandi leaders del partito, dal pulpito dell'Eur, hanno garantito pieno sostegno e lealtà nei confronti del governo a guida democristiana, nelle difficili scelte di politica economica, necessarie per risolvere la sempre più grave situazione finanziaria del nostro paese. Il congresso dunque, cominciato in un clima di sospetti e diffidenze, sembra essere riuscito a trovare la soluzione più unitaria possibile, oltre che le garanzie di un notevole raccordo tra partito e governo, indispensabili per la credibilità della Dc agli occhi dei cittadini, che da tempo, chiedono una guida stabile, in grado di risolvere le gravi questioni che da anni tormentano il nostro paese, senza che governi di corto respiro, fossero in grado di porvi alcun rimedio. Gli stessi governi Craxi, del resto, pur contando sull'appoggio leale della Dc, oltre che su di una congiuntura internazionale favorevole per la caduta del prezzo del petrolio dovuta alla guerra lran-lrak e per la discesa del prezzo del dollaro, non hanno certo contribuito a non aumentare il già pesante debito pubblico. Ma, al di là del dovuto e necessario appoggio al governo De Mita, la prima cosa che, come militante e giovane dirigente di partito, mi aspetto dalla segreteria Forlani è un rasserenamento del clima interno alla Dc. L'atmosfera che ho vissuto nei primi giorni del congresso, i soli ai quali ho potuto essere presente, era quella del «terrore» seguito alla rivoluzione francese. Il giornaletto «il sabato» ormai noto per le sue uscite simili più ad una propaganda socialista che non a contributi al dibattito interno di un partito democratico cristiano, usava addirittura titoli del tipo «la tirannia è finita». Mi è difficile tuttavia pensare ad una tirannide nei confronti di chi, in questi anni, ha goduto di spazi prestigiosi all'interno del partito, pur mantenendo una libertà tale da consentire approcci con il Psi (vedi Rimini), con cui Cl dichiara di avere grandi affinità (forse sono mutate le posizioni socialiste sulla questione dell'aborto e più in generale del valore della vita umana?). Sentir parlare poi di tirannide da chi nei confronti degli altri giovani, lavorando all'interno delle scuole, delle università e del Mgdc, oltre che nel partito, si è spesso distinto per arroganza, intolleranza e superbia, ci è sembrato decisamente fuori luogo.
Il partito non ha certo bisogno di scontri e ripicche interne; ha bisogno al contrario, di solidarietà e collaborazione perché il compito che ognuno di noi ha, è già gravoso ed impegnativo senza la perdita di tempo in schermaglie interne. Importanti scadenze, come le elezioni europee e le elezioni amministrative del 1990, ci attendono e perciò è necessario che chi è elemento di discordia, forse per temperamento o indole focosa, trovi una pace interiore, secondo il più vero spirito cristiano e offra le sue capacità per ben più nobili cause del rivendicare spazi da sottrarre magari a chi li ha ricoperti, lavorando veramente. Per rendere pulita la città, infatti, non è sufficiente spazzare davanti alla porta, se è all'interno, in qualche angolo, in qualunque parte della casa, che si annida la polvere. E per questo che come giovani ci aspettiamo molto dall'on. Forlani, che nella sua brillante storia all'interno della Dc si è sempre distinto per qualità che tutti abbiamo ammirato, come la moderazione e la capacità di riportare il sereno anche nei momenti in cui altri avevano perso ogni speranza. E proprio i giovani in generale e il Mgdc in particolare, che di essi vuole essere interprete, hanno bisogno di avere fiducia nella guida della Dc per assicurarle il sostegno necessario a che possa essere ancora al centro della vita politica del paese. Molto è stato fatto in questi anni vissuti intensamente, ricchi di esperienze indimenticabili, ma molto ancora rimane da fare e vogliamo realizzare, lavorando in sintonia con il partito. Durante il dibattito congressuale siamo stati dimenticati e trascurati ed è con un pizzico di rammarico che rileviamo che nessuno, al contrario di quanto è successo per il movimento femminile, per cui sono state elette 20 donne nel consiglio nazionale del partito, abbia pensato ad un riconoscimento del ruolo del giovanile nel dibattito interno, chiedendo un contributo alla formulazione delle linee d'azione del partito, come avviene nel consiglio nazionale.
Il fatto però che Alessandro, il figlio dell'on. Forlani, sia stato molto impegnato nel Mgdc ricoprendo proprio il ruolo di vicedirettore di Nuova Politica, ci fa ben sperare nella possibilità di avere un dialogo approfondito e costruttivo con la nuova segreteria alla quale, come giovani, offriamo con estrema sincerità tutto il nostro impegno, il nostro entusiasmo e la nostra seria e onesta disponibilità perché il partito sia veramente agli occhi dei cittadini italiani un esempio credibile di correttezza, lealtà e indiscussa, profonda moralità.













































