La nuova politica dc nei grandi centri
Raggiungere Sergio Mattarella non è stata cosa facile: la lotta contro il tempo per arrivare prima che la "Solita Voce" annunciasse la chiusura delle porte del ristorante; scavalcare una barriera di democristiani in attesa del pranzo; sottrarlo alle persone – numerosissime – che volevano esprimergli auguri, solidarietà, complimenti, domande: questi sono stati gli ostacoli che il Vostro cronista ha dovuto superare.
Di fronte a tutto ciò, l'estrema disponibilità del Commissario del nostro Partito a Palermo è stata di non poco conforto.
L'elemento su cui si è incentrata la piccola conversazione è stato quello dei grandi centri urbani, un tema che è oggi particolarmente sentito dallo scudocrociato.
La Direzione nazionale riunitasi lunedì scorso ha costituito l'Ufficio grandi centri; è stata una decisione utile?
Certamente, molto utile, in quanto i problemi attinenti al rapporto con la società assumono nelle grandi città una rilevanza primaria.
Occorre però tenere conto che tra le metropoli vi sono differenze sostanziali.
Nell'ambito di un disegno generale dovranno essere previsti modelli specifici, adatti alle peculiarità di ogni singolo centro.
In alcune città si è proceduto alla strutturazione del partito per nuclei di seggio; a Palermo tale operazione è stata tentata?
No; all'inizio abbiamo preceduto all'azzeramento del tesseramento, impostandolo su 25 sezioni territoriali corrispondenti ai quartieri.
Questo per avere una assoluta certezza della corrispondenza tra l'iscrizione al partito e la residenza del socio.
Non ritiene oggi superato il modello organizzativo territoriale, in considerazione del fatto che – in particolar modo nelle zone periferiche- la gente spesso è più legata al luogo dove opera piuttosto che a quello in cui abita?
È vero, e proprio per questo abbiamo costituito oltre 20 sezioni d'ambiente. In secondo luogo abbiamo suggerito a quelle di avvalersi dell'opera dei democristiani – soprattutto con quelli non iscritti – che lavorano nella zona pur non abitandovi. È una specie di "contributo di militanza".
Ritornando ai nuclei di seggio, ritiene che tale struttura possa essere costruita a Palermo ed in generale nelle altre grandi città?
Dovremo arrivare a costruirli in alcuni quartieri, dove vi è minore coesione tra gli abitanti e quindi vi è maggiore necessità di un'azione che li metta a contatto gli uni con gli altri.
Per concludere, può darci un giudizio sulla situazione della DC nella sua città?
Il rinnovamento del partito è stato avviato, ma sarebbe illusorio pensare che sia ultimato né tantomeno consolidato.
Restituire piena vitalità ad un partito è cosa che richiede il suo tempo.
Qui a Palermo abbiamo la certezza che occorre proseguire su questa strada: il nostro lavoro trova riscontro tra la gente, ed è questa la cosa più importante.












































