lntervista con padre Bartolomeo Sorge
Padre Sorge ci può dire come è nata l'idea di una scuola di formazione all'impegno politico?
Dico subito che l'idea non è nata tavolino, ma è una risposta ad una esigenza reale della società. Oggi attraversiamo una crisi della politica, i partiti sono sempre più presi da problemi quotidiani, dai tempi brevi, questo fa trascurare i rapporti tra politica e cultura. La politica come 'servizio' è rimasta priva della sua anima. Allora, data la sua importanza nevralgica in uno Stato sociale, bisona elaborare un pensiero politico rinnovato, formare uomini nuovi per dare etica alla politica. Questa operazione presuppone tempi lunghi ed il nostro Istituto è nato per investire sul futuro.
Perché è stata scelta Palermo come sede di questa scuola?
Come Gesuiti italiani abbiamo scelto volutamente questa città perché è una città difficile, emblematica delle contraddizioni e delle speranze del Paese. Palermo è uno specchio del futuro, se risolviamo questo problema in Sicilia ne verrà del bene per l'intero Paese. Qui tutto è meno facile perché siamo in una posizione di frontiera.
Padre Sorge lei ormai è da un anno in questa città, ci vuole esprimere la sua impressione sulla realtà palermitana?
Dopo un anno vedo un cantiere al lavoro ma non utilizzato a tempo pieno, ci sono dei materiali pregiati non impiegati, fermi nei ma ini. Quello che mi ha colpito e la mancanza di un progetto, si va avanti senza sapere cosa costruire. Manca un progetto globale che umanizzi le risorse locali, la nostra scuola intende muoversi in questa prospettiva accendendo la speranza in uomini migliori.

















