La DC non deve andare a rimorchio
Prof. Elia, qual è il suo giudizio su GI0'2?
Il fatto che ci si riunisca per una settimana sulla nave è un'occasione per i giovani di riflettere in un quadro originale sui grandi temi collegati alla pace. Una pace che può essere anche sviluppo, a condizione che ci sia il rispetto assoluto dei diritti dell'uomo e della libertà delle persone.
Una riflessione di questo genere tende a dare coscienza dei problemi, delle prospettive e dei temi collegati, con l'obiettivo di un grande impegno politico, svolto con spirito critico, alla ricerca di una via concreta per raggiungere la pace. In Italia si parla molto delle mete da raggiungere, ma troppo poco dei mezzi, degli strumenti.
C'è differenza sul modo di concepire la pace tra i giovani di oggi e la sua generazione?
Direi che nei giovani c'è una coscienza che corrisponde alla contraddittorietà e complessità della situazione attuale. Per noi che abbiamo vissuto l'esperienza immediatamente successiva alla Seconda Guerra mondiale, c'era il pericolo di una ricaduta in un terzo conflitto con le armi nucleari (come pensava il gen. De Gaulle, durante il periodo della guerra di Corea). che già erano state sperimentate nella loro terribile distruttività nel 1945.
Tutti allora hanno cercato con alleanze, con l'equilibrio tra le due super-potenze, di arginare questo pericolo.
I giovani di oggi vivono una situazione psicologica più complicata. Da una parte, nel mondo, almeno in quello occidentale, abbiamo avuto un lungo periodo di pace. Dall'altra, però, il pericolo di una guerra catastrofica, è fortemente aumentato.
Questa è una situazione paradossale: 40 anni di pace dovrebbero dare tranquillità, soddisfazione, che non hanno invece riscontro nella situazione reale del nostro tempo, nel quale c'è l'ipotesi, la possibilità di un conflitto, con armi distruttive. Si tratta allora di trovare un raccordo, di fare una grande pressione sull'opinione pubblica, una vasta azione politica per sensibilizzare le nazioni e i popoli a fare in modo da condizionare sempre più le superpotenze verso la via della riduzione degli arsenali nucleari.
Lunedi è prevista la riunione della direzione dc per il rinnovo delle cariche. Quali sono gli orientamenti di fondo del partito per questo importante appuntamento?
Verrà proposta una semplificazione, una riduzione degli uffici e l'abolizione dei dipartimenti. Si può essere d'accordo sulla necessità di evitare la proliferazione di strutture parzialmente inefficaci o presenti solo sulla carta.
Però il problema rimane quello di dotare il Partito di una struttura capace di far fronte ai grandi problemi, con una serie di elementi che vanno dalla ricerca di dati, dalla memoria di quello che si è già fatto ecc., per giungere con un ampio spettro di prospettive, a soluzioni adeguate.
C'è bisogno, insomma, di una struttura capace di confrontarsi collegialmente, con l'apporto di parlamentari, di esperti qualificati, per giungere a risposte serie, adeguate, non improvvisate. Il pericolo è quello di dare soluzioni estemporanee, approssimative alle domande che ci vengono poste dalla società. Bisogna pensare a questo anche se non si svolgeranno elezioni politiche nell'87. Su molti temi dobbiamo dare risposte precise, non possiamo andare a rimorchio.








































