La terza generazione
Probabilmente non molti conoscono le fasi dell'avvicinarsi alla politica di alcuni leaders democristiani di oggi. A raccontare la storia della cosiddetta «terza generazione» democristiana, quella che si ritrovò nei gruppi giovanili all'indomani della fine della II guerra mondiale, ci ha pensato Giovanni Tassani con un libro, di recente pubblicazione, intitolato proprio «La terza generazione» (la prima generazione, era stata quella dei vecchi popolari che, all'indomani della guerra, dettero vita alla Dc; la seconda quella degli allora quarantenni: Fanfani, Moro, Colombo, Rumor ecc.). L'operazione condotta da Tassani è quella di una ricostruzione della genesi della sinistra democristiana attraverso una rivisitazione dell'impegno dei gruppi giovanili democristiani durante gli anni del degasperismo e del primo post degasperismo. La ricostruzione prende le fila dall'impegno politico di Dossetti, riferimento iniziale della sinistra interna della Dc. Tommaso Morlino, diventato poi presidente del Senato, sintetizza bene il pensiero di Dossetti, quando afferma che c'è «posto per preparare un terzo gruppo dirigente che, sulla base di una metodologia e di un linguaggio comune, elabori una teoria cristiana della politica, che animi un partito cantiere per la edificazione di una società comunitaria e personalistica». Ma andava già profilandosi la crisi che avrebbe portato poi Dossetti all'abbandono della scena politica. Vennero da parte sua forti critiche a De Gasperi: ciò che per Dossetti era mancato era la costruzione di «una forza omogenea dotata di un suo nerbo spirituale, di un suo programma definito, di una sua salda ossatura organizzativa, di una sua impotenza quantitativa» che si proponesse «di essere non semplicemente - come era il Partito Popolare – un partito in uno stato già dato, ma ben di più, cioè l'unico strumento per la costruzione di un nuovo Stato – non più semidemocratico e semioligarchico, ma schiettamente democratico – da dare agli italiani». Dossetti lasciò, ma i giovani continuarono. Nasce la rivista Iniziativa Democratica (che prende il posto di Cronache Sociali alla quale aderivano Dossetti e Fanfani) alla quale intendono collaborare i gruppi giovanili. La componente giovanile di Iniziativa Democratica si contrappone alla segreteria Gonella e alla destra interna (Andreotti, Pella, Piccioni). Questo gruppo dà vita alla rivista «Politica popolare». La contrapposizione tra le due riviste convincerà gli iniziativisti «maggiori» a chiudere la testata per uno sforzo unitario chiesto da Gonella. Chiudono tutti i fogli di corrente. Unica voce resterà il mensile dei gruppi giovanili Per l'Azione che appoggerà l'opera di De Gasperi «garante dell'ordine democratico». Il Centrismo sarà visto come blocco di forze senza possibilità di alternativa. Si sviluppano frattanto analisi di tipo diverso. Importante è l'esperienza di Nicola Pistelli, che sarà uno degli animatori della futura sinistra di Base. Per Pistelli alla Dc, partito antiborghese, è capitato in sorte, dopo la Resistenza, di «recepire il sistema borghese, di reggerlo e di svilupparlo fino all'esaurimento della sua funzione»: adesso bisognava andare più avanti con nuova capacità di lettura dei cambiamenti di società che ponevano anche il tema di diversi rapporti tra le forze politiche.
Gli avvenimenti si susseguono e così i confronti, le polemiche, le prese di posizione alla ricerca di una via possibile da seguire e da indicare.
Fondamentale nell'evoluzione politica dei gruppi giovanili è la sconfitta del 7 giugno del '53, che muta radicalmente le prospettive dell'azione politica della Dc. Da qui nasce «Terza generazione». La rivista, in un momento di svolta e di difficoltà per i giovani democratici cristiani, lascia intravedere un orizzonte più vasto e più complesso di quello della «ragion politica»: «quest'esperienza s'iscrive all'esterno del mondo giovanile democristiano, aperta ad un contesto più vasto pur nella prosecuzione e svolgimento di molte delle tesi culturali elaborate nei Gruppi giovanili Dc». Gli eventi che poi vanno dal V congresso Dc a Napoli nel '54 all'VIII convegno nazionale giovanile a Firenze nel '55, con la vittoria della seconda generazione, quella di Iniziativa democratica, accelereranno le differenziazioni e i contrasti col neosegretario Fanfani; il convegno giovanile di Firenze si pone il problema dell'apertura a sinistra e porta a una differenziazione tra il gruppo dei Malfattiani e la sinistra. I primi vincono il congresso e da qui la sinistra decide di organizzarsi in corrente vera e propria dando vita alla «Base». Punti fermi della Base, (indicati da Granelli), comprendono una volontà di liquidazione della politica centrista e una reale apertura a sinistra al Psi. Ma qual è oggi a distanza di più di trent'anni il valore di questa ricostruzione? Tassani conclude sostenendo che è «difficile dire quanto il tentativo di cultura politica espresso dalla "terza generazione" possa esser, appunto, ripreso: si è cercato però di «ricostruire i contorni di un pensiero, di una pratica politica che ebbe varie fasi, in cui si formarono, credettero e si cimentarono varie leve di una generazione ancor oggi variamente presente sulla scena italiana».
G. Tassani
La terza Generazione
Edizioni Lavoro
pp. 294
L. 25.000


















































