G.F. Bianchi (a cura di), «Dino Grandi racconta l'Evitabile Asse. Memorie raccolte e presentate da Gianfranco Bianchi», Ed. Jaca Book, Milano 1983, pp. 241 L. 15.000
Il Bianchi, docente di storia contemporanea presso l'Università del S. Cuore, è un fascistologo tra i più competenti: ha puntualizzato per primo i fatti del 25 luglio 1943, è riuscito a ricostruire le vere circostanze della tragica morte di Mussolini e della Petacci e sta pubblicando presso «Vita e pensiero» una storia documentata del fascismo sotto il titolo suggestivo «Da piazza S. Sepolcro a Piazzale Loreto».
Per undici anni (1962-1973) il docente della «Cattolica» è stato in corrispondenza amichevole con Dino Grandi, Ministro degli Esteri e Ambasciatore a Londra del governo Mussolini, ben noto come autore principale dell'ordine del giorno, che nella notte 24-25 luglio 1943 provocò la sfiducia del Gran Consiglio al «Duce» e determinò il crollo del fascismo. Nel 1973 le relazioni epistolari si interruppero per le condizioni di salute di Grandi, che è ora sulla soglia dei 90 anni. In questo volume confluisce ora il materiale storiografico, frutto di quell'epistolario, che getta fasci di luce inedita soprattutto su due settori: la politica estera di Mussolini negli anni 1929-32 (quando il Grandi era ministro) ed i retroscena di molti episodi del ventennio, narrati da un fascista moderato, che spesso fu in dissenso col capo, anche se esteriormente ossequiante.
Il Grandi tende naturalmente all'apologia personale, ma il Bianchi verifica criticamente le sue asserzioni col riscontro d'altre fonti. Due casi esemplari. A p. 137 il protagonista asserisce che nell'ottobre 1922 egli scongiurò Mussolini di non effettuare l'insurrezione. Ma tutti i dizionari biografici, usciti sotto il ventennio e approvati dagli interessati, davano il Grandi come uno degli organizzatori della marcia su Roma.
Altro caso: nell'estate calda del 1931, quando Mussolini vide nei circoli parrocchiali un contraltare al suo partito, Grandi ebbe mano pesante contro l'Azione Cattolica nei dispacci agli ambasciatori (nulla di ciò invece traspare in queste memorie).
Il titolo del volume «L'Evitabile Asse» allude ai vari tentativi di Grandi, il quale scrive: «L'asse Roma – Berlino nel 1938 era diventata non solo evitabile come vera e propria alleanza, ma addirittura una scelta superata dagli avvenimenti. La politica mediterranea ed etiopica del Regno d'Italia aveva realizzato l'accordo tra i due Imperi: quello del Regno Unito su scala mondiale, quello del regime fascista mediterraneo e africano. Hitler non sarebbe stato in grado di coinvolgere ideologicamente un Mussolini estraniato dai piani nazisti segretamente preparati. Inoltre, dopo l'accordo con l'Inghilterra, il Fuhrer soddisfatto anche nell'Europa centrale, avrebbe potuto sfogare le ulteriori brame verso le risorse dell'URSS».
La testimonianza in presa diretta di Grandi, che il Bianchi afferra con le molle di una equilibrata critica storica, contiene preziosi ragguagli sull'amore-odio tra Mussolini e Hitler, sull'antifascismo del principe Umberto, nonché sulle qualità e debolezze umane di vari personaggi (Acquarone, Badoglio, Muti, Guariglia, Scorza, Vini, Suardo ect.).
La storiografia mussoliniana non potrà prescindere da questo notevole contributo.
















