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Il rapporto Censis sulla droga per conoscere e capire

Nuova Politica - Il rapporto Censis sulla droga per conoscere e capire pagina 20
Nuova Politica - Il rapporto Censis sulla droga per conoscere e capire
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«Nuova Politica» pubblica una prima sintesi del rapporto: «La diffusione del fenomeno delle tossicodipendenze e la quantità e qualità degli interventi pubblici e privati in Italia». Uno strumento informativo e di lavoro

Da qualche tempo è stato pubblicato il rapporto che la sezione dei servizi civili del Ministero dell'Interno ha realizzato in collaborazione con il Censis su «La diffusione del fenomeno delle tossicodipendenze e la quantità è qualità degli interventi pubblici e privati in Italia». La ricerca, iniziata nel 1982, è costituita, da un rapporto di sintesi riguardante l'intero territorio Nazionale e da 21 monografie Regionali.

Tale rapporto, della cui parte nazionale pubblichiamo una larga sintesi, è attualmente lo strumento informativo più ampio ed aggiornato di cui si disponga ed è quindi un riferimento imprescindibile per chiunque segua da vicino il problema delle tossicodipendenze.

«L'impressioneimmediata chesi ricava dalla lettura delle diverse analisi effettuate nelle singole regioni è quella di una riproposizione sistematica di categorie comportamentali tra i giovani tossicodipendenti in successione storica costante in ogni parte del territorio nazionale.

Mentre è possibile, in effetti, riscontrare da un lato tutta una serie tendenzialmente indefinibile di variabili contingenti da ricollegare ai processi di trasformazione economica e sociale in atto nelle diverse aree del territorio; dall'altro lato, emerge con sempre maggiore evidenza una situazione di fragilità e di disagio delle generazioni giovanili che, perpetrandosi ormai da circa un quindicennio, finisce per assumere la caratterizzazione della variabile esplicativa per «eccellenza», della causa «principale», senza la quale diminuirebbero drasticamente i rischi di attecchimento e di diffusione del fenomeno droga.

Con intensità più o meno forte e con piccoli sbalzi temporali tutto il nostro paese sembra aver conosciuto una prima fase di accostamento dei giovani alla tossicodipendenza situabile intorno ai primi anni '70.

A seconda delle matrici socio-culturali e del livello di organizzazione ed aggregazione politica e sociale, questa prima fase sembra oscillare sostanzialmente tra due categorie comportamentali:

  1. vi è, da una parte, una finalizzazione dell'uso della sostanza alla ricerca del piacere e di stati di coscienza più avanzati con una funzione di acquisizione di uno «status-symbol», tale da determinare differenziazione in termini elitari di ristretti gruppi giovanili, che tendono a neutralizzare gli effetti di appiattimento conseguenti alla scolarizzazione di massa ed all'affermazione di culture giovanili dei pari, e che tagliano trasversalmente leclassi sociali aumentandone i divari di status;
  2. vi è, dall'altra parte una prima sintomatologia di rinserramento della condizione giovanile in termini di contrapposizione e conflittualità nei riguardi della società degli adulti. Si tratta verosimilmente di gruppi giovanili che rinunciano ben presto a percorrere le vie sessantottesche dell'utopia partecipante e che svolgono deliberatamente per questo stesso finale la strategia del comportamento «contro» gli adulti, confidando sul potere della droga come fattore che al tempo stesso sottrae dal controllo degli adulti e promette una valorizzazione ed un potenziamento di facoltà psicologiche ed operative personali non del tutto esplorate. E ciò che emblematicamente viene definito in uno dei rapporti regionali come l'attesa del «risveglio della creatura sopita».

Ambedue queste categorie comportamentali si sviluppano soprattutto nei centri urbani maggiormente esposti all'impostazione di modelli di comportamenti nuovi e diversi oppure caratterizzati da una fervida coscienza politica giovanile...

...Lo snodo successivo che caratterizza una seconda fase di diffusione della tossicodipendenza in Italia si situa intorno alla metà degli anni settanta.

L'utopia del '68 si rivela ben presto come difficilmente praticabile, almeno nell'immediatoe senza un solido retroterra culturale e strategico, deludendo profondamente le generazioni giovanili e vanificando quelle aspettative del «tutto e subito», che in fondo erano compenetrate nel mondo educativo proposto dagli adulti ai giovani, un modello educativo impregnato di permissivismo e di ideologia del benessere. La delusione dei giovani si accompagna allora alle profonde trasformazioni economiche e sociali in atto sul territorio ed il conseguente sfaldamento dei ruoli familiari e della qualità dei rapporti interpersonali che rappresentano le variabili strutturali esterne più significative del passaggio dalla prima alla seconda fase della diffusione della droga in Italia.

I giovani si ritrovano quindi in una situazione di profonda incertezza e di disorientamento sia rispetto alle sicurezze del ieri che rispetto alle speranze del «domani»...

...Non è nemmeno difficile, inoltre, per i giovani percepire il disagio e la scarsa capacità di controllo degli adulti nei riguardi di una società che si va modificando vertiginosamente e che è avviata verso modelli di sviluppo postindustriale.

Gli adulti sono fortemente inadempienti nel loro ruolo di genitori, più che modelli e valori trasmettono beni materiali e consumismo; sono del tutto imprevidenti per quanto riguarda il mercato del lavoro, ai giovani lasciano inoccupazione e sottoccupazione; sono inefficienti e quasi indifferenti rispetto alla delinquenza organizzata ormai infiltrata in ogni ambito della vita sociale; non hanno mente ed obiettivi finali chiaramente definiti ed appaiono travolti dalla complessità ed immersi in una dimensione temporale quotidiana senza storia passata e senza futuro.

È quindi in questo periodo che si gettano le radici più profonde e più drammatiche della diffusione della tossicodipendenza in Italia.

Nei gruppi giovanili si cristallizzano i comportamenti «contro» la società degli adulti e si sedimentano gli ingredienti di una «cultura del pari» vissuta nel contempo come:

  • difesa e sostegno solidali dei giovani nei riguardi di un mondo esterno indifferente, lontano ed incapace di offrire strumenti validi di integrazione sociale;
  • ricerca autonoma e di emergenza di itinerari di percorso all'interno della nuova società post-industriale caratterizzata da una complessità crescente che sembra sfuggire al controllo degli adulti.

Nelle aggregazioni giovanili si innesca allora verosimilmente in questa fase storica il meccanismo graduale di passaggio dalle droghe leggere alle droghe pesanti e questo passaggio assume una connotazione nel senso che vengono trasmessi all'interno del gruppo giovanile modelli carismatici e «leaderistici» legati al consumo di droga pesante.

È il consumatore di eroina infatti, che si configura come il più coerente rappresentante delle sub-culture giovanili, colui che osa percorrere fino in fondo questo cammino di ostentata contrapposizione alla società degli adulti...

...Si gettano così le radici, a metà degli anni settanta, in questa seconda fase di diffusione della droga in Italia, dell'esplosione più recente del fenomeno della tossicodipendenza le cui connotazioni appaiono assai sorprendenti e segnano il passaggio alla terza fase della sua evoluzione.

Tutti i rapporti regionali concordano nell'impossiilità di ricondurre il fenomeno tossicodipendenza, così come si manifesta all'inizio degli anni ottanta, ad una specifica variabile esplicativa.

Non sono più, infatti, né la situazione familiare, nè le condizioni ambientali e territoriali, né le appartenenze di classe sociale o di status personale a rappresentare una possibile condizione di rischio per l'accesso dei giovani a comportamenti di tossicodipendenza...

...La droga è disponibile ovunque e nelle sedi di più facile accesso per i giovani...

Vi è dunque una massificazione della diffusione dei comportamenti di tossicodipendenza, le possibili chiavi interpretative cadono ad una ad una e la sola variabile esplicativa che sembra poter spiegare il fenomeno è rappresentata dalla condizione giovanlie in sé stessa, quale terreno particolarmente fragile di socialità.

Al di là della massificazione del fenomeno, cambia anche profondamente, in questa terza e più recente fase di diffusione della droga in Italia, il rapporto dei giovani con la sostanza...

Se nella prima fase l'utilizzo della sostanza era finalizzato all'affermazione di comportamenti «contro» o «alternativi» rispetto alla società degli adulti e nella seconda fase la sostanza rappresenta un momento di chiusura in sé stessi, di ricerca di protezione e di solidarietà tra coetanei; in questa terza fase l'uso di droga viene quasi esibito come ostentata indifferenza nei riguardi degli adulti e dilaga nel consumismo indistinto ed esasperato.

Lo status di tossicodipendente diventa quasi una omologazione per i giovani della società consumista, una modalità estrema di interpretare il modello consumistico della società degli adulti, senza fronzoli e mezzi termini ma con determinazione ed abnegazione assoluta.

Il consumismo si associa alla passività si entra nel mondo della droga senza ragioni precise, sulla spinta di quella che viene definita in uno dei rapporti una «sindrome amotivazionale», mista di noia, curiosità, accettazione indistinta del nuovo, incapacità di critica e selezione dei modelli di comportamento.

La personalità dei giovani che si dedicano agli stupefacenti appare allora drammaticamente sempre più fragile, priva di contenuti, caratterizzata da una profonda incertezza identificatoria.

La fragilità della personalità su cui si innesca il fenomeno in questa fase più recente rende problematico l'intervento. Non c'è nulla o quasi su cui ricostruire, infatti, una personalità dei giovani. A questo si aggiunge che la connotazione di comportamenti di consumo che va assumendo l'uso di droga pesante pone implicitamente il pro blema della compatibilità con la vita normale.

A partire dagli anni '80 gli effetti di mass-media sui comportamenti giovanili si fanno risentire. I giovani tossicodipendenti instaurano sempre più un rapporto conflittuale con la sostanza: non vogliono rinunciare ad essa ma nel contempo ne temono le conseguenze nel senso dell'eccessiva dipendenza dal punto di vista fisiologico e psicologico.

E quindi questo il fattore principale della ricerca di una compatibilità tra vita normale ed uso della droga.

I giovani che cadono nel rischio droga non vogliono rinunciare alla vita familiare, alla scuola, al lavoro ed alla vita associativa dei gruppi giovanili.

In questo senso, allora, essi chiedono, ed è una fenomenologia nuova che emerge dai risultati di questa ricerca, l'aiuto ed il sostegno dei genitori e delle istituzioni.

Il rapporto con la sostanza diviene quindi più flessibile e percorre sempre più itinerari casuali ed imprevedibili.

È sempre più frequente il caso di giovanissimi che, dopo una parentesi brevissima di uso di sostanza stupefacente, escono del tutto da questo tipo di esperienze; come è sempre più frequente il caso di un dosaggio dell'uso della sostanza particolarmente mirato a situazioni di stress e di insicurezza.

Un'altra tipologia, infine, che emerge dalla lettura dei rapporti regionali è quella del «consumatore integrato» che riguarda giovani un po' piÌì avanti nell'età, in genere universitari o lavoratori, che sono riusciti a controllare con sistematicità nel tempo l'uso della droga e che, ad esempio, consumano l'eroina una volta a settimana durante il sabato e la domenica, mantenendo così durante la settimana una vita famigliare e lavorativa normale...

Quantificazione del fenomeno

«Il fenomeno, per il suo carattere multiforme ed in gran parte sommerso, sfugge a qualsiasi rilevazione statistica, ed i controlli non possono che limitarsi alla parte visibile ed accertata di una realtà che tende, per la sua stessa natura, ad occultarsi...

Il problema della definizione di tossicodipendenza e di tossicodipendente ha subito diverse e ripetute trattazioni da parte degli organismi preposti allo studio ed al trattamento.

In particolare è stata presa in esame la questione relativa ai vari stili e modalità di uso delle sostanze di stupefacenti.

Alcune interprètazioni individuano nei vari tipi di uso una successione obbligata e distinguono tra:

  • fase di sperimentazione, genericamente di gruppo di una o più sostanze;
  • fase del consumo occasionale e sporadico, in occasioni conviviali o con gruppi particolari di persone;
  • fase del consumo internazionale ma controllato;
  • fase della tossicodipendenza;
  • fase della tossicomia controllata nella quale l'intossicazione e la totale dipendenza hanno spazzato via ogni residuo di piacere e di sollievo nell'uso della sostanza...

Rispetto alla qualificazione del fenomeno, la ricerca ha scelto di occuparsi del gruppo dei veri e propri tossicodipendenti...

Accanto al problema del diverso uso esiste poi, ovviamente, quello del tipo di sostanze di cui si fa uso.

L'indagine si occupa dei dipendenti da eroina essendo praticamente irrilevante in Italia la quantità di individui che denunciano la dipendenza da altre sostanze.

I dati ufficiali

Dai dati raccolti dal servizio centrale anti-droga del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero degli Interni si evidenzia che la prima morte per overdose si è avuta in Italia nel 1973. Da allora e soprattutto a partire dal 1977 la diffusione della droga ha conosciuto una forte impennata.

Infatti dal 1977 al 1980 è quadruplicato il numero dei decessi per la droga; è aumentato di oltre il 250% il numero dei consumatori segnalati; del 50% i quantitativi delle sostanze sequestrate...

Nel periodo successivo (1981-1983) gli indici in aumento appaiono meno elevati; rimane tuttavia la tendenza all'espansione del fenomeno in forma generalizzata e capillare.

L'utenza dei servizi

Considerando infatti gli utenti che si sono presentati ai servizi per le tossicodipendenze emerge una linea di tendenza crescente. I nuovi utenti difatti incidono di ben il 18,5% sulla totalità degli utenti, che si distribuiscono in un periodo prolungato che abbraccia praticamente buona parte degli anni '70 e il · primo anno e mezzo degli anni 80. Che il solo semestre in esame comporti una parte di quasi il 20% dell'utenza è un sintomo chiaro della crescita del fenomeno.

Gli 85.448 utenti dei servizi pubblici e privati censiti da questa indagine, le loro caratteristiche la loro distribuzione rappresentano qualcosa di molto più di una qualsiasi stima per progredire oggi nella conoscenza del fenomeno della tossicodipendenza.

Si tratta di una cifra che è di più di dieci volte superiore agli unici dati ufficiali esistenti. quelli appunto del Ministero degli Interni: che è quasi pari a quella stimata daIJa ricerca Todi e che, considerando che si tratta di utenti in massima pane identificabili in casi panicolari di tossicodipendenza da droga pesante. finisce per essere anche molto vicina ai 327.770 stimati dal servizio documentazione del Ministero degli Interni che non definisce con sufficiente chiarezza l'universo considerato quanto alle differenziazioni tra consumo abituale ed occasionale...

La stima del fenomeno

Per tentare di ovviare al limite che obiettivamente presenta il dato numerico relativo alle tossicodipendenze che risultano dalrindagine come utenti dei senizi e per offrire nel contempo un'indicazione di massima delle linee di tendenza del fenomeno reale anche al fine di orientare la stessa azione e/o la creazione di strutture di servizio, la ricerca non si è sottratta. pur con le riserve già espresse. all'impegno di tentare una stima del numero totale dei tossicodipendenti presenti nel nostro Paese.

Ai coordinatori dei rapporti regionali, infatti. è stato richiesto di dare delle indicazioni su quella che poteva essere plausibilmente l'entità del fenomeno, comprendente cioè sia gli utenti dei servizi che i tossicodipendenti facenti pane del sommerso.

Queste indicazioni dovevano basarsi sui risultati delle interviste a testimoni privilegiati e sulle opinioni dei diversi operatori dei servizi contattati nel corso del censimento delle istituzioni.

Si tratta quindi di una stima che mantiene tutte le connotazioni di prudenza e aleatorietà che necessariamente si devono attribuire a simili esercitazioni, ma anche che, non di meno, costituisce il risultato probabilmente ad oggi più avanzato sul piano della consultazione degli esperti del settore.

Per la definizione dell'area di interesse si è ritenuto di doversi concentrare sui giovani tossicodipendenti che fanno uso di droga «forte» in maniera continuativa e regolare e che di fatto costituiscono quindi l'universo di riferimento più problematico delle istituzioni che si occupano oggi sia di prevenzione e di trattamento che di repressione dell'uso di sostanze stupefacenti.

I dati ricapitolativi della stima mostrano un totale nazionale che può variare indicativamente da un minimo di 180.000 a un massimo di 240.000 tossicodipendenti.

Rispetto al numero complessivo dei presidi pubblici si tratta di una stima che moltiplica per un coefficiente minimo di 3,09 il dato ufficiale.

All'interno delle regole regioni il dato più appariscente è certamente quello che riguarda il Lazio con la stima che va da 50.000 a 60.000 soggetti, concentrando quindi circa un quarto di tutti i tossicodipendenti in Italia con una incidenza sulla popolazione di 110,65 su 10.000 abitanti...

La regione Lazio viene seguita dalla Lomqardia, dall'Emilia Romagna, dalla Toscana e dal Veneto, mentre la prima regione meridionale è la Sicilia seguita dalla Campania ...

Era interessante infine rapportare il numero dei tossicodipendenti reali con la fascia di popolazione più direttamente esposta al rischio di tossicodipendenza. Abbiamo scelto a questo fine la classe di età dai 14 ai 29 anni, ma la disponibilità dei dati dell'ultimo censimento, ci ha permesso solo una disaggregazione per le tre grandi aree geografiche classiche, vale a dire il Nord, il Centro e il Sud. Da qui emerge che la maggiore concentrazione del fenomeno è nella parte centrale del nostro Paese con un'incidenza di 339,28 tossicodipendenti su l 0.000 giovani in età di rischio contro i 156,33 del Nord e i 70,08 del Sud.

Se il numero assai elevato dei tossicodipendenti nel nostro Paese desta senz'altro allarmismo e preoccupazione soprattutto in relazione alle ultime stime di cui si era a conoscenza, vi è però da dire che l'evoluzione più recente del fenomeno sembra aprire prospettive più ottimistiche e comporta oltretutto un ridimensionamento della stessa entità del fenomeno nella misura in cui sembra tendere ad attenuarsi la gravità della parte sommersa dei giovani tossicodipendenti.

In effetti è sempre più plausibile l'ipotesi che una parte importante «del sommerso» sia rappresentata dai giovani tossicodipendenti che, in conformità con la tipologia comportamentale più recente, sono riusciti a stabilire un rapporto di compatibilità fra uso della sostanza e mantenimento di un'interazione valida con ambiente della famiglia, della scuola e del lavoro...

Aree di concentrazione

Dall'analisi svolta sugli utenti dei presidi sembrano emergere quattro aree, che, per rilevanza dei vari indicatori, segnalano una particolare densità del fenomeno in esame:

  • l'area ligure che ha il suo canale di immissione nella provincia di Imperia e si caratterizza sia per l'alto tasso di persone segnalate che per quello degli utenti presenti nei presidi pubblici. Dai dati precedenti è emerso che quest'area, attraverso il centro di Imperia, si rivela anche come un centro di diffusione della droga oltre che di consumo;
  • l'area veneta che sembra avere il suo epicentro nella città di Verona, dove i soli presidi pubblici giungono a riunire il 2,5 per mille della popolazione residente. All'alto tasso di uenti infine si somma quello di persone decedute che, insieme a quello di Padova e Venezia, rendono il Veneto una delle zone dove le vittime per droga rappresentano una percentuale rilevante del totale nazionale (8,4%);
  • l'area tosco-emiliana che con il centro di Forlì, rappresenta una delle zone più esposte alla tossicodipendenza. Anche qui, come nel caso di Imperia, la percentuale di tossicodipendenti sembra rilevarsi maggiore di altre zone proprio in quanto sembra di assistere alla compresenza tanto del mercato di distribuzione (Forlì, Livorno, Lucca) quanto di quello di consumo (Forlì, Firenze);
  • infine la città di Roma che, per l'alto tasso di utenti segnalato, sembra scostarsi di molto tanto dal contesto regionale quanto da quello dell'Italia meridionale.

Sotto l'aspetto demografico ed occupazionale, tali aree presentano dinamiche notevolmente differenziate, rilevando movimenti demografici notevolmente eterogenei.

La crisi congiunturale che attraversa le singole economie locali riceve risposte altamente differenziate i cui esiti sono anch'essi notevolmente diversificati. Un solo elemento sembra tuttavia ripetersi in modo costante: la sovrapposizione di realtà sociali tra loro e la segmentazione societaria che ne scaturisce, non si ricompongono all'interno di profili economici sufficientemente omogenei, tali da resistere, alle aree interessate, quegli elementi di caratterizzazione collettiva e di entità produttiva che la crisi ha progressivamente trasformato.

 

Tabella 1 - Le cause della TD nella percezione degli operatori, per circoscrizione
geografica

  Nord
ovest
Nord est Totale nord Centro Sud
Isole
Italia
La pedita di funzione della famiglia in grado di svolgere un ruolo di guida 43,6 40,9 42,4 50,0 43,9 43,8
la crisi della convivenza familiare
(conflittualità,
scarsa comunicaz.)
59,3 65,4 62,0 58,9 64,6 60,6
un'educazione troppo permissiva 11,4 16,4 13,6 22,3 18,2 16,4
l'incoerenza degli adulti e i
valori contraddittori nella
società
48,6 39,0 44,4 64,2 43,9 48,4
la perdita di sicurezza circa
il futuro e la mancanza di
prospettive
65,0 52,7 59,6 58,9 64,6 59,3
il benessere economico e la
deresponsabilizzazione
17,9 29,0 18,8 27,7 28,04 22,3
la perdita di credibilità di
alcuni valori e ideali e la
mancanza di valori sostitutivi
52,9 51,8 52,4 71,4 65,8 58,6
esperienze personali negative 30,0 28,2 29,2 41,07 39,02 33,4
i modelli di consumo indotti
dalla società
40,0 54,5 46,4 58,9 58,5 50,1
l'attitudine a risolvere farmacologicamente
problemi
e conflitti
60,0 41,8 52,0 75,9 52,4 57,1
altro 21,4 37,2 28,4 32,1 26,8 28,5

 

Tabella 2 - I dati ufficiali del Servizio Centrale Antidroga relativamente a decessi di assuntori di stupefacenti, consumatori segnalati, trafficanti e spacciatori denunciati, sostanze sequestrate dal 1977 al 10 semestre 1983

  1977 1978 1979 1980 1981 1982 1° sem. '83
Decessi di assuntori di stupefacenti 40 62 126 206 237 252 128
Consumatori segnalati ex artt. 80, 98, 96 (commi 3° e 4°) e 100 (comma I 0) della legge 22.12. 7 5 n. 68 5 2.538 4.364 5.194 6.439 6.837 9.828 1.692
Persone denunciate per traffico e spaccio
di stupefacenti
2.714 4.159 5.242 7.783 9.469 12.982 6.806
Quantitativi di sostanze stupefacenti sequestrate (in kg):              
- Eroina 63,0 79,8 85,3 197,1 142,0 229,9 218,7
- Morfina 0,4 1,7 76,3 267,7 81,9 0,5 2,2
- Cocaina 8,7 15,6 16,9 53,03 64,0 105,1 146,5
- Derivati di Cannabis 3.123 4.701 4.400 4.907 11.204 4.899 3.994

 

Tabella 3 -Utenti dei servizi pubblici delle comunità terapeutiche e dei presidi privati
(1) dalla apenura dei medesimi e nel 1° semestre '82

  Utenti dall'apertura del servizio al 1° sem. 1982 Nuovi ingressi 1° sem. 1982 Rapporto nuove utenze 1° sem. 1982 utenze complessive (in %)
Piemonte 5.883 979 16,64
Valle d'Aosta 11.536 2.066 17,91
Lombardia 4.453 666 14,96
Trentino Alto Adige 1.541 180 11,68
Veneto 6.753 1.697 25,13
Friuli Venezia Giulia 2.464 328 13,31
Emilia Romagna 10.329 1.323 12,81
Toscana 6.149 1129 18,36
Umbria 1.186 194 16,36
Marche 1.756 416 23,69
Lazio 20.726 3.520 16,96
Abruzzi 486 104 21,40
Molise 144 19 13,19
Campania 4.617 1.333 28,87
Puglia 1.644 598 36,37
Basilicata 252 36 14,28
Calabria 249 124 49,80
Sicilia 3.367 804 23,88
Sardegna 1.913 297 15,52
Totale 85.448 15.813 18,50

(1) Per «Presidio privato» si intende una struttura privata che si occupa in materia specifica di prevenzione, cura e riabilitazione delle tossicodipendenze, senza però offrire accoglienza residenziale 

 

Tabella 4 - Utenti dei presidi per Regione e stima CENSIS dei tossicodipendenti reali

  Utenti dei presidi pubblici dall apertura del servizio al giugno 1962 Incidenza degli utenti dei presidi pubblici dalla appertura del serviio sulla popolazione (10.000 abitanti) Nuovi ingressi di utenti dei presidi pubblici nel 1° sem. 1982 Incidenza dei nuovi ingressi di utenti di presidi pubblici nel 1° semestre 1982 sulla popolazione (10.000 abitanti) Rapporto nuove utenze 1° semestre 1982 complessive (in X) Stima CENSIS dei tossicodipendenti reali: utenti dei presidi più tossicodipendenti sommersi Incidenza dei tossicodipendenti reali sulla popolazione (10.000 abitanti) (1) Tossicodipendi reali su utenti iscritti ai servizi pubblici (1)
Piemonte 5.230 1.147 864 1,89 16,6 10.000- 15.000 28,10 2,39
Valle d'Aosta 144 1.278 30 2,66 16,6 250- 400 28,85 2,26
Lombardia 5.571 626 1.295 1,45 23,0 20.000- 30.000 28,09 4,49
Liguria 4.153 2.308 599 3,33 14,4 9.000- 12.000 58,36 2,53
Trentino A.A. 861 989 123 1,41 14,2 1.000- 25.000 20,10 2,03
Veneto 5.809 1.348 1.500 3,48 25,8 16.000- 20.000 41,75 3,10
Friuli V.G. 1.339 1.089 207 1,68 15,4 3.000- 4.000 28,46 2,61
Emilia R. 8.274 2.100 779 1,98 9,4 17.000- 22.000 49,50 2,36
Toscana 5.276 1.477 743 2,08 14,0 16.000- 20.000 50,41 2,41
Umbria 567 705 29 0,36 5,1 2.500- 4.000 40,42 5,73
Marche 1.565 1.110 345 2,45 2,2 5.500- 7.000 44,35 2,08
Lazio 17.146 3.449 2.716 5,46 15,8 50.000- 60.000 110,65 3,20
Abruzzi 478 393 98 0,81 20,5 1.200- 3.000 17,28 4,39
Molise 144 443 19 0,58 13,1 150- 350 7,70 1,74
Campania 4.397 813 1.283 237 29,1 9.000- 12.000 19,41 2,39
Puglia 1.560 406 573 1,49 36,7 3.000- 6.000 11,71 2,88
Basilicata 212 351 36 0,60 16,9 400- 750 9,52 2,71
Calabria 249 123 124 0,61 49,7 2.500- 35.000 14,77 12,05
Sicilia 3.217 661 764 1,57 23,7 10.500- 13.000 24,16 3,65
Sardegna 1.778 1.121 273 1,72 15,3 3.000- 4.500 23,64 2,11
Italia 67.970 1.208 12.390 2,20 18,23 180.000- 240.000 37,34 3,09

 (1) Indici calcolati sulla media dei valori indicati nella stima.

 

Tabella 6 - Tassi di incidenza dei nuovi ingressi (1) di utenti dei servizi sulla popolazione (2) per 10.000 abitanti

  Nuovi utenti dei presidi pubblici su popolazione Nuovi utenti delle comunità terapeutiche su popolazione Nuovi utenti dei presidi privati su popolazione Totale nuovi utenti dei presidi territ. su popolazione
Piemonte e Valle d'Aosta 1,96 0,16 0,01 2,13
Lombardia 1,45 0,10 0,77 2,32
Liguria 3,33 0,37 3,70
Trentino 1,41 0,09 0,56 2,06
Veneto 3,48 0,46 3,94
Friuli 1,68 0,98 3,06
Emilia Romagna 1,68 0,41 0,97 3,06
Toscana 2,08 0,64 0,44 3,16
Umbria 1,79 2,05 3,84
Marche 2,45 0,50 2,95
Lazio 5,46 1,45 0,17 7,08
Abruzzi 0,81 0.05 0,05
Molise 0,58 4,09 0,59
Campania 2,37 0,09 2,46
Puglia 1,49 0,03 0,04 1,55
Basilicata 0,60 0,60
Calabria 0,61 0,61
Sicilia 1,57 0,08 1,65
Sardegna 1,72 0,15 1,87

(1) Nuovi ingressi 1° settembre 1982
(2) Popolazione residente al censimento 1981

 

Tabella 7 – Titolo di studio dei tossicodipendenti iscritti ai servizi per tipo di servizio

  Presidi pubblici Com. terapeut. Presidi privati Totale
  V.A. %(1) V.A. %(1) V.A. %(1) V.A. %(2)
Alcune classi elementali                
   non presenti 26 35,3 100 94,4 32 94,1 390 00,0
   presenti 46 14,7 6 5,7 2 5,9 54 11,9
Licenza elementare                
   non presenti 104 33,3 60 56,6 19 55,9 103 40,5
   fino al 30% 162 51,9 37 34,9 11 32,3 210 46,5
   più del 33% 46 14,7 9 8,5 4 11,0 59 13,0
Media inferiore                
   non presenti 44 14,1 12 11,3 9 26,5 65 14,4
   fino al 33% 34 10,9 8 7,5 3 8,8 45 9,9
   34-66% 125 40,1 23 21,7 8 23,5 156 34,5
   più del 66% 109 34,9 63 59,4 14 41,2 185 41,1
Media superiore                
   non presenti 86 27,6 43 40,6 16 47,0 145 32,1
   fino al 32% 197 63,1 48 45,3 15 44,1 260 57,5
   più del 33% 26 9,3 15 14,1 3 6,8 47 10,4
Università                
   non presenti 214 68,9 87 62,1 30 68,2 331 63,2
   presenti 78 31,4 19 17,9 4 11,8 121 28,8

(1) Le percentuali sono calcolate sul totale nazionale di ogni tipologia di servizio: 312 presidi pubblici, 106 comunità terapeutiche, 34 presidi privati.
(2) Le percentuali sono calcolate sul totale nazionale dei servizi (452).

Inseguendo una risposta
Francesco Saverio Garofani
G.F. Bianchi (a cura di), «Dino Grandi racconta l'Evitabile Asse. Memorie raccolte e presentate da Gianfranco Bianchi», Ed. Jaca Book, Milano 1983, pp. 241 L. 15.000
Franco Molinari

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