Editoriale

Chi combatte la droga e chi i drogati

Nuova Politica - Chi combatte la droga e chi i drogati pagina 1

Le polemiche nate sulla base del disegno di legge di riforma della attuale legislazione in materia di sostanze tossiche e di droga da parte del Ministro per gli Affari sociali, on. Jervolino, lette con un minimo di freddezza denotano molte cose interessanti ed indicative sull'attuale panorama politico italiano.

Innanzitutto l'incapacità cronica da parte di alcuni, in particolare delle forze della sinistra storica italiana, a calarsi nei fatti concreti e quotidiani senza ripetere ideologismi di maniera o formule prestabilite. In una parola, pare abbandonata dalle ideologie, la parte migliore (quella basata su certe tradizioni, valori e radici) per mantenere quella più beceramente demagogica: la legge attuale è antiquata, ma quella nuova è sempre brutta perché la preparara un dc e financo repressiva e un po' poliziesca. Di quali articoli della legge in questione si parli e di che portata siano le critiche non è mai dato sapere...

Secondo punto, ovvero della politica spettacolo e del tatticismo ad ogni costo.

Un segretario (grosso) di un grande partito (ma sempre intorno al 15 per cento...) dopo anni in cui il suo stesso partito ed il suo movimento giovanile (Bobo Craxi docet...) ci spiegano che fumare hashish o Marjuana è moderno, «a la page», ottimista e dunque chi lo fa è nell'«Italia che cambia», e chi no è nell'Italia «che va cambiata», scopre improvvisamente che la droga fa male, è illecito l'uso, la legge va indurita, le sanzioni inasprite.

Il segnale lanciato al suo partito è chiarissimo: ogni esponente socialista nel giro di pochi giorni, perfino Martelli, si lancia in invettive da «mercato»: «dalli al drogato», «attenzione che questi tossicodipendenti scippano le vecchiette» ed altre amenità che preferiamo risparmiarvi.

il concorrente e mai per risolvere il problema in questione.

A ciò si aggiunga l'aver riportato in auge paure ancestrali e senza alcuna dignità istituzionale: la paura del «diverso», dell'«altro», di quello da aiutare «ma senza sporcarsi troppo», tanto esistono apposta le comunità di recupero per i tossicodipendenti; diamogli qualche soldo in più e che la smettano di venire a bussare ad ogni piè sospinto.

A questo punto per la Dc, a nostro personale avviso, è d'obbligo in futuro, in simili circostanze, un solo comportamento: tirare diritti per la propria strada nella difesa di valori che non sono solo dei cattolici democratici, ma di tutta la società. E poi vediamo se qualche nostro alleato-concorrente ha il coraggio di fare la crisi politica sui valori!

Padre Sorge: Sulla droga non solo una fase difensiva
Andrea Campione

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