La via allo sviluppo? È la solidarietà
"Mezzogiorno d'Italia, Mezzogiorno d'Europa", "Sud chiama Nord": i convegni sulla questione meridionale quasi si sprecano, ma l'occasione del GIO'2 Boat è troppo ghiotta per non dilungarsi a trattare uno dei temi più sentiti da noi giovani dc.
Quasi a consuntivo delle riflessioni in corso, abbiamo rivolto all'onorevole Enzo Scotti alcune domande.
GIO'2 Boat al Sud: una nave della pace al centro del Mediterraneo che significato acquista per un'Europa sotto la pressione terroristica?
Credo che siamo giunti subito al punto più dolente (e politicamente più rilevante) del discorso sulla pace: il Mediterraneo. I problemi sono due: lo sviluppo di questa regione è un problema chiave. Fin quando continueranno ad esistere condizioni di arretratezza e di sottosviluppo questa regione è destinata ad essere teatro di grandi conflitti.
Il secondo problema è la pace, l'equilibrio e la soluzione di alcuni problemi di fondo dell'area mediterranea. In primo luogo il problema palestinese, il tema della convivenza fra arabi e israeliani, il tema della patria per il popolo nomade che cerca di ritrovare la sua terra.
Ecco le due questioni: sviluppo e pace.
Per lo sviluppo si pone la questione del rapporto Nord-Sud e quindi il problema dell'impegno dei paesi del nord verso il Mezzogiorno; lo si è visto nel convegno di giovedì a Napoli, dove era facile rilevare l'intesa possibile tra Grecia, Spagna, Italia, Portogallo in presenza del blocco degli otto paesi del Nord che a volte esprimono un fastidio ed una difficoltà di comprensione dei problemi e delle realtà dei paesi dell'area meridionale dell'Europa.
Sembra che in questo periodo si stia facendo molto per il Mezzogiorno d'Italia: la legge De Vito, la legge 44, la legge De Michelis-Gullotti. Tutte occasioni per il Sud. Ma il Sud è ancora un'occasione per l'Italia?
Credo che lo sia, a due condizioni: che l'innovazione e lo sviluppo creino occasioni di investimenti nuovi nell'ambito del Mezzogiorno e che le forze dirigenti del Mezzogiorno (politiche, imprenditoriali e sociali) prendano in mano la responsabilità dello sviluppo e si impegnino ad inventare e costruire occasioni di sviluppo.
Mille giovani, mille speranze. Ma ci ritroveremo tutti e mille a partecipare con impegno quotidiano al patto di solidarietà economica fra Nord e Sud?
Credo che dovreste svolgere approfonditamente fra di voi questo dibattito. All'interno del movimento giovanile dovreste verificare bene il senso ed il significato politico della solidarietà. La solidarietà non è la carità ma è il rendersi consapevoli che non c'è una soluzione ai problemi parziali senza uno sforzo comune. Non serve al Nord del paese come al Nord del mondo immaginare uno sviluppo autonomo distaccato. A livello mondiale basti solo pensare al problema dell'indebitamento per capire che il sistema creditizio e finanziario mondiale vive sulla finzione di ritenere validi crediti che in grand parte non lo sono se non c'è sviluppo nei paesi che ne usufruiscono. Allora bisogna incominciare a pensare che il sottosviluppo è l'altra faccia dello sviluppo; che non può essere affrontato separatamente e che una interdipendenza molto forte esiste e che richiede solidarietà. Bisogna dare un nuovo significato alla solidarietà ma in termini concreti, precisi, in un interesse convergente di tutte e due le parti a raggiungere un risultato positivo".











