Ridisegnare una politica
Tutte queste considerazioni rivelano uno stato di cose decisamente precario e che ha bisogno di una politica meridionalista che, bandendo la retorica delle lamentazioni, sia realmente improntata al perseguimento degli obiettivi della ripresa e dello sviluppo. Il decreto legge approvato recentemente dal Consiglio dei Ministri, fortemente voluto dal Ministro De Vito pone alcune indicazioni dalle quali non si può prescindere, se si vogliono approfondire alcune tematiche essenziali legate alla questione occupazionale.
Innanzitutto c'è da dire che il decreto apre una strada alle sensibilità occupazionali dei giovani ed indica seppure a grandi linee, la formula cooperative come la più consona a rispondere in termini di efficienza alla domanda giovanile. Occorre solo che vengano definiti meglio i criteri con i quali determinare l'applicazione stessa della legge.
Ma non ci si può solo limitare a dare un giudizio sulla legge per l'occupazione giovanile. I giovani debbono farsi carico di un progetto complessivo di sviluppo che passi attraverso la qualificazione professionale; l'individuazione di settori trainanti dell'economia ai quali deputare nuove e non ancora scoperte potenzialità di sviluppo.
Anche l'intervento nel Mezzogiorno non può ripercorrere vecchi canoni di gestione. Con la fine della Cassa, occorre ridisegnare la politica nel sud, tenendo conto dei nuovi bisogni che emergono dal tessuto sociale e facendo costantemente riferimento alla necessità di valorizzare le risorse e di incentrare su di essere un possibile progetto di sviluppo. La filosofia dell'intervento deve essere completamente sovvertita: non più interventi tampone finalizzati alla mera erogazione di somme di denaro, ma realizzazioni complessive tese alla riscoperta e allo sviluppo dell'economia.
Anche l'industria non può e non deve essere concepita, quale struttura avulsa dal tessuto produttivo, ma bensì deve mostrarsi su di esso, diventando momento qualificante di stimoli economici ed occupazionali. Considerazioni queste che troveranno sicuramente spazio negli strumenti legislativi che sta predisponendo il ministro De Vito e che potranno, se applicati in coerenza delle scelte legislative, determinare una svolta del rapporto tra lo Stato centrale e il sud, consentendo l'avvio di un processo di ripresa orientato al superamento del «Gap» che ancora oggi divide il Mezzogiorno dalle aree forti del paese.



























