«Le città e le autonomie» a cura di Lucio D'Ubaldo
In modi diversi, tutti i contesti di cultura e di civiltà del nostro tempo stanno trovando nella «questione urbana» il nodo centrale di ogni ipotesi e di ogni intenzione di sviluppo. E si fa sempre più acuta la coscienza che se questo nodo non troverà soluzioni antropologicamente più corrette e politicamente meno riduttive dell'utopia naturalistico-nuralistica (spesso regressiva) da una parte e del disegno di «modernizzazione» dall'altra, sarà messa seriamente in questione la possibilità stessa di uno sviluppo «a misura d'uomo».
Entrato in crisi il modello di sviluppo industriale-urbano, come riprogettare lo spazio e la qualità della vita urbana?
Il Convegno di Udine, attuato nel marzo del 1982 dall'Istituto Maritain sulle autonomie, aveva indicato nella ricostruzione dell'elemento comunitario l'asse centrale per una ripresa del disegno autonomistico; in continuità con quella riflessione, il Convegno di Padova dell'ottobre 1983, di cui questo volume raccoglie i principali contributi, affronta il nucleo di quel discorso: la realtà urbana e metropolitana. Con differenti approcci (urbanistico-ambientale, sociologico, storico, economico istituzionale) vengono ricercati i lineamenti di una visione non riduttiva della complessa materia e le prospettive di un possibile rinnovamento del tessuto delle città.
SOMMARIO. Presentazione (R. Papini) - È possibile un progetto per la città? (A. Rupeni) - Ripensare la cultura delle autonomie per riprogettare le città (A. Pavan)- Organizzazione dello spazio e qualità della vita nell'«habital» urbano (S. Benedetti) - Uomo, comunità e società nella vita urbana (P. Guidicini) - Stili di vita e condotte politico-elettorali nell'esistenza urbana (L. D'Ubaldo) - Ruolo e prospettive delle città nella vita economica (A. Detragiache) - Il governo delle città nello stato delle autonomie: problemi e prospettive (U. De Diervo) - Le esperienze di governo delle aree metropolitane nel panorama internazionale (G. Martini) - Considerazioni conclusive (M. Brutti).






























