GIO’ Polis
pagina 76
Una, dieci, cento italie

Una cultura delle autonomie

Nuova Politica - Una cultura delle autonomie pagina 76
Nuova Politica - Una cultura delle autonomie

Regioni, Provincie e Comuni costituiscono quello che viene comunemente definito lo Stato delle autonomie locali, cioè un sistema istituzionale nel quale i poteri pubblici non sono rigidamente centralizzati, ma ripartiti su una molteplicità di livelli decisionali periferici.

Nella preparazione della parte della Costituzione riguardante le autonomie locali, ritenuta la più innovativa, è determinante l'influenza dei cattolici democratici.

Le idee di Sturzo e La Pira e l'apporto della Democrazia Cristiana lasciano una traccia nettissima anche se, per esempio, la Regione nasce dal compromesso tra i democristiani favorevoli e le sinistre contrarie (in particolare il PCI che preferisce privilegiare il rapporto con i partiti piuttosto che gli schemi di riorganizzazione dello Stato).

Il nuovo soggetto regionale finisce con l'oscurare la provincia, la cui figura è messa in discussione. Nel dibattito alcuni la riducono ad una semplice circoscrizione amministrativa di decentramento statale e regionale, con una Giunta nominata dai corpi elettivi dei Comuni o dei Consigli regionali.

Solo al termine si torna all'ente autonomo e si afferma contemporaneamente la preoccupazione dei troppi livelli burocratici; da qui prende vita l'originale disegno organizzativo della delega di funzioni agli enti locali (art. 118). Il Comune è l'altra figura centrale delle autonomie. È infatti l'istituzione primaria di autogoverno della comunità locale. Nelle intenzioni del Costituente, soprattutto degli ex popolari, il comune rafforza la statualità e toglie la debolezza organica insita al sistema statale accentrato.

Ma ciò che muta radicalmente nei rapporti Stato-Enti Locali è l'affermazione del principio dell'autonomia.

Non vi è più il rapporto di subordinazione gerarchica presupposto dall'autarchia, né tanto meno quello di ausiliarità introdotto dal Fascismo.

Gli enti locali sono autonomi nella determinazione del proprio indirizzo politico, incontrano sì dei limiti nella Costituzione e nei principi generali dell'ordinamento giuridico o delle leggi generali della Repubblica, ma possiedono una differente dignità che li rende partecipi delle grandi decisioni attraverso il metodo della programmazione.

Perché l'autonomia?

"Quando si parla di diritti essenziali della persona e di sistema integrale dei diritti essenziali della persona, ci si deve riferire unicamente – come si fece nella Dichiarazione del 1789 e in quelle successive – ai diritti delle singole persone?

Si deve cioè continuare ad ammettere quella concezione atomistica che contrappone disorganicamente i singoli allo Stato, senza tener conto delle comunità naturali che sono la inevitabile e provvida mediazione fra lo Stato ed i singoli?

O invece bisogna includere nel sistema integrale dei diritti della persona anche i diritti essenziali di queste comunità naturali? Bisogna cioè affermare che come non può aversi una effettiva libertà civile e politica della persona senza la tutela dei diritti sociali, così questa effettiva libertà non può aversi senza la tutela dei diritti essenziali delle comunità?

Cioè: il sistema integrale dei diritti essenziali dell'uomo esige o no che siano solidamente affermati tanto i diritti individuali quanto quelli sociali e quelli delle comunità?

Per noi la risposta non ammette dubbi: i diritti essenziali della persona umana non sono rispettati – e lo Stato perciò non attua i fini per i quali è costruito – se non sono rispettati i diritti della comunità familiare, della comunità religiosa, della comunità di lavoro, della comunità locale, della comunità nazionale. Perché la persona è necessariamente membro di ognuna di queste comunità, e ne possiede lo status; la violazione dei diritti essenziali di queste comunità costituisce una violazione dei diritti essenziali della persona umana ed indebolisce o addirittura rende illusorie quelle affermazioni di libertà, di autonomia e consistenza sociale che sono contenute nelle dichiarazioni dei diritti...

L'esperienza dello Stato del 1789, per un verso, e quella dello Stato totalitario, per l'altro verso, ha messo in viva luce l'errore fondamentale che si annida in queste due concezioni contrapposte dello Stato.

Da qui le nuove e vitali correnti, giuridiche, politiche, economiche che affermano la concezione pluralista della società e dello Stato.

Le più organiche correnti di pensiero tanto del cattolicesimo sociale... che del socialismo contemporaneo si ancorano a questa visione pluralista del "droit socia!"...

Dall'individuo si va allo Stato attraverso la mediazione di ordinamenti anteriori, la cui esistenza non può essere dallo Stato disconosciuta. La conclusione che si trae da quanto è stato detto è la seguente: il sistema integrale dei diritti della persona esige, per essere davvero integrale, che vengano riconosciuti e protetti non solo i tradizionali diritti individuali di libertà civile e politica affermati nel 1789; non solo i diritti sociali affermati nelle nuove Carte costituzionali, ma anche i diritti essenziali delle comunità naturali, attraverso le quali gradualmente si svolge la personalità umana: i diritti del singolo vanno integrati con quelli della famiglia, della comunità professionale, religiosa, locale e così via."

(intervento all'Assemblea Costituente di Giorgio La Pira)

Costituzione

Articolo 5

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi del la sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.

Oltre i campanili
Guida alla riforma

Articoli correlati

Totale: 29
Dopo il convegno di Torino
L'esigenza di superare la fase del «giovanilismo». Un nuovo rapporto tra istituzioni e giovani fondato sull'attenzione ai problemi concreti. Non basta offrire un servizio assistenziale per efficiente che sia.
Parla Ardigò
«Nuova Politica» intervista Achille Ardigò sul ruolo degli Enti locali. La rifondazione del welfare-state. Pubblico e privato di fronte alla gestione da servizi. Bisogna invertire la tendenza secondo cui conta solo chi ha il potere economico decisionale e si restringe il sistema politico. I giovani stanno perdendo i diritti di cittadinanza.
Enti locali
Il contributo dei giovani dc per la costruzione di una nuova cultura di governo della città, basata sui valori di solidarietà, di ricerca di migliore qualità della vita, di migliore convivenza sociale.
Speciale enti locali
Volontà politica e capacità di proposta per una strategia complessiva che sappia andare oltre lo stringente stato di necessità. Il ruolo della DC come partito che sappia interpretare le nuove istanze di una società che cambia.
Speciale enti locali
La consapevolezza che la politica è anzitutto una ricerca di alleanze per realizzare i programmi impone l'apertura di un dibattito tra i giovani DC su «Nuova Politica».
Speciale enti locali
Dietro le «mani pulite» i limiti e le incrinature di uno dei tanti miti degli anni '70. La logica pericolosa della dipendenza delle istituzioni dal partito. L'ente locale che garantisce ogni cosa e copre ogni spazio rischia di far addormentare il tessuto sociale.
Speciale enti locali
L'impegno della Dc nella metropoli per affrontare i grandi problemi dell'emarginazione, della casa, della sanità, del traffico. Di fronte al fallimento delle Giunte rosse le proposte di una Dc che si candida alla gente dei grandi centri urbani.
Speciale enti locali
Occorre stabilire criteri di responsabilità e moralità nella gestione e nell'amministrazione del denaro pubblico.
Speciale enti locali
Ricostruire un nuovo rapporto cittadino-pubblica amministrazione basato sul recupero dei valori comuni. Una nuova attenzione della DC che nasce dalla sensibilità verso le problematiche emergenti degli Enti Locali.
Speciale enti locali
Occorre lavorare ad un progetto che punti alla realizzazione di strutture stabili da contrapporre alla politica dell'effimero per il recupero e la valorizzazione delle identità storiche e culturali del territorio.
Speciale enti locali
Assistiamo all'affermazione del volontariato come alternativa e integrazione delle pr stazioni fornite dall'apparato burocratico. Una necessità etica e culturale più che una scelta politica.
Speciale enti locali
La questione ambientale è uno degli argomenti al centro della campagna elettorale che precede le ormai imminenti elezioni amministrative di maggio.
Rosolina 84
Intervista a Mauro Fabris
A Rosolina Mare il Movimento Giovanile si ritrova per discutere sui temi del localismo e dell'Amministrazione. La scelta importante della strada della proposta attraverso il confronto con il partito. Il ruolo fondamentale della formazione politica. Il passo di riconciliazione con la società non può escludere i giovani dal confronto politico.
Enti locali
Il convegno dell'ufficio nazionale formazione MGDC svoltosi a Lignano ha tentato di non fermarsi al semplice dato elettorale ma di ricercare le possibilità di impegno concreto nel potere locale e nell'amministrazione.
Enti locali
Una nuova qualità della vita, non necessariamente legata alla concezione consumistica, ha bisogno di una nuova politica del • comune per dispiegarsi appieno.
Enti locali
Viaggio nei dati delle amministrazioni locali che non seguono le indicazioni dei partiti nazionali. In quasi tutte le provincie è presente almeno un comune dove governa una alleanza DC-PCI
Enti locali
Mentre l'aula di Montecitorio si prepara a discutere la riforma delle Autonomie locali, i giovani dc si interrogano sull'impegno nel territorio.
Autonomie
Le autonomie locali come strumento di cambiamento nella riflessione che riceviamo e volentieri pubblichiamo del Presidente dell'Associazione Regionale dei giovani amministratori calabresi.
Una, dieci, cento italie