Guida alla riforma
La Repubblica, entro tre anni dall'entrata in vigore della Costituzione, adegua le sue leggi alle esigenze delle autonomie locali e alla competenza legislativa attribuita alle Regioni. Cosi', semplicemente, proclama la nona disposizione transitoria della Costituzione. Una Costituzione che troppi danno per morta, obsoleta, e che invece, giorno dopo giorno, ci accorgiamo che, in numerose sue parti, avrebbe soprattutto bisogno di una corretta applicazione. Ma procediamo con ordine. Tre anni, dice la legge fondamentale della Repubblica. E invece ce ne sono voluti quaranta in più perché il Parlamento riuscisse, dopo polemiche, voti di fiducia e compromessi non sempre nobili, ad approvare il nuovo "Ordinamento delle autonomie locali", quella Legge 142/90 che mette mano, tentando di disciplinarlo, all'intero settore. Un settore che aveva continuato ad evolversi, e a subire degli aggiustamenti tampone, che andavano tutti ad impiantarsi su una disciplina generale datata 1934 e, per certi aspetti, al vecchio testo unico delle leggi comunali e provinciali del 1915.
Le maggiori innovazioni riguardano l'autonomia statutaria riconosciuta ai comuni, la potestà regolamentare, la creazione delle aree metropolitane per le zone comprendenti i comuni di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari, Napoli "e gli altri comuni che abbiano con esse rapporti di stretta integrazione". E poi, la distinzione tra attività della giunta e l'attività del consiglio, con l'attribuzione alla giunta di tutte le competenze deliberative non espressamente riservate al consiglio, capovolgendo completamente la prospettiva della legge precedente. E ancora, l'istituzione della sfiducia costruttiva, che renderà di fatto più stabili le coalizioni di governo, evitando l'apertura di crisi al buio. Di notevole importanza anche la previsione istituzionale di un difensore civico, la previsione di strumenti di partecipazione dei cittadini, la distinzione tra competenze politiche e amministrative. Il tutto legato ad una serie di adempimenti previsti per gli enti locali interessati, che occuperanno tali enti di qui al '92.
L'adempimento più importante è comunque quello previsto, dopo una proroga di quattro mesi, per il 17 ottobre di quest'anno, cioè la scadenza finale per l'approvazione degli Statuti della quale parliamo più estesamente nel prossimo articolo che servirà anche ad evidenziare i limiti della nuova normativa degli enti locali.














































