GIO’ Polis
pagina 37
Partiti, istituzioni e potere

La riforma della pubblica amministrazione

Nuova Politica - La riforma della pubblica amministrazione pagina 37

C'è un'esperienza almeno che accomuna gli italiani: al Sud come al Nord, i professori universitari come gli operai dell'industria, tutti, prima o poi, hanno dovuto confrontarsi e scontrarsi con le kafkiane inefficienze della pubblica amministrazione.

Quante volte dopo un'estenuante fila allo sportello ci si è sentiti rispondere "non so", "il collega che se ne occupa non c'è", "provi a ripassare la settimana prossima".

Attraverso il vetro l'impiegato guarda annoiato; è una persona come tante ma al di là del bancone assume un aspetto buio e impenetrabile, la faccia più immediatamente percepibile dello Stato. Le eccezioni non mancano, ovviamente, ma la sostanza non cambia. Rivolgersi alla pubblica amministrazione è il più delle volte come partecipare ad un gioco a premi di cui non si conoscono bene le regole; tutto viene affidato alla fortuna: se va bene il documento è pronto, la pratica evasa, altrimenti ci si può sentir dire: "Ritenta, sarai più fortunato".

Una piccola breccia si è però aperta in questo muro di estraneità ed incomunicabilità.

Poco più di un anno fa, il 7 agosto del 1990, il Parlamento italiano ha approvato la legge 241 sulla trasparenza del procedimento amministrativo e il diritto di accesso agli atti della pubblica amministrazione. Una legge che promette trasparenza, partecipazione ed efficienza, la cui attuazione è però in forte ritardo. Qualche tentativo di applicazione da parte degli enti locali, ma mancano ancora i regolamenti di attuazione che dovevano essere approvati diversi mesi fa dal Governo.

Nonostante le prevedibili difficoltà di attuazione ve- diamo le principali novità introdotte dalla legge 241 con la con consapevolezza che dovrebbero diventare oggetto di una seria e salutare battaglia politica.

Niente più attese senza fine: per ogni procedimento verranno stabiliti termini certi, in caso contrario le procedure non potranno durare più di trenta giorni.

Finite anche le corse fra un ufficio e l'altro alla ricerca di chi si sta occupando della pratica, perché d'ora in poi per ognuna di esse sarà nominato un responsabile; e se l'attività coinvolge più amministrazioni, queste si riuniranno in "conferenze di servizi" in cui concordare la via da seguire e scambiarsi le eventuali autorizzazioni necessarie. La pubblica amministrazione dovrà inoltre motivare ogni suo atto e informare dell'inizio del procedimento chiunque ne sia interessato. "Qualunque soggetto, portatore di interessi pubblici o privati, nonché' i portatori di interessi diffusi costituiti in associazioni o in comitati, cui possa derivare un pregiudizio dal provvedimento, hanno facoltà di intervenire nel procedimento" recita l'articolo 9. E ancora, "chiunque vi abbia interesse" potrà consultare gratuitamente i documenti amministrativi, e ottenerne una copia, rimborsando solamente il costo di riproduzione.

È probabilmente sufficiente questa breve sintesi per rendersi conto che la nuova normativa, se realmente applicata, potrebbe avere una portata eccezionale.

Mentre oggi la rapidità nel rispondere alle richieste dei cittadini è affidata alla cortesia degli impiegati, con le nuove disposizioni diverrà un loro dovere e, conseguentemente, un diritto dei cittadini, da far valere anche di fronte al giudice.

Ma c'è di più. Se le buone intenzioni raccolte nella legge 241 dovessero tradursi in fatti, vedremmo crollare uno dei pilastri su cui poggia gran parte della nostra macchina pubblica: la raccomandazione. Oggi è uno dei requisiti essenziali per dare inizio a qualsiasi procedimento, al pari della marca da bollo e della firma posta in calce ad una richiesta. È entrata a far parte delle procedure amministrative, ma soprattutto, si è imposta nella cultura della gente. E la colpa è certo dei politici e dei funzionari, ma anche di quei cittadini che fanno la fila allo sportello, che accettano di vedere i loro diritti ridotti a favori, spesso ricambiati.

Se l'amministrazione pubblica iniziasse a funzionare senza interventi paralleli, allora la raccomandazione e tutto il sistema clientelare perderebbero ogni ragione di esistenza. Insomma, sarebbe una vera rivoluzione.

Costituzione

Articolo 97

l pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione.

Nell'ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari.

Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge.

Ma come si vota all'estero?
... e giustizia per tutti

Articoli correlati

Totale: 18
Riforma della scuola
Finalmente la riforma degli studi superiori sembra avviata a felice conclusione. Occorre però ricreare le condizioni per un serio dibattito culturale affinché non si tratti di una semplice operazione di ingegneria. §colastica.
Servizio di leva
L'impegno del Movimento giovanile DC per ripensare e cambiare il servizio di leva. Limiti e contraddizioni del progetto di legge, approvato dalla commissione difesa della camera, sulla riforma della leva: una proposta inadeguata da modificare assolutamente.
Riforma elettorale
Riformare le leggi elettorali per garantire al Paese una maggiore stabilità. Per la DC è necessario favorire l'aggregazione di maggioranze omogenee di coalizione.
Dibattiti
Il processo di riforme istituzionali di cui tanto si è parlato nei mesi scorsi sembra essere finalmente ad una svolta. Spetta ora a tutte le forze politiche agire con rapidità e saggezza nello spirito del dettato costituzionale.
La legge del mese
A distanza di trenta anni la proposta di legge del senatore Luigi Sturzo è ancora quanto mai attuale: se ne è parlato in un incontro del Centro Internazionale Studi Sturziani.
Enti locali
Mentre l'aula di Montecitorio si prepara a discutere la riforma delle Autonomie locali, i giovani dc si interrogano sull'impegno nel territorio.
Università
Pubblichiamo il testo integrale del documento approvato all'unanimità dalla Direzione nazionale del movimento giovanile, e che funge da «cappello» ai programmi presentati in ogni singola situazione universitaria dai giovani dc.
Partiti, istituzioni e potere
Partiti, istituzioni e potere