Riportiamo qui di seguito alcuni passi significativi del pensiero di Bobo Ruffilli, grande costituzionalista ed amico, assassinato inerme dalle Brigate Rosse per la sua volontà di riformare le nostre istituzioni.
''La Costituzione del 1948 mantiene una piena validità. Essa presenta indicazioni puntuali e potenzialità da sviluppare che costituiscono il miglior punto di riferimento per l'adeguamento del sistema dei partiti e dei poteri alle grandi e complesse trasformazioni verificatesi nella società italiana. Su questa base la Dc continua a ribadire la tesi che le riforme istituzionali, se vogliono essere indirizzate allo sviluppo delle conquiste della democrazia repubblicana con il superamento dei limiti emersi, debbono collegarsi ad un "perfezionamento" della Costituzione, al difuori della logica della grande rottura, dagli esiti imprevedibili, come di quella dei piccoli interventi conservativi ormai inefficienti. Ma per muoversi in tale direzione il passaggio decisivo è costituito da scelte coraggiose dei partiti che superino la tentazione ricorrente di piegare le riforme alla precostituzione della posizione più vantaggiosa per il singolo partito a detrimento degli altri."
''Le esigenze significative da perseguire nel contesto italiano sono sostanzialmente due. La prima è quella di consentire che, malgrado il carattere multipartitico del sistema politico, e ferma restando un'ispirazione sostanzialmente proporzionale del sistema elettorale, i cittadini possano, col loro voto, pronunciarsi non solo sul peso relativo della rappresentanza di ogni forza politica e di ogni partito, ma anche sulla maggioranza di governo.
La seconda è quella di contemperare l'istanza per un riavvicinamento fra eletti ed elettori, finalizzata ad una più autentica rappresentanza delle realtà locali con, all'opposto, l'istanza per trovare modi e forme in virtù delle quali siano rappresentate nel Parlamento le indicazioni generali dell' intera comunità nazionale, secondo modalità che non rimettano necessariamente e soltanto all'organizzazione dei partiti il compito di sintesi, ma affidando istituzionalmente tale ruolo anche ad una parte degli eletti."
"Le diverse proposte per svolgimenti in senso maggioritario del nostro sistema elettorale danno risposta all'esigenza di arrivare a maggioranze di governo stabili, durature ed efficienti, attraverso la scelta diretta da parte dell'elettorato. Tali proposte mirano a superare il meccanismo di una delega, più o meno in bianco, ai partiti, frutto di un sistema multipartitico nel quale ogni forza politica si comporta come se potesse conseguire la maggioranza assoluta, per poi contrattare senza vincoli, ed ormai senza regole, il peso del consenso ricevuto per la formazione della coalizione di governo.
La possibilità per i cittadini di partecipare davvero alla decisione politica passa attraverso un sistema elettorale adeguato.
Non si può affermare, come è stato detto nel congresso Psi, che si vogliono "riformare" le due egemonie, quella democristiana e quella comunista, e per contro porre nei fatti una specie di nuova egemonia, legata alla "rendita di posizione" e ad un ruolo determinante per la formazione di qualsiasi maggioranza
È legittimo, sia chiaro, che ogni forza politica si candidi come guida di una possibile maggioranza, ma occorre che ciò avvenga all'interno di regole concordate per la convivenza dei partiti all'interno delle istituzioni."
























