Giunte locali. Anomala sarà lei
Le elezioni amministrative di maggio e giugno scorso, seppur coinvolgono solo una minima parte dell'elettorato, possono essere considerate una verifica per molti piccoli e grandi centri dove si sta attuando un sistema politico alternativo al pentapartito.
Si tratta di alleare DC-PCI ed altri partiti, in genere i partiti laici.
Oggi la complessa geografia politica italiana è caratterizzata anche da comuni dove le cosiddette «giunte anomale» governano in un clima di buona collaborazione.
Uno degli uomini che ha portato avanti un discorso di alleanze politiche nuove è Leoluca Orlando, coraggioso sindaco di Palermo. Il capoluogo siciliano è governato dal dicembre 1987 da una giunta composta da democristiani, socialdemocratici, verdi e consiglieri della sinistra indipendente, con l'appoggio esterno del partito Comunista.
Sempre nel Sud troviamo due capoluoghi di provincia governati da alleanze tra democristiani e Forze di sinistra. Si tratta di Brindisi e Taranto. Nel primo caso l'accordo tra i due maggiori partiti, democristiano e comunista, si è avuto al Comune allargando la partecipazione del governo locale ai repubblicani. Nel secondo caso la «giunta anomala» governa nell'amministrazione provinciale dove si ripetono le stesse alleanze di Brindisi.
Tuttavia è nel Lazio che si ha il primo vero e proprio esperimento di governo alternativo degli enti locali. A Rieti la Democrazia Cristiana ha esteso la formula tripartitica DC-PCI-PRI oltre al che al comune capoluogo e all'amministrazione provinciale anche agli altri enti locali quali le UU.SS.LL.
La nuova alleanza è nata agli inizi dell'88 quando la lotta interna del partito socialista, allora alleato democristiano, non permettevano l'attuazione delle scelte programmatiche ed impedivano qualsiasi tipo di governo per la città e per l'intera provincia.
Continuando il viaggio tra le città governate dalla «giunta anomala» arriviamo in Toscana. A Massa troviamo una giunta PCI-DC-PRI-PSDI che sostituisce la giunta di sinistra dove figurava in ottima posizione il Partito Socialista che aveva eletto un proprio sindaco.
In questa breve scheda abbiamo preso in considerazione solo i capoluoghi di provincia dove si sono attuate delle maggioranze anomale, mentre per ragioni di spazio abbiamo tralasciato di parlare di altri centri.
Si può dire con certezza che in quasi tutte le provincie è presente almeno un comune dove si ha un'alleanza DCPCI e molti di questi comuni sono stati interessati dalla prova elettorale del 29 e 30 maggio, con risultati che hanno premiato in massima parte una DC disposta a dare spazio più ai cittadini che alle teorie «pendolari» del PSI, in giunta sempre e comunque purché ci sia qualche assessorato in palio.






























