La scelta di militare nel MGDC
«Il giovane è un cattivo ascoltatore di discorsi, di morale, e di politica a causa della sua inesperienza dei fatti della vita». Questa affermazione di Aristotele fatta ventiquattro secoli fa, generalizzando, ancor oggi possiamo riscontrarla nella crescente distanza esistente tra la sfera della politica e il mondo giovanile, viene smentita dall'esistenza e dalla nascita di movimenti giovanili all'interno dei partiti, tesi verso una feconda partecipazione per l'attuazione di un reale «PROGETTO POLITICA».
Non dobbiamo disconoscere che, la situazione attuale è sempre in via di evoluzione e così da circa venti anni nei giovani sta maturando una coscienza politica sempre più consapevole, della necessità di ricreare nelle strutture delle basi solide, orientate verso un futuro e perfettamente aderenti, per un prog tto di crescita politica e sociale. Non quindi più, il basarsi su erronee valutazioni di politica come «cosa sporca» o come «gioco per adulti», ma come l'essere chiamati in causa testimoniando e portando avanti con coraggio i propri ideali per soffocare il qualunquismo in cui tendono a mantenerci le tradizionali forze politiche, per giungere a riscoprire il giusto significato di convivenza democratica come attiva partecipazione alla vita della nostra società, con continuo impegno di moralità assoluta. Devono essere quindi rivisti i molti giudizi negativi dati ai giovani, il più delle volte approssimativi e accondiscendente, alla luce di ciò che accade nella nostra realtà politica di giovani impegnati nelle strutture per un rinnovo reale e concreto, rivolgendoci verso una scelta di ristrutturazione e di crescita nell'ambito dei vari partiti dell'arco costituzionale come dimostrazione di impegno e, spetta a noi giovani democristiani iniziare l'opera nell'ambito del nostro partito, fin troppo accusato di «tradizionalismo» nelle scelte e nelle direttive. In questo cammino bisogna tener conto del valore dei convegni dei GIOVANI DC dove i nostri movimenti giovanili devono prendere la spinta e lo stimolo a intraprendere un cammino responsabile.
È appunto così che inizia la nostra esperienza di giovani democristiani della XI circoscrizione di Roma al convegno, il FESTIVAL NAZIONALE DEI GIOVANI DC, del settembre 85, dove ci siamo trovati insieme ad altre migliaia di giovani, tutti accomunati dalla voglia di costruire insieme, dal desiderio di ritrovare quei valori forse troppo dimenticati nel passato.
Questa voglia non ci ha abbandonato quando siamo tornati nella nostra realtà di quartiere da sempre tesa verso altri lidi o, negli ultimi anni, totalmente indifferente all'evoluzioni politiche, lasciando quindi libertà di fare il bello e il cattivo tempo alle altre formazioni partitiche presenti nella zona.
Abbiamo così cominciato a ripristinare la struttura di quadro circoscrizionale esistente ma inoperosa, cercando di costruire insieme delle basi solide per una presenza attiva e qualitativamente valida nella nostra realtà politica contrastando il cammino delle altre formazioni giovanili partitiche.
Ed è chiaro che, prima di iniziare la nostra attività di giovani democristiani abbiamo voluto definire la nostra concezione di democrazia, basata questa sulla nostra comune esperienza di cristiani provenienti da una associazione di natura cattolica e sulla base della nostra scelta abbiamo cercato di incamminarci verso una sempre e matura coscienza politica, avente come base e presenza costante l'imprescindibilità di un interesse partecipato, il prendere le mosse da una dimensione formativa permanente, l'apertura di canali di dialogo all'interno della struttura di partito, e l'impegno concreto, ben calibrato, a partire dalla dimensione del territorio dove era presente l'ideale democratico (quartiere, circoscrizione, organi collegiali scolastici e tutte le varie partecipazioni dell'espressioni democristiane).
Le verifiche di questo cammino le abbiamo avute in primo luogo nell'ambito scolastico, dove abbiamo aperto un dialogo con i responsabili circoscrizionali delle liste di ispirazione cristiana presenti nelle scuole, inteso a far maturare in loro una coscienza politica e a farci considerare il punto di appoggio per una migliore penetrazione dell'ideale democratico e una migliore crescita qualitativa della struttura scolastica; in secondo luogo ci siamo resi presenti nel quartiere con delle iniziative, socialmente utili, atte a migliorare le condizioni in cui versa.
Inoltre, nella nostra realtà circoscrizionale, di una Roma troppo dispersiva, il vento innovatore dei giovani democristiani ha portato, nel giro di quattro anni, da prima all'elezione a consigliere circoscrizionale, uno di noi, un giovane di sani principi cristiani, di appena ventotto anni, che è emerso nella vasta realtà politica del nostro partito formata dai volti tradizionali che tutti conoscono. Ciò testimonia come i giovani della Democrazia Cristiana riescono a restituire al partito quella credibilità persa agli occhi della gente comune, che nelle amministrative del maggio 85 ha dato fiducia ai molti candidati giovani presenti nelle liste della DC.
Si auspica quindi a questo punto un dialogo migliore e una critica umiltà, per una crescita qualitativa, fra le forze «tradizionali» e «secolari», e le nuove forze che potrà portare a far sì che la Democrazia Cristiana si possa presentare, in questo periodo che oseremo chiamare «degli obiettivi confusi e degli ideali dispersi» con una ventata di fiducia nei vertici della dirigenza, e con una valida alternativa nella realtà politica del nostro paese.
Movimento Giovanile D.C.
XI Circoscrizione Roma

















































