Dall'Università una nuova proposta di impegno politico: Dialogo e Rinnovamento
Dialogo e Rinnovamento comincia la sua attività politica e culturale in Università Cattolica, nel marzo '83, in occasione delle elezioni universitarie. Nasce dall'incontro di persone provenienti da diverse esperienze (il gruppo De Gasperi, la FUCI, il gruppo Confronto, la Lega Democratica...) e legate tra loro dalla volontà di partecipare e di lavorare insieme, non ai margini, ma dentro l'istituzione scolastica, condividendo la responsabilità di far crescere una coscienza universitaria più democratica. Su un programma e su questa volontà di capire la galassia universitaria, D&R chiese il consenso degli studenti: così con il 30% dei voti ottenne alla lista due seggi nel Consiglio di amministrazione ISU (Istituto per il diritto allo studio universitario) e l'ingresso in molti consigli di facoltà. Le elezioni '85 non solo confermarono il consenso precedente, ma lo aumentarono al 36%. In questi anni il gruppo D&R è venuto maturando la propria identità e la propria proposta; si è dato strumenti formativi e informativi come il giornale, i momenti di riflessione politica e culturale, una rete di rapporti con altre università e con realtà appartenenti all'area del cattolicesimo democratico. D&R si è così consolidato nelle scelte di fondo che lo caratterizzano. Anzitutto la scena politica, cioè la scelta di stare nelle istituzioni per riavvicinarle alla realtà della base; raccogliere e interpretare le istanze che vengono dagli studenti perché le strutture siano sempre più idonee a recepire tali istanze, soprattutto se vengono da studenti meno abbienti, più disagiati, più deboli.
Scelta politica significa inoltre pensare la propria ispirazione cristiana non in termini di un presenzialismo integrista, ma di un modo esigente di vivere la propria vocazione a condividere, in un cammino comune, le responsabilità della 'polis', della comunità universitaria.
Poi la scelta dell'autonomia dai partiti e dalle ideologie; D&R è un gruppo che crede nei «mezzi poveri», cioè che sa mettere la propria libertà di azione e di scelta al primo posto, per non cedere alle logiche di schieramento e di corporazione. È un gruppo post-ideologico, non per moda giovanilistica, ma per essere liberi di fare politica in modo nuovo, concreto, flessibile, così come richiede la complessità della società; così come è necessario in tempi di rapido mutamento e di esodo definitivo da ogni filosofia della storia, da ogni messianismo.
Ci caratterizza inoltre una chiara scelta di democraticità, cioè l'ostinata convinzione che il dialogo e la discussione sono gli strumenti più idonei al fine di promuovere la partecipazione e la coscienza. politica in università. Scegliere il dialogo significa credere nella pluralità di idee e opinioni, nel pluralismo delle e nelle istituzioni; significa optare ger la trasparenza gestionale e la giustizia distributiva; significa credere che la moralità non è un contenuto astratto da immettere nella politica, ma è la 'conditio sine qua non' del nostro e di ogni vero fare politica. Pertanto non ci sembrai n contraddizione la fiducia nel volontariato (anche e soprattutto politico) con il senso dello stato, cioè con il rispetto delle regole istituzionali e dei meccanismi di decisione.
D&R, alla luce di queste scelte fondamentali ispirate alla laicità cristiana e alla solidarietà, si è impegnato sui temi e sui problemi che concernono la 'salute attuale' dell'università: vale a dire la sua crisi culturale, le difficoltà di aggiornamento della didattica (semestralizzazione, nuove tecnologie, ...), l'attuazione del diritto allo studio (mense, collegi, servizi librari, servizi orientamento, ecc.). Per affrontare questi problemi il gruppo D&R ha formato delle commissioni di studio, per sostenere l'opera dei rappresentanti degli studenti in consiglio di facoltà e di amministrazione. Così come D&R ha promosso (insieme alla FUCI in U.C.) dei «gruppi di facoltà» che mirano a sensibilizzare la base sui problemi comuni ai singoli corsi di laurea, ad accogliere le matricole e a far maturare una sensibilità culturale oltre gli specialismi e lo spirito corporativo. Ma l'attenzione all'università non significa chiusura verso le problematiche del territorio e della politica nazionale e internazionale, anzi. Incontri residenziali (a Olcio, a Lentate) sono stati proposti in vista di allargare l'orizzonte del nostro impegno, per fondarlo sia scientificamente che moralmente, e per far dialogare tra loro persone ed esperienze diverse, come le varie sedi dell'U.C. (Roma, Brescia, Piacenza, Milano) e le altre realtà politiche simili alla nostra. La prospettiva di D&R è aperta infatti su questo allargamento di orizzonte: si sta ormai lavorando a livello nazionale con un coordinamento che intende presentarsi come soggetto politico e che ha di mira la diffusione dell'esperienza di D&R in altri atenei del Paese. I contatti si stanno moltiplicando; il giornale è strumento privilegiato di questa comunicazione che, se superficialmente registra l'ordinaria amministrazione dei problemi universitari, in profondità è condivisione di una medesima tensione morale, di un esigente metodo d'azione e di pensiero, di un medesimo scegliere di stare nella storia assumendoci la fatica di usare gli utensili della storia stessa, assumendoci la fatica di mediare, nella laicità, la nostra ispirazione cristiana, cioè la fatica del discernimento e dell'operare secondo giustizia.
D&R, come tutte le esperienze politiche, ha i suoi innegabili limiti; ma riconoscerli è già superarli, in una concezione non totalizzante della politica e, forse per questo, più autentica, più aderente alla realtà degli studenti. È nostra convinzione che il valore di questo lavoro sta non tanto (non solo) nell'efficacia delle decisioni prese o che si riesce a condizionare, quanto (soprattutto) nella disponibilità di molti a entrare in una militanza politica segnata appunto dallo stile della laicità, dall'autonomia ideologica, dalla fatica di capire il cambiamento per agire convenientemente.
Dunque, oltre ogni preoccupazione di proselitismo, è possibile partecipare a Dialogo e Rinnovamento, perché i valori da noi creduti non sono nostri, madi chiunque condivide le sorti della scuola pubblica, di chiunque crede nel rinnovamento della politica rispettando le «regole del gioco» democratico.

































