Le quattro mozioni approvate
Conferenza di pace europea per l'Irlanda
Da molti anni la Comunità economica europea ed il Parlamento di Strasburgo in particolare, costituiscono un punto di riferimento internazionale per molti popoli e nazioni tormentate o in cui i processi di democrazia sono agli inizi.
Ciò è dovuto, in positivo, alla crescita politica ed economica degli Stati membri ed alla loro influenza internazionale, mentre in negativo ciò è legato alla crisi che continua da anni ormai senza soluzione di continuità (si pensi alle forze di interposizione Onu ormai regolarmente sostituite da quelle multinazionali, come in Libano) delle Nazioni unite, bloccate da veti incrociati del Consiglio di Sicurezza e dalle incrostazioni regolamentari e statutarie di cui si discute da tempo.
Proprio per questi motivi, di tipo politico-diplomatici la Cee ed il parlamento europeo hanno necessità di garantire sempre più una immagine politica pari alla sostanza di unione politica esemplare dal punto di vista della garanzia delle libertà politiche individuali e collettive specifiche e della democrazia in generale.
A tal fine non è più tollerabile una situazione di non rispetto delle minoranze etniche-linguistiche culturali. Ma a maggior ragione non è tollerabile una mancanza di rispetto alle aspirazioni legittime di autodeterminazione di un popolo intero quale quello della nazione irlandese.
La presenza della Gran Bretagna nell'Irlanda del Nord, infatti, si configura come una vera e propria «rimanenza» di colonialismo. Tanto più grave perché operato da un paese membro della Cee su di un altro Paese membro anch'esso della stessa comunità.
L'Irlanda è storicamente, geograficamente, culturalmente un popolo solo, che deve potersi unire agli altri popoli che formeranno l'unità europea futura in piena libertà.
Noi del Mgdc crediamo che con l'autodeterminazione e la nonviolenza si debba sanare al più presto una ferita che di per sé produce divisioni e sofferenza in una nazione che può vivere e deve vivere la ricchezza di religioni e forme mentali diverse.
Per questo proponiamo al Ppe di farsi promotore, nel Parlamento europeo e nella Commissione europea con i responsabili italiani (quindi attraverso anche il Parlamento ed il Governo della Repubblica Italiana), di una Conferenza Europea di pacificazione per l'Irlanda, che restituisca l'Irlanda agli irlandesi nel rispetto delle diversità e nella valorizzazione della democrazia secondo il metodo della non-violenza.
La sfida dell'istruzione
L'unificazione europea si gioca anche a livello d'istruzione. Anche in questo ambito insomma l'obiettivo di rendere i cittadini della comunità più sensibili al ruolo che l'istruzione svolge. Nella loro vita quotidiana non è stato raggiunto.
Si tratta di conferire una dimensione europea al livello dell'istruzione e di fornire i mezzi alla comunità per essere presenti nei settori della ricerca e della tecnologia.
Noi proponiamo quindi di accelerare la politica di integrazione comunitaria sulla politica per l'istruzione realizzando i seguenti obiettivi:
- riconoscimento dei titoli scolastici e professionali conseguiti in uno Stato da parte dei datori di lavoro in un altro Stato;
- studio obbligatorio per tutto il corso degli studi compreso il percorso universitario di una seconda lingua comunitaria;
- accelerazione dei processi di integrazione culturale quali il progetto Erasmus Yes;
- introduzione di un corso obbligatorio per gli studenti superiori di cultura europea non necessariamente esaminabile ma che preveda lo studio dei principali pensatori e letterati europei.
Una commissione speciale per il diritto giovanile
Tenuto conto della rilevanza della questione giovanile in Europa e singolarmente in Paesi membri della Cee;
Visto l'impegno delle organizzazioni giovanili per l'unificazione europea, all'est come nell'ovest; Auspicando che le intenzioni espresse dai Ministri per le questioni giovanili dei paesi membri della Cee divengano realtà; Considerando l'importanza di una unificazione anticipatrice di codici comuni per l'Europa unita;
Il Mgdc propone al Parlamento europeo e, in esso, al Ppe l'istituzione di una Commissione speciale per la parificazione del diritto relativo alle giovani generazioni.
Essa deve in tempi certi e stabiliti, definire una analisi della situazione attuale, delimitando le «aree» di intervento e possibilmente integrare, dove possibile, le diverse regolamentazioni relative a fatti sociali, economici e politici proponendo un codice o una «normativa-quadro» di riferimento per tutti i paesi membri della Cee, e non solo per essa.
A tale Commissione dovranno entrare a far parte membri dell'associazionismo giovanile e rappresentanti del Forum europeo della gioventù.
La carta di cittadinanza
Il processo di unificazione europea risente fortemente di una impostazione economicistica e, a tratti, liberistica.
Riteniamo invece che detto processo potrà avere nuovo sviluppo se si terrà anche conto dei cambiamenti sociali e culturali avvenuti nel «vecchio continente» che recano con sé nuove domande delle singole società civili nazionali e della società europea nel suo insieme.
Unificazione vuol dire dunque anche unificazione delle risposte in positivo alle domande culturali e ricreative della gioventù europea. Ciò significa la possibilità non solo di tipo turistico, già offerte da varie associazioni di tipo turistico-ricreative, ma l'accesso a beni culturali ed ambientali senza limiti che non siano quelli di legge.
Ed inoltre, l'accesso, sulla base di parità legislative nel campo della scuola, dell'università, delle Belle Arti, della cultura in genere, ad ogni dato di tipo formativo ed informativo (banche dati, istituti di analisi e ricerca, istituzioni e fondazioni culturali, circoli ricreativi). Per questo l'Mgdc propone l'istituzione di una carta di cittadinanza europea che garantisca nei fatti tale accesso e divenga dal punto di vista ideale e pratico un riferimento base per ogni istituzione europea nel campo dei rapporti con i giovani.





















































