Europeisti convinti per costruire la pace
I problemi e le risorse di una società non sono oggi più componibili e assimilabili in un contesto nazionale. L'Informazione, la Scienza, l'Economia da tempo si sono «internazionalizzate», la politica anche.
Poiché è la risoluzione dei problemi e «il governo» delle risorse a determinare il consenso che, a sua volta, è alla base di ogni Democrazia, oggi più che mai, l'unità economica, scientifica e anche politica dell'Europa assume un valore decisivo.
Spagna, Portogallo e Grecia, ad esempio, difficilmente avrebbero imboccato la strada della democrazia se non fossero state in qualche modo coinvolte in un contesto europeo.
I giovani che vogliono meritarsi le opportunità che il nostro sistema democratico e il progresso tecnologico mettono a loro disposizione, non possono non essere «europeisti» convinti.
I giovani che vogliono contribuire a costruire la Pace non possono non essere «europeisti» convinti!
L'unità dell'Europa, l'amicizia fra i suoi popoli e la cooperazione fra i suoi Stati sono elementi decisivi per l'affermazione della Pace nel mondo.
Basta ricordare che la rivalità fra gli Stati europei, prima ha determinato il «colonialismo» e poi, nella prima metà di questo secolo, due guerre mondiali, l'olocausto dei campi di concentramento, la sconfitta pagata con la separazione del continente.
Un muro divide una nazione e fa sì che oggi conosciamo meglio i nostri coetanei giapponesi o americani che i giovani di Sofia o di Lipsia.
Riscatto morale dell'Europa
Non possono non credere nell'Europa i giovani che pensano che il problema del sottosviluppo sia fra i più gravi del nostro tempo.
Il dialogo e la cooperazione fra Paesi ricchi e poveri è importante almeno quanto quello fra Est e Ovest. La politica di cooperazione con i Paesi più poveri che la CEE ha sviluppato con i trattati di Lomé coinvolge più di cento paesi e milioni di persone fra le più sfortunate della terra.
I governi europei e la Comunità Europea investono molto nella politica di cooperazione che ha obiettivi non di mera assistenza ma di coinvolgimento delle popolazioni interessate.
La cooperazione economica e culturale fra gli Stati europei, i poteri affidati a un Parlamento europeo eletto a suffragio universale, la promozione di politiche di sviluppo verso il Terzo Mondo, un rapido e qualificato sviluppo tecnologico, rappresentavano conquiste addirittura incredibili solo quarant'anni fa!
Potremmo parlare di «riscatto morale» dell'Europa.
La Democrazia Cristiana, i suoi uomini, le sue convinzioni, sono stati determinanti per il raggiungimento di questi risultati.
Ora occorre andare avanti perché molto c'è ancora da fare e perché, a questo mondo, nessun traguardo è definitivo. L'Europa ha ora bisogno di unità politica e non è con gli esempi della conservatrice Thatcher e del socialista Papandreu che l'Europa andrà avanti. Per costoro essa è solo un contenitore dal quale si può prelevare liberamente senza mai mettere niente. Da De Gasperi a oggi la DC è la forza che più ha contribuito al rilancio dell'Europa e per questo rimane la forza più affidabile e coerente e unita, la sola che ha saputo costituire un autonomo e autentico partito europeo. L'Europa è per i giovani una necessità e un obiettivo concreto. Sui grandi temi della Pace, dello sviluppo, della libertà, della giustizia dell'Europa può dire molto di più di ogni singolo stato. Il superamento delle frontiere, anche per quanto riguarda i titoli di studio, il mercato del lavoro, il livello di salario, sono bisogni reali per la gioventù europea. Le idee, gli ideali, i bisogni dei giovani, possono trovare soddisfazione in una più solidale cooperazione fra gli Stati europei. Sul piano internazionale la DC ha delle responsabilità primarie proprio per il ruolo che gioca in Europa e che l'Europa ha nel mondo. La DC può e deve onorarle.




















































