«I giovani e la pace camminano insieme»
L'niziativa di Bergamo, il GIO' 1 1985 dei giovani dc, ha dimostrato che questa generazione ha realmente scelto un impegno politico «in mare aperto» come amava dire Aldo Moro.
La via lungo la quale, come movimento giovanile, stiamo camminando, è quella del partito nuovo. Ciò per investire il patrimonio di una idealità di pensiero in movimento e la ricchezza ancora viva di un fervore di popolo che confluisce nelle nostre file in un coraggioso confronto con la società civile che si evolve, e si espone alle sue correnti dinamiche, come protagonisti del nuovo, e non come sovrastrutture o come conseguenze che con il vecchio verranno spazzate via.
Il nuovo c'è, questo nuovo che emerge sempre più vivacemente sono i giovani che dovranno affrontare il terzo millennio: sono le ansie e le speranze di uno spaccato generazionale, che considera la politica uno strumento fondamentale del vivere sociale, come gestione in positivo del cambiamento d'epoca.
Così, Maiori, Milano, Bari, Bergamo, per il movimento giovanile democratico cristiano, rappresentano le tappe di un progetto politico più ampio e articolato che cerca di affermarsi con qualità e prestigio.
Trentamila giovani dc, a Bergamo, hanno dimostrato che è possibile,essere giovani al di là del mito e al di là del rito, per rendersi consapevoli che «tutto va amato e riconquistato: il passato, le utopie rivoluzionarie, le speranze di educare l'uomo, l'educazione stessa, la solidarietà tra gli uomini, la tecnica, la libera espressione, la voglia di combattere per affermare che la pace è con i giovani».
Ecco una generazione fortunata... L'iniziativa denominata GIO' 2 Boat, in attesa di partire, si propone di scandagliare profondamente la realtà che ci circonda per dare spazio e voce non solo alla parola detta o scritta, ma per utilizzare un arco amplissimo di messaggi culturali attraverso i media: da quelli più tradizionali a quelli moderni e modernissimi per cominciare, per testimoniare, per affermare che i giovani sono impegnati a costruire una società migliore, una prospettiva di pace più vicina al quotidiano di tutti, e tale da utilizzare e sollecitare il sapere e il fare in vari campi per arricchirsi di indicazioni e contenuti concreti, per parlare meglio ai giovani e alla gente della pace come bene universale.
Le motivazioni contenute nell'iniziativa GIO' 2 Boat, sollecitando creatività e fantasia, hanno spinto «l'idea» a inventare un itinerario-testimonianza, la cui intrinseca dinamica non può che essere vista alla luce degli ideali e dei valori di cui i giovani dc si sentono portatori, primo fra tutti, il senso cristiano della pace, alla luce anche di un adagio che afferma: «è meglio accendere una candela nel buio che maledire l'oscurità».
L'esperienza proposta dal GIO' 2 Boat non è una vacanza, è invece uno spazio culturale da usare in modo rigoroso e costruttivo per riflettere, studiare, analizzare, progettare, prospettare, per costruire un atto di fiducia verso l'uomo che vede nell'altro uomo un fratello: una dimensione culturale ed umana attraverso la quale è possibile operare per la pace. I giovani del GIO' 2 Boat vogliono manifestare solidarietà cristiana ai popoli in via di sviluppo, prospettando con coraggio a tutta l'opinione pubblica che la storia ha affidato, soprattutto, all'uomo credente il compito, certamente non facile, ma neppure impossibile, di sviluppare iniziative in favore della pace, del disarmo, di una sicurezza che i popoli, tutti i popoli, debbono reciprocamente garantirsi.
La segreteria nazionale del partito ha dato piena adesione a questa iniziativa, che, complessivamente coinvolgerà 60.000 giovani democratici cristiani di tutta Italia. Tra questi, coloro che hanno scelto di imbarcarsi sulla nave, dovranno versare una quota di partecipazione; ciò al fine di evitare equivoci sempre possibili, in ordine al clima di vacanza che l'iniziativa stessa potrebbe far generare.
L'itinerario terra-mare lungo le coste del mare Mediterraneo, vuole offrire la possibilità di «parlare» a tutti coloro che hanno qualcosa da dire o da proporre per promuovere una cultura della pace più attenta all'uomo, mirare alla liberazione dell'umanità, per rispondere alle attese, costruendo momenti reali di dialogo e di sereno confronto soprattutto con i più «lontani».
Ciò che salva l'uomo in qualunque latitudine viva, appartiene molto di più all'ordine della speranza e della fede che a quello della scienza e della tecnica. Giovanni Paolo II ha invitato i fedeli a «suscitare un movimento mondiale di preghiera per la pace che oltrepassi i confini delle singole nazioni e, coinvolgendo tutte le religioni, giunga ad abbracciare ogni angolo della terra».
I giovani, moltissimi giovani, sentono la responsabilità di fregiarsi del nome di cristiani-cattolici, quella identità che li fa non a parole ma nello stile di vita, sale e fermento per una civiltà che abbia il segno dell'uomo; doverosamente, allora, citiamo i campi scuola organizzati dall'Azione Cattolica: hanno il merito di far vivere a migliaia e migliaia di giovani l'opportunità di una vacanza che altrimenti non avrebbero; il grande raduno degli Scout italiani, la Rout nazionale: un momento intenso di crescita culturale ed umana all'insegna del tema «Le scelte per un mondo che cambia» e tra queste la pace, come condizione per l'esercizio della politica; il meeting per l'amicizia tra i popoli, promosso dal Movimento di Comunione e liberazione: una domanda al mondo dell'informazione tesa alla riappropriazione della comunicazione. Anche i giovani comunisti, promotori di «Africa», a Napoli, hanno richiamato la speranza dei giovani di tutto il mondo, il comune dovere di lottare contro la fame, il razzismo e la morte per fame.
Nella vasta realtà giovanile italiana, rivolta alla formazione politico-culturale della gioventù, si inserisce, pertanto, una iniziativa che il mondo giovanile democristiano si appresta a compiere, che vuole contribuire ad arricchire il tema della pace come libertà e diritto alla vita di cittadini inermi e pacifici. L'iniziativa è ambientata nel bacino del Mediterraneo, che deve tornare ad essere un «crocevia» di civiltà, di cultura e di progresso; l'habitat è la nave Achille Lauro che rappresenta la metafora dell'itinerario dei giovani dc attraverso i mari e le tempeste della vita; l'equipaggio è formato da giovani che intendono interrogarsi sui perché e sui come possibili dell'evoluzione umana, sulla genesi e sull'assenza della violenza, sulle possibilità di sviluppare una «filosofia per la pace»; la scena, tecnologica e spettacolare, segue le regole della ricerca di un progresso che non violenti e non alteri il fattore umano per non alterare il principio dell'equilibrio che è comunque dinamico e non statico; il contenuto, vario e articolato, si svilupperà durante i lavori di 20 seminari di studio per dare vita ad un confronto serrato ed approfondito sui principali temi della esistenza umana tra giovani dc e personalità della politica internazionale e della cultura, appartenenti ad aree politico-economiche-culturali diverse, con lo scopo di elaborare un progetto credibile per una strategia di pace.
La pace si costruisce con i contatti umani, suole dire Papa Woitjla: la strategia dei giovani dc mira a realizzare questo importante traguardo.
L'itinerario terra-mare prevede soste nei porti di Genova, La Spezia, Livorno, Napoli, Palermo: un modo, un senso, un'idea, un anello per congiungere e ampliare l'esperienza politica del GIO' 1, sostanziandola di contenuti nuovi e di più ampio interesse culturale ed umano, che esaltano valori e idealità, al di là dello spettacolare e dell'effimero.
I giovani dc, proprio perché convinti di vivere oggi, nel loro tempo, hanno decisamente imparato a vincere «da violenza» del silenzio: con la comunicazione l'uomo piò costruire una nuova civiltà: una ricerca pacifica di scambio, di cooperazione, di condivisione per saldare solidarietà e sofferenza, per vincere la fame, attraverso le vie dello sviluppo e dell'integrazione, per combattere l'emarginazione, la miseria, l'ingiustizia, allorquando, nell'animo umano l'amore vince l'odio e l'istinto di sopraffazione.
La proposta dei giovani democristiani per la pace, nel programma del GIÒ 2 Boat, contiene l'acquisizione di una coscienza planetaria più rispettosa delle aspirazioni di pace dell'uomo di oggi: una prospettazione che affonda la sua verità nella promozione della civiltà dell'amore, della fratellanza, di un senso più cristiano della vita.
Sono allestite nelle città ove la nave farà scalo, alcune feste dell'amicizia con lo scopo di arricchire l'attività volontaria partecipe, gioiosa, fantasiosa, creativ del popolo democristiano. Le feste dell'amicizia sono lo strumento ideale del partito per formare opinioni oltre e più che per trasmetterle, su di esse sventolano le bandiere bianche con lo scudo crociato: il segno di una identità che richiama in modo preciso iscritti e simpatizzanti, il popolo della festa che rivolge ma domanda di cultura, di politica, d1 uso del tempo libero, e si aspetta un'offerta,di qualità: un fatto di popolo, una realta entrata ormai nella tradizione e nella vita politica del partito, una strategia di comunicazione una elaborazione di confronto, senz; miti né retorica, fra generazioni, esperienze, p ofessionalità diverse: una opportumtà offerta ai giovani per uno speciale appuntamento con il partito e con la società italiana tra i problemi della gente, con le urgenze del Paese con l'Europa e la pace.
I giovani del GIO' 2 Boat sono pertanto impegnati a dimostrare che è falso credere di essere arrivati troppo tardi, in un mondo troppo vecchio, con equilibri ormai consolidati, dove tutto sarebbe già stato deciso e dove non ci sarebbe più niente da fare in favore dell'afferma ione d una cultura di pace: i giovam dc s1 sono dati appuntamento sull'Achille Lauro, per solcare «pacificamente» le acque agitate del Mediterraneo, perché si sentono destinatari della millenaria esperienza cristiana che considera essenziale edificare 1 pace attraverso il dialogo rispettoso di tutte le identità ed in particolare del diritto di ogni uomo ad una esiste a di dignità e di libertà e intendono scrivere una storia di pa'ce nel mare più conteso ed agitato d'Europa: non si tratta di una fantastica utopia, i fatti dimostreranno ancora una volta che l'utopia diviene realtà quando si è in tanti a credere nella stessa cosa, e noi, giovani dc abbiamo dimostrato di crederci, in que ta «cosa» e di essere considerevolmente tanti ad amare soprattutto la pace e di promuoverla non con la lotta ma con i metodi di pace.






















































