Signori e diletti Figli,
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Noi ci rallegriamo con voi di questo pensiero fedele [ossia, del ricordo dei compagni di guerra] e vi accogliamo tanto più volentieri, in quanto proprio una volontà di pace vi ha radunati da diversi paesi, un tempo in guerra gli uni contro gli altri. In un momento in cui tanti gravi conflitti minacciano il mondo, mentre talune zone da ormai troppo lungo tempo sono in preda a crudeli battaglie, noi sappiamo di poter fare affidamento su di voi, per lavorare con tutte le vostre forze al mantenimento della pace tra le nazioni e per far eco agli appelli che noi non cessiamo di lanciare in favore d'una pace giusta e vera.
Ai veterani di lingua inglese della battaglia di Montecassino noi ricordiamo che nell'abbazia in vetta al monte riposa custodito con grande venerazione il corpo di San Benedetto, che noi recentemente abbiamo proclamato santo patrono d'Europa.
Possa la sua intercessione ottenere per l'Europa e per il mondo quella tranquillità dell'ordine che è pace, unità e fraternità! Possano le vostre amare esperienze del tempo di guerra stimolarvi a pregare, a lavorare e ad esortare tutti gli uomini a lottare per quella pace, che può derivare soltanto dal compimento del piano di Dio sul- 1'uomo, nell'osservanza della sua legge e nel fervore del suo amore.
Diletti Figli,
La commemorazione dei dolorosi eventi della battaglia di Montecassino, nel mesto ricordo dei fratelli caduti in quelle tragiche giornate, vi ha chiamati dalle varie nazioni d'Europa a questo incontro di pace, diletti ex-combattenti di Montecassino: e siamo grati al Comitato tedesco per la collaborazione europea delle vittime della Guerra, e alla Confédération européenne des anciens combattants per tale iniziativa, che riunisce nel nome della reciproca intesa uomini di diversa stirpe e lingua e provenienza, un tempo divisi e nemici per assurda necessità di guerra, ma affratellati da un superiore vincolo di stima, di amicizia, di affetto.
La particolare fisionomia di questo incontro a livello europeo, anzi internazionale, vi conduce ora presso di noi, quasi a porgere alla nostra umile persona il tributo di riconoscenza, che l'insonne e dolorosa e non sempre seguita attività dei nostri predecessori in favore della pace ha ispirato a voi, ed a tutti gli animi nobili e retti. Ve ne siamo grati. La vostra presenza qui ci parla dell'intensità sincera della vostra fede, che nella prova immane della guerra si è affinata come l'oro nel crogiuolo; la vasta presenza di superstiti alla violenza dei combattimenti, di cui forse portate nalla carne i segni del pericolo e dell'ardimento, dice davanti al mondo quale debba essere la volontà di pace nell'umana famiglia, al di sopra di tutte le meschine rivalità etniche e politiche, dei risentimenti nazionalistici, delle contese egoistiche, che la buona volontà deve saper superare col francio ed aperto negoziato, con la fiducia reciproca, con la ricerca della ,verità e della giustizia.
Vi assista il Signore della pace, cementando sempre di più le vostre nazioni di origine nella vera fraternità di intenti e di opere; vi protegga san Benedetto, patrono d'Europa, facendo di tutti i vostri popoli un solo cuore, teso in continua e costruttiva volontà di pace. E di questi voti vuol essere pegno affettuoso e paterno la nostra apostolica benedizione, che impartiamo a voi, ai vostri cari lontani, ai vostri commilitoni, abbracciando altresì nella preghiera quanti, al vostro fianco, hanno dato la vita nel sacrifico supremo.



















































