Europa

Obiettivo: Europa 1992

Nuova Politica - Obiettivo: Europa 1992 pagina 9
Fra tanti discorsi settoriali e specializzati uno solo vale per tutti: l'unità politica e sociale.

L'appuntamento del 1992 si avvicina, l'unità dell'Europa sta per essere completata. A trentacinque anni dal Trattato di Roma che istituì la Comunità, il Mercato europeo è giunto ad una svolta cruciale: dovrà infatti muoversi in spazi più ampi ed agire in termini molto più liberalizzati allorché cadranno le ultime barriere economiche e fisiche allo scambio dei beni e dei servizi. L'evento nella sua globalità interesserà oltre 322 milioni di persone che potranno agire oltre che come cittadini del proprio Paese, come cittadini dell'intera Comunità. Viste le proporzioni non indifferenti dell'avvenimento viene spontaneo porsi degli interrogativi su come sarà questa Comunità e su come si potrà arrivare alla sua armonizzazione.

Mercato senza frontiere

Il Mercato europeo che si muoverà a partire dal '92 agirà «senza frontiere interne», ossia ciascun Paese accetterà come valide, sul proprio territorio, le norme che vigono in un altro Paese della Comunità e sarà bandito ogni motivo di restrizione del libero accesso al proprio mercato di beni e di servizi offerti da produttori di altri paesi membri. Per cui si pone, come prima necessità, l'esigenza di armonizzare gli aspetti essenziali delle legislazioni dei paesi che aderiscono alla Cee, con l'introduzione di una specifica legislazione comunitaria. Chiaramente solo con il trascorrere del tempo le differenze tra i vari ordinamenti si attenueranno, ma è chiaro che bisognerà arrivare alla data fatidica con un piano istituzionale e di procedure operative già ben delineato, nulla dovrà essere tralasciato al caso. La posta in gioco dal punto di vista economico è alta: tenere il passo con gli Stati Uniti ed il Giappone è questo che deve prefiggersi l'Europa unita, per cui non sono ammessi sbagli o ritardi. La sfida da vincere pertanto è quella della qualità a tutti i livelli che richiede capacità di invenzione e innovazione e soprattutto capacità di confrontarsi ad armi pari con il resto del mondo. Per fare ciò è necessario puntare sulle sinergie che nascono e che si possono trarre dalla comunanza di tecnologie, di reti e di servizi offerti. Arrivare al '92 significa allora vincere anche sul piano culturale abituandosi a procedere in una dimensione europea, così da muoversi tutti sulla stessa lunghezza d'onda e finalizzando l'impegno da portare avanti ad un'unica meta: l'Europa unita.

Le malattie della sanità
Marco Baldassarri
Le troppe «obiezioni» all'obiezione di coscienza

Articoli correlati

Totale: 48
Europa
La necessità del raggiungimento di un'unitaria volontà politica come presupposto di una nuova funzionalità dell'organismo europeo
Europa e Terzo mondo
Intervista a Giovanni Bersani, europarlamentare dc
Dal conflitto all'assistenza; dall'assistenza alla cooperazione; dalla cooperazione alla solidarietà - Parla Giovanni Bersani, Presidente della Convenzione di Lomé
Europa e Terzo mondo
Gli sfruttamenti dei paesi industrializzati uniti alla mancanza di un chiaro disegno politico alla base dei drammi del presente. Esistono prospettive per un rilancio del Terzo mondo?
EYCD
L'impossibilità di comporre i problemi e le risorse di una società in una dimensione esclusivamente nazionale, impone di allargare gli orizzonti della politica. L'unità dell'Europa, l'amicizia fra i popoli e la cooperazione fra gli Stati, sono elementi decisivi per l'affermazione della pace nel mondo. È necessaria un'azione costante a favore del processo d'integrazione europea.
EYCD
Occorre riprendere ed intensificare i contatti con i movimenti in tutto il mondo che si battono per il rispetto dei diritti dell'uomo. Recuperare la capacità di incidere concretamente sulle decisioni politiche vuol dire costruire la società di domani.
Editoriale
A Fiuggi una tappa importante per i giovani dc: un impegno prioritario è quello di riscoprire nella politica il legame, che va rinsaldato, tra valori e azione. L'appuntamento fissato per l'anno prossimo per il rinnovo del Parlamento Europeo può essere un primo banco di prova.
Europa '92
Come nacque l'idea degli Stati Uniti d'Europa nel pensiero di Schuman, De Gasperi ed Adenauer. Le difficoltà di allora e quelle attuali.
Europa '92
Stati nazionali e mondializzazione dell'economia. Il ruolo politico ed economico del vecchio continente di fronte alle sfide del futuro.
Euro Gio'
Intervista ad Andreotti
Una sintesi del saluto che il ministro degli esteri, Giulio Andreotti, ha inviato in videocassetta al festival nazionale dei giovani dc.
Euro Gio'
Lettera «semi aperta» sull'Europa da uno dei responsabili di Civiltà Cattolica.
Europa
Prosegue il filone europeo inaugurato con Euro Gio'. Sotto i riflettori la politica agricola della Comunità economica europea.
Legge del mese
Il tema dell'Europa unita postula una riflessione anche delle Forze armate italiane sulle nuove prospettive.
Intervista a Giulio Andreotti, ministro degli esteri
L'appuntamento europeo del '92 si avvicina. Ma cosa succederà concretamente dopo quella data? In che modo i cittadini avvertiranno la nuova realtà?
Questaeuropa
La situazione dei poteri locali con una breve scheda per ogni Paese della Comunità europea
Giovani
Estratto del documento «Strategie per una politica per i giovani in Europa verso il 2000»
Documenti
Dal Corriere della Sera, 4 aprile 1949
Documenti
Pio XII, 18 settembre 1947, omelia «Exsultent hodie» dopo il Vangelo nella «Cappella papale» alla basilica Ostiense per il XIV centenario della morte di san Benedetto (celebrante il card. Alfredo Ildefonso Schuster osb, arcivescovo di Milano; presenti tutti gli abati delle varie congregazioni dell'ordine benedettino, che hanno eletto l'abate primate)
Documenti
Pio XII, 24 dicembre 1953, radiomessaggio natalizio «Il popolo, che abitava» ai fedeli di tutto il mondo
Documenti
Pio XII, 13 aprile 1958, allocuzione «C'est une joie» a delegazioni dell'Africa francese con rappresentanti del Governo centrale e con imprenditori pubblici e privati (in occasione di un viaggio in Italia delle delegazioni, allo scopo di intensificare le relazioni con grandi enti industriali)
Documenti
Giovanni XXIII, 26 gennaio 1961, allocuzione «Votre présence ici» ai Delegati dell'Assemblea Parlamentare europea e Paesi d'oltremare associati alla Cee (Stati Africani e Madagascar), partecipanti alla riunione preparatoria della relativa Conferenza
Documenti
Paolo VI, 30 agosto 1965, allocuzione ad un gruppo di ex combattenti germanici in visita ai cimiteri di guerra in Italia, accompagnati da rappresentanze degli ex combattenti francesi, inglesi e italiani, sotto gli auspici del Comitato tedesco per la collaborazione europea delle vittime di guerra e della Confederazione europea degli ex combattenti.
Documenti
Paolo VI, 8 aprile 1967, allocuzione «Répondant bien volontiers» al Comitato d'intesa delle organizzazioni sindacali e professionali dei Giovani agricoltori dei Paesi della Cee, riuniti a Roma in giornate di studio
Documenti
Paolo VI, 29 aprile 1967, allocuzione «Nous nous réjouissons» all'Assemblea Generale della Associazione degli Istituti di Studi Europei, organizzata dall'Istituto «Alcide De Gasperi» e svoltasi a Roma, con la partecipazione di rappresentanze di Austria, Belgio, Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Olanda, Spagna, Svizzera
Documenti
Paolo VI, 16 aprile 1970, allocuzione «Est-il besoin» alla Commissione sociale e sanitaria del Parlamento europeo, con i presidenti delle rispettive commissioni dei Parlamenti nazionali dei sei paesi della CEE
Documenti
Paolo VI, 1° febbraio 1974, allocuzione alla Sessione annuale della Conferenza Parlamentare dell'Associazione tra la CEE e gli Stati Africani, il Madagascar e l'Isola Maurizio, associati (con parlamentari dei dodici Paesi già associati, presenti anche rappresentanti di altri Paesi associabili; il gruppo, di circa trecento persone, è guidato dall'on. Cornelis Berkhouwer, presidente del Parlamento Europeo e della Conferenza, e dal presidente dell'Assemblea nazionale della Costa d'Avorio e vice presidente della Conferenza, on. Philippe Jacé).
Documenti
Paolo VI, 25 luglio 1975, lettera «En juin 1973» a mons. Agostino Casaroli, segretario del Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa, per costituirlo proprio Delegato speciale alla Conferenza di Helsinki sulla sicurezza e sulla cooperazione in Europa, in occasione della firma dell'Atto finale da parte degli alti rappresentanti degli Stati (30 luglio – 1° agosto; la lettera verrà letta dallo stesso Arcivescovo nel corso del suo intervento nel pomeriggio del 1° agosto)
Documenti
Paolo VI, 18 ottobre 1975, allocuzione «Le Symposium des éveques d'Europe» al III Simposio dei vescovi europei, i cui lavori si sono svolti a Roma al «Salesianum» e vengono ora chiusi con una concelebrazione con il papa per l'Anno Santo (centoventi presenti: con il presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa, Ccee, e presidente del Simposio, mons. Roger Etchegaray, arcivescovo di Marsiglia, e l'organizzatore del Simposio, mons. Gaetano Bonicelli, oltre ottanta tra cardinali, arcivescovi e vescovi, e inoltre teologi, osservatori della Curia Romana, delegati delle Conferenze Episcopali dei vari continenti, segretari delle Conferenze Episcopali d'Europa, rappresentanti del clero, superiori di Ordini religiosi, rappresentanti del laicato cattolico, delegati della Conferenza delle Chiese [Cristiane] d'Europa, KEK)
Documenti
Paolo VI, 12 gennaio 1976, allocuzione «Nous disons» al Corpo diplomatico accreditato presso la S. Sede, in occasione della presentazione degli auguri per il nuovo anno
Documenti
Discorso pronunciato dal cardinale patriarca di Venezia Albino Luciani a Recoaro Terme il 17 settembre 1977, al Convegno ivi organizzato dall'Unione cattolica stampa italiana (Ucsi) per il 17-18 settembre sul tema «La libera stampa per l'Europa unita» (presenti, fra gli altri, il presidente dell'Ucsi on. Flaminio Piccoli, e il presidente dei giornalisti europei dott. Gustavo Selva, direttore del Gr2).