A cavallo degli anni cinquanta, l'impegno di De Gasperi, di Schuman e di Adenauer mosse i primi concreti passi verso l'integrazione europea; nel clima di ritrovata libertà e di rapida ricostruzione, sembrò un traguardo raggiungibile efficacemente nel giro di pochi anni. Da allora sono passati quasi quarant'anni durante i quali, a risultati indubbiamente positivi, hanno fatto riscontro tante, troppe delusioni. Quante volte il miope egoismo nazionale ha soffocato il coraggio della speranza. Quanti interessi particolari hanno frammentato il vero ed unitario bene comune. Eppure il processo in atto verso l'integrazione è inevitabile; è l'unica vera risposta possibile alle sfide del mondo del duemila.
Quello che in passato è mancato è stata forse la mentalità, l'approccio culturale, così come tante volte è venuta meno la volontà politica. Ebbene, noi giovani dc, crediamo che questa nostra generazione sia pronta per il grande salto di qualità. Per questo ci ritroviamo tutti insieme a discutere, ad informarci, ad imparare, ma soprattutto a lanciare il nostro messaggio.
«Euro Gio', l'Europa dei giovani oltre le frontiere», questo vogliamo dire alla politica, alla cultura, all'economia che abbiamo chiamato per confrontarsi con noi sull'idea Europa.
Il momento storico che abbiamo scelto, non è frutto del caso.
Il governo si è attrezzato per porre l'Europa al centro del dibattito politico, per farne la scommessa forte dei prossimi anni.
L'appuntamento del 1992 sarà una prova generale che non dovremo sbagliare.
Tutti siamo chiamati a giocare in questa impresa quanto di meglio abbiamo e possiamo dare: perché solo insieme vinceremo, solo se tutti ci porremmo in prima fila a tentare di realizzare un sogno.
Noi ci siamo già.

















































