L'Europa e le Europe: il divario tra Nord e Sud e le sfide del futuro
L'Europa è un continente diviso dalla fine della Seconda Guerra Mondiale idealmente con una cortina di ferro, simbolicamente, ma non più di tanto, con il Muro di Berlino.
Da una parte ci sono gli europei occidentali, dall'altra gli Europei orientali. Gli uni hanno adottato il ca-' pitalismo, l'economia degli altri è quella del socialismo reale. A dividere gli europei contribuiscono anche i confini nazionali.
Troppi a detta di taluni, troppo pochi a giudizio di altri.
In ogni caso inadeguati a garantire alla trentina di nazioni del vecchio continente il principio della piena autonomia ed autodeterminazione.
Infine esistono altre linee, meno tangibili, di separazione. Decisamente l'Europa è molto più divisa di quanto non riescano ad immaginare i suoi stessi abitanti.
La principale di queste è quella tra il nord ed il sud. Fino alla fine del '500 o alla seconda decade del seicento, affermava Fernand Braudel è il Mediterraneo, contrariamente a quanto normalmente si continua a studiare nei licei e nelle università, che continua ad essere il cuore del sistema economico mondiale. Il nostro continente, capita di quando in quando di leggere sulla stampa internazionale, si risveglia a scadenze periodiche. Purtroppo è talmente diviso al suo interno che a scadenze altrettanto periodiche è costretto a riaddormentarsi.
Solo nel XVII secolo il nord dell'Europa, fino ad allora tenuto su dai traffici di Anversa ed Augusta o dalle fiere di Besançon (dove la parte del leone la facevano però i Lucchesi ed i Fiorentini) prende il sopravvento su un sud fino ad allora nettamente più sviluppato.
Da allora la situazione non si è più rovesciata, per sventura dei popoli del Mediterraneo.
Durante il Ventennio Cristo in Italia si fermava ad Eboli. Oggi chi si reca ad Aliano non troverà più la miseria, la fame e la malaria che vi trovò Carlo Levi. Lo stesso vale per il resto dell'Europa meridionale. Ma le differenze con i paesi del nord continuano ad esistere profonde.
L'«Europa verde» così verde non sembra poi esserlo per tutti i contadini della Gracia, del Portogallo o della Spagna. Il reddito procapite medio è nel sud del continente circa il 60 percento del reddito nel nord. Per una popolazione che ancora non avverte l'urgenza del problema del drastico calo delle nascite, che invece è una delle principali fonti di preoccupazione per Paesi come la Germania Federale, sono la disoccupazione ed il ritardo nello sviluppo industriale e tecnologico gli spettri del futuro.
L'era del computer, è stato scritto di recente, potrebbe far saltare i cardini di una società chiusa e rigida come quella dell'est. Un effetto meno dirompente ma ugualmente profondo potrebbe sortirlo però anche accentuando il divario tra le zone più o meno sviluppate dei paesi che fanno parte della Comunità Europea.
La ricerca nel campo dell'informatica prende ai paesi della CE una somma pari a quattro volte quella spesa dai giapponesi. Con risultati di quattro volte inferiori. Risultati che in compenso accentuano la disparità tra le zone dove vengono creati nuovi posti di lavoro e quelle dove il mercato dell'occupazione continua ad essere saturo per mancanza di una offerta sufficiente e di una domanda adeguata alle nuove possibilità. Tra le sfide del futuro, questa del divario tra nord e sud è una delle più importanti.
E non la si può vincere con il populismo o ignorandola.


















































