L'attenzione al grande tema dell'unità europea è stata una prerogativa costante, dell'azione politica della Democrazia cristiana, da De Gasperi in poi. E non può essere scambiato quindi solo per orgoglio di partito il voler ricordare tra i meriti storici della Dc l'aver saputo concretamente sostenere l'ideale europeo nel confronto con le altre forze politiche, attraverso tappe caratterizzate da momenti anche difficili e delicati.
Oggi il fronte europeista nel nostro Paese può contare su un consenso ampio, pressoché unanime, che taglia orizzontalmente lo schieramento politico, almeno per quanto riguarda i suoi principi fondamentali: è un risultato importante, di cui possiamo e dobbiamo essere fieri. Ma se molto cammino in questi quarant'anni è stato percorso, ancora tanta strada abbiamo davanti. Non a caso tra i diversi punti che costituiscono il programma di governo una parte specifica riguarda proprio l'Europa e le importanti scadenze che ci apprestiamo ad affrontare. Il 1992 con l'entrata in vigore del Mercato unico europeo rappresenta senza dubbio, a questo proposito, un passo fondamentale verso l'obiettivo finale dell'unificazione europea: il nostro Paese dovrà fare in modo di presentarsi a quell'appuntamento in modo adeguato. Certo, i problemi sul tappeto sono ancora molti, alcuni dei quali di non facile soluzione. Occorre far fronte, innanzitutto, all'esigenza di una maggior coesione, economica e sociale tra i paesi europei, da realizzarsi attraverso un'adeguata canalizzazione di risorse verso le Regioni meno favorite della Comunità.
Gravi disparità nello sviluppo regionale, infatti, finirebbero per pregiudicare lo stesso processo di liberalizzazione contribuendo ad approfondire ulteriormente i già gravi squilibri esistenti. Tutto questo ci impegna su fronti diversi: da una parte, per quanto riguarda la realtà nazionale, dobbiamo sentire forte l'impegno a scongiurare il rischio, proprio in vista della scadenza del '92, di una pericolosa frattura fra Nord e Sud del Paese. Inoltre, per quanto concerne la dimensione internazionale, dobbiamo porre grande attenzione al tema delle relazioni con gli altri paesi, anche dell'Est, e soprattutto fare ogni sforzo per ridurre al minimo il divario tra paesi industrializzati e realtà emergenti. Su questo punto si gioca la possibilità concreta che l'unione europea possa essere vissuta come valore di solidarietà e fratellanza, prima ancora che come mera realtà economica.
È per questo che l'iniziativa del Movimento giovanile di dedicare all'Europa questa sua festa nazionale è particolarmente degna di rilievo e di significati. Perché ai giovani soprattutto è affidata la realizzazione di questo progetto ambizioso che è l'Europa unita, l'Europa dei popoli.

















































