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La mappa dei poteri locali

Nuova Politica - La mappa dei poteri locali pagina 26
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La situazione dei poteri locali con una breve scheda per ogni Paese della Comunità europea

Portogallo

Con l'eccezione di Madeira e delle Azzorre, non esistono in Portogallo regioni con personalità giuridica e competenze proprie. La Costituzione del 1976 prevedeva la creazione di regioni autonome e stabiliva perfino le loro competenze, ma nulla finora è stato fatto. Nonostante questi ritardi è crescente in Portogallo l'attenzione verso il processo di regionalizzazione: si può prevedere a breve termine la formazione di regioni con competenze maggiori di quelle francesi, ma minori di quelle spagnole o di quelle italiane a statuto speciale.

Spagna

Basandosi su una tradizione fortemente nazionalistica, la Costituzione spagnola del 1978 ha creato un sistema di 17 comunità autonome, distinto in 5 regioni di «primo grado» (Catalogna, Andalusia, Paese Basco, Galizia, Canarie e Valenza) e 12, di minore entità, di «secondo grado». Le competenze di quest'ultime comunità dovevano in teoria essere equiparate, nell'arco di un quinquennio, a quelle delle regioni di «primo grado», ma sono finora emerse difficoltà politiche. Gli organi delle comunità autonome sono:

  1. assemblea legislativa con deputati eletti a suffragio universale diretto. Ha poteri legislativi e di bilancio;
  2. presidente e consiglio di governo, organi esecutivi.

Le competenze sono di due tipi: «esclusive» (agricoltura, urbanistica, ambiente, sviluppo economico, turismo, cultura, sanità ed assistenza sociale) e «ripartite» (attuazione di leggi dello Stato che riguardano la sicurezza sociale, pesca, procedure amministrative, mass-media, ecc.).

Le risorse delle regioni provengono in massima parte dalle casse dello Stato. Il bilancio regionale rappresenta circa il 25 per cento della finanza pubblica.

Le competenze delle regioni in Spagna si avvicinano molto ad un sistema di stati federati.

Francia

La Francia presenta una tradizione legislativa fortemente centralistica. Nel 1969 il risultato di un referendum, organizzato da De Gaulle, respinse un progetto di riforme istituzionali che comprendeva anche la formazione di istituzioni regionali. Tuttavia nel 1982 una legge ha attribuito competenze specifiche alle 26 regioni stabilite nel 1972. Le regioni hanno tre organi:

  1. consiglio regionale, eletto a suffragio universale, senza possibilità di fare leggi;
  2. presidente del consiglio, capo dell'esecutivo, eletto dal consiglio regionale;
  3. comitato economico e sociale, con funzioni consultive, formato da rappresentanti nel mondo culturale, economico e sindacale.

Le principali competenze delle regioni sono: la pianificazione regionale, assetto territoriale e ambientale, pubblica istruzione e formazione professionale, sanità, cultura ed urbanistica. Nel 1985 il bilancio delle regioni è stato di 17 miliardi di franchi.

Regno Unito

Nonostante la presenza di alcuni gruppi nazionalistici (Galles, Scozia, Irlanda del Nord, ecc.) in G.B. non esistono suddivisioni amministrative di tipo regionale.

Nel 1979 un referendum autonomistico, che chiedeva un trasferimento di poteri ad assemblee regionali elette, non ha raggiunto la necessaria maggioranza.

Sul piano amministrativo esiste tuttavia un alto grado di trasferimento di poteri. La maggior parte dei ministeri con competenza locale hanno uffici regionali. Su base regionale è anche organizzato il servizio sanitario nazionale.

Irlanda

In questo paese non esiste una struttura di regioni autonome. Esistono invece le contee (27), con autonomia di bilancio, che si occupano essenzialmente del sostegno integrativo a favore dei comuni (strade, servizi anti-incendio, ecc.). La positiva esperienza della «Shannon Free Airport Development Company», un ente di sviluppo operante nella zona centro-occidentale del paese, ha aperto in Irlanda un dibattito sulle possibilità di stimolare la locale economia a livello di regioni. Il governo irlandese ha recentemente espresso la volontà di studiare una divisione regionale del paese, almeno dal punto di vista economico; ma la natura di questo provvedimento non è ancora del tutto chiara.

Belgio

Fino al 1970 il Belgio è stato un paese fortemente centralizzato. Dopo questa data, una revisione costituzionale ha diviso il territorio in tre comunità linguistico-culturali (francese, fiamminga e germanofona) e in tre regioni (Fiandra, Vallonia e Bruxelles).

Le comunità culturali, con una legge del 1971, sono state dotate di istituzioni proprie (consiglio ed esecutivo). Hanno competenza in materia di cultura, istruzione, assistenza sociale. La riforma regionale è stata avviata solo nel 1980. Le regioni, dotate di esecutivo e di consiglio, si occupano di ambiente, risorse naturali e sviluppo economico. Il bilancio delle regioni raggiunge appena il 3,65 per cento delle entrate complessive dello Stato.

Lussemburgo

In questo paese non esteso territorialmente non esistono divisioni amministrative intermedie tra i Comuni e l'organizzazione centrale. Ci sono tre distretti, espressione dello Stato centrale, e 12 cantoni.

Paesi Bassi

Non esistono organi regionali, così come li intendiamo noi in Italia. Ci sono delle istituzioni provinciali, con qualche competenza legislativa, ma con funzione essenzialmente esecutiva. Ci sono attualmente due «regioni stabilite per legge», quella dell'«autorità pubblica delle Bocche del Reno» e dell'«agglomerato di Endhoren», ma la loro formazione, che dipende direttamente dalla Corona, ha un'esistenza limitata nel tempo. La maggior parte della vita amministrativa nei Paesi Bassi si svolge dunque a livello comunale.

Germania

In base alla Costituzione del 1949 la Repubblica federale di Germania è uno Stato federale composto da otto Stati federali (Laender) e due città-stato (Amburgo e Brema). Il potere legislativo è svolto da un parlamento (dieta provinciale) eletto a suffragio diretto. I «governi provinciali» sono gli organi esecutivi degli Stati. Hanno ognuno un presidente del Consiglio e dei ministri. Anche i tribunali sono direttamente sottoposti ai Laender, ad eccezione di istanze di grado superiore. La divisione di competenze tra lo Stato centrale e gli Stati federati sono le seguenti: al governo centrale spettano: la politica estera, la difesa, la moneta, i trasporti aerei, le dogane, le poste, ecc. I Laender si occupano invece di tutti gli altri affari, con una legislazione propria che ha valore fintanto che lo Stato centrale non faccia uso della sua potestà legislativa. Restano, comunque, di completa attribuzione dei Laender le questioni scolastiche, edilizie, la pianificazione, l'organizzazione amministrativa e finanziaria interna.

Il bilancio di tutti i Laender è praticamente pari a quello dello Stato centrale (rispettivamente 47 e 53 per cento).

Danimarca

Il territorio è diviso in 14 «comprensori», che comprendono mediamente una ventina di comuni. Il «comprensorio» è formato da un consiglio elettivo ed è presieduto dal «borgomastro», eletto all'interno del «comprensorio». Le competenze riguardano essenzialmente l'assetto territoriale, la sanità, i trasporti pubblici, l'insegnamento secondario superiore. Più che alle nostre regioni, per la loro attività fondamentalmente esecutiva, possono essere comparate alle nostre province. Fa eccezione la Groenlandia, con uno speciale regime amministrativo.

Grecia

Fino alla riforma costituzionale del 1986, l'unica suddivisione sovracomunale presente in Grecia è stata quella dei «Nomoi», 51 organi di amministrazione periferica che rappresentano il governo centrale. Nell'86 il parlamento greco ha varato una legge per la creazione di organi locali intermedi, le «amministrazioni dipartimentali», composte dal 75 per cento di membri eletti, con funzioni promozionali, consultive e di proposta, ma senza effettivi poteri autonomi, e le «regioni», enti a composizione mista che riuniscono rappresentanti locali, esponenti dei «dipartimenti» e rappresentanti del potere centrale (prefetti).

Le regioni fulcro dello sviluppo
Giovanni Grasso Cascino
Una nazione ancora «inesplorata»

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