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9ª sessione

La via maestra alla pace: la democrazia come maestra di libertà

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Nuova Politica - La via maestra alla pace: la democrazia come maestra di libertà

La via della pace è la stessa che porta alla libertà ed all'uguaglianza. Si dirà che le tre cose, a quanto hanno dimostrato i fatti, non sempre vanno d'accordo.

È vero. Ma possono essere avvicinate sempre un pizzico in più di quanto non sembri.

Un grande greco scrisse che la democrazia ha origine nell'idea che quanti sono uguali sotto un qualsiasi aspetto lo sono anche sotto tutti gli altri. Essendo ugualmente liberi, gli uomini pretendono di essere pertanto anche tutti uguali.

Delle democrazie si sono dette tante cose. La maggior parte delle quali, anche le più cattive, non senza ragione. Ad esempio che non possono fare a meno di essere ipocrite quanto i dittatori non lo possono di essere cinici, che con democrazia si intende il popolo ogni volta che se ne ha bisogno, che è specchio del peggiore degli stati; lo stato popolare.

Ugualmente al nero le previsioni su di essa.

Come nell'antichità quelle greche, afferma un politologo francese a cui piace la polemica ed il parlare ad effetto, le democrazie sono e resteranno nella storia come splendidi quanto effimeri esempi di realizzazione pratica di virtù etiche. Effimeri perché finiranno per soccombere sotto i colpi di un nemico straniero. Per loro Filippo il Macedone, il Cremlino per noi.

Ma in fondo tanto pessimismo e tanta cattiveria hanno poi tutto questo diritto di cittadinanza?

Anche la vecchia scuola del liberalismo ha della democrazia una visione che in fondo non è delle più positive.

Questo regime politico che meglio permette rispetto agli altri la libera concorrenza, i vecchi liberali finivano per apprezzarlo perché in ultima analisi permetteva al più forte (termine magari nascosto sotto l'eufemismo di capace e volenteroso) di avere la meglio sull'altro.

Una visione il cui autentico volto viene fuori di tanto in tanto. Come quando una volta Reagan, in una delle sue tante clamorose gaffes fece intendere che, novello Calvino, il minore benessere degli stati europei rispetto agli Stati Uniti era dovuto alla migliore volontà degli americani. E magari alla maggiore benedizione accordata loro da Dio.

Una gaffes che avrebbe fatto la felicità di un sociologo come Max Weber.

Ma, senza farsi cadere le braccia, una visione più completa delle cose permette un bilancio senz'altro più positivo.

pre entro i limiti della legalità e del rispetto della libertà individuale da parte dello Stato, il peggio si può dire sia passato. L'esempio del terrorismo pertanto la dice lunga sulla autentica capacità di resistenza di un sistema ad apparente alta conflittualità.

Dalla divisione e dalla discussione nasce in realtà la vera unità. E allora giù il cappello di fronte alla democrazia!

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