Quel che fanno i cristiani per la pace
Si tratta della relazione che don Giuseppe Pasini, segretario della Caritas Italiana, ha tenuto a Padova il 1 aprile dell'anno scorso, in occasione del IV incontro di studio promosso dalla Federazione scuole di formazione teologica per laici del Triveneto. Essa parte dalla constatazione della crescente attenzione, in Italia e fuori di essa, nella Chiesa e fuori di essa, che ha suscitato il problema della pace: all'origine di ciò sono alcuni fatti ben precisi, come la preoccupazione sorta in quote anche consistenti della popolazione dalla corsa al riarmo, gli interventi del Papa e di vari Episcopati intorno al tema della pace, il moltiplicarsi e diffondersi di movimenti pacifisti edecologici, l'allargarsi dell'area di presenza di associazioni impegnate più in generale sui problemi umanitari del volontariato.
Questa relazione costituisce un bilancio dei soggetti e dei contenuti che hanno caratterizzato questa nuova stagione pacifista: dei primi si fa la storia e si riassumono i tratti caratterizzanti della loro azione e ispirazione; dei secondi si mettono in luce alcune linee di tendenza.
Le associazioni e le istituzioni per la pace, tutte riconducibili all'ispirazione cristiana (questa infatti, come risulta anche dal titolo della relazione, è una premessa di metodo), sono raggruppate in «movimenti esplicitamente finalizzati alla pace»; tra cuivengono segnalati la Commissione pontificia «Giustizia e Pace», Pax Christi, il Movimento Internazionale di Riconciliazione (M.I.R.), la Comunità dell'Arca di Lanza del Vasto, il Centro Interconfessionale per la pace e la conferenza mondiale delle religioni per la pace;«movimenti indirettamente impegnati nella pace», come la Caritas (Italiana e diocesane), Mani Tese, l'AGESCI, Gioventù Aclista, l'Azione Cattolica, CL; infine «movimenti 'laici' con presenza di cattolici», tra cui il Movimento Nonviolento, la LOC (Lega Obiettori di Coscienza) e la Lega per il disarmo unilaterale.
Nella seconda parte del dossier si prendono in esame i contenuti della sensibilizzazione condotta dai gruppi cattolici sul problema de!Ja pace,sia sul versante della critica a tuttii segmenti costitutivi di un quadro internazionale sempre più cupo e preoccupante, sia su quello della proposta di valori alternativi a una cultura di violenza e di diffidenza. L'augurio finale di Giuseppe Pasini è quello di riuscire a trasferire questo impegno per la pace anche a livello di comunità, in modo da- affiancare a dei cristiani testimoni, delle comunità cristiane profetiche.


















































