Ispirazione cristiana ed economia: il dibattito si allarga
Parlare di economia, tra i cattolici, in questi tempi è di moda: basti pensare ai recenti interventi del Cardinal Martini (ad esempio quello del 20 gennaio scorso per la «giornata della solidarietà», v. «Avvenire» del 20/1/85, p. 23; v. anche C.M. Montini, «Verso la città», Citta Nuova Ed.) e al documento dell'episcopato americano su «L'insegnamento sociale della Chiesa e l'economia statunitense» (testo originale in «Origins - NC Documentary Service», 15/11/85, pp. 337-383; la traduzione italiana è in «Adista», dossier n. 9584 e per una sintesi a cura di G. Salvini si veda «Civiltà Cattolica» del 5/1/85, pp. 81-92). È di moda, però, parlarne mettendo a confronto i problemi economici con le sollecitazioni dell'etica.
In questo solco, anche se con una genesi autonoma, si collocano due documenti elaborati da gruppi di laici (più qualche religioso), che possono essere posti in una ideale dialettica, l'uno cioè in posizione «imprenditoriale» l'altro «sindacale». Anche i titoli sono programmatici: il primo «Imprenditori tra problemi economici e messaggio cristiano», noto anche come «documento dei nove», che nella fattispecie sarebbero Beniamino Andreatta, Filippo Giugni, Giuseppe Glisente, Ettore Massacesi, Bruno Musso, Romano Prodi, Alberto Quadrio Curzio, P. Mario Reina, P. Bartolomeo Sorge.
Uno dei concetti base di questo saggio (pubblicato su «Aggiornamenti sociali» n. 6/84 e su «Mondo Economico» n. 12/28- 3-85) è quello di «mandato sociale» dell'impresa, in forza del quale «la società può e deve pretendere determinati comportamenti e risultati dall'operatore economico, così come quest'ultimo può e deve pretendere determinati comportamenti e risultati dalle persone e dai gruppi che si richiamano alla sua responsabilità». Da qui poi si arriva a configurare l'impresa come «comunità», e a parlare dei «segni dei tempi in economia» (e che nessuno si stracci le vesti...).
L'altro documento («L'etica della solidarietà di fronte alla sfida del cambiamento», presentato il 4/IV e, al momento in cui scrivo, non ancora pubblicato su riviste) è stato elaborato da intellettuali e dirigenti, esponenti di CISL, ACLI e Lega Democratica: Franco Bentivogli, Giovanni Bianchi, Lorenzo Caselli, Mario Colombo, Paola Gaiotti, Giuseppe Lazzati, Siro Lombardini, Bruno Manghi, Pietro Merli Brandini, Giorgio Tonini, Vittorio Villa, Sergio Zaninelli.
Non molto distanti, o almeno non molto evidenti, le posizioni. Piuttosto, direi che si diversificano i tagli, più «economico» il primo, più «politico» il secondo, più incentrato sulla «eticità dell'innovazione» l'uno, sul «solidarismo» l'altro; e se uno dei «luoghi» del documento «imprenditoriale» è il mandato sociale dell'impresa, quello «sindacale» insiste sull'esigenza di «governare il cambiamento» con partecipazione e tutela degli ultimi!
