Nuova Politica - Un ministero indifendibile pagina 1

L'anno parlamentare chiude con alcune vicende francamente commendevoli e non sarebbe male che un movimento giovanile di partito quale è il nostro ne discutesse con apertura ed anche franchezza rispetto al proprio gruppo parlamentare. Volendo però essere buoni, come è d'uso per le festività natalizie, ci vogliamo occupare questo mese di una vicenda ben precisa e su cui in passato il movimento giovanile della Dc si è sempre molto mobilitato: la riforma della legge Marcora sull'obiezione di coscienza.

A che punto siamo in Parlamento potrete leggerlo nell'interno. Quello che vale la pena di segnalare è un buono gioco di squadra del gruppo Dc con il capogruppo alla Commissine Difesa della Camera, on. Rebulla, l'estensore del testo del comitato ristretto, on. Paolo Caccia, l'ex delegato nazionale ora deputato, Renzo Lusetti.

E tuttavia, nonostante il loro proficuo impegno, ed un testo, come quello preparato dall'on. Caccia su cui anche il nostro delegato nazionale Guerrini ed il dirigente del settore Astone hanno fatto proposte, la situazione attuale è quella di stallo perché il sottosegretario Gorgoni (Pri), in accordo con il Ministro della Difesa Zanone (Pli), continuano a chiedere supplementi di alvoro e consueti quanto ormai improponibili ritorni al passato, Flon tenendo conto nemmeno delle sentenze giurisprudenziali in materia.

Insomma, per il Ministero della Difesa, gli obiettori di coscienza continuano a rimanere dei capelloni, lavativi da punire senza alcuna arrendevolezza.

Invece non è così (ci dispiace per questi strani laici a carattere fondamentalista). Il diritto all'obiezione di coscienza è un diritto soggettivo perfetto e non una concessione, come stabiliscono più di un tratto internazinale, comprese le dichiarazioni delle Nazioni Unite e della Comunità Europea sui diritti dell'uomo. Certo il servizio civile va razionalizzato, vanno elimina-

te anche eventuali sacche di poca serietà presenti come in ogni altra fascia .della società; ma questo i primi a chiederlo sono proprio gli obiettori e gli enti di servizio civile. E ciò comunque non giustifica il Ministero della Difesa per i ritardi colossali, culturali e pratici, con cui tratta chi difende la patria (sentenza della Corte Costituzionale 24 maggio 1985) in un modo diverso nei modi ma uguale negli intenti costituzionali.

E tuttavia, per dimostrare che noi non vogliamo mancare ad un dibattito sulle prospettive futuro della difesa ci sentiamo di fare una proposta su cui, da quello che si è letto, sul Congresso della Fgci, anche altre forze politiche giovanili e non, si muovono : ragioniamo insieme su un Servizio Civile Nazionale; un anno di servizio al Paese che ogni cittadino italiano, maschio o femmina, può svolgere al compimento del diciottesimo anno d'età. Fermo restando il livello minimo di Forze Armate previste per l'Italia dal Trattato Nato, e immaginandone una sua ridislocazione sul territorio a carattere regionale cambiando anche culturalmente le nostre strategie militari di difesa, ogni giovane potrebbe (e dovrebbe) effettuare una opzione per un servizo di un anno al paese in corpi come la Guardia Forestale o gli enti di servizio civile, i Vigili del fuoco od enti di assistenza e patrimoniò iscritti in un albo speciale sotto l'egida del Ministero dell'Interno o degli Affari Sociali. Potrebbe essere un primo passo concreto verso una difesa popolare non violenta riaffermata dal nostro movimento giovanile nella mozione approvata al 17° Congresso Nazionale del partito.

P.S. Nuova Politica attende pareri, opinioni, idee in proposito.

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Marco Baldassarri

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