Le lotte, la pace l'indifferenza
Pace e libertà / 1
Pace e libertà nel racconto dei protagonisti. O meglio, di quanti lottano per i valori della democrazia e del rispetto dei diritti dell'uomo.
Maximo Pacheco, vice presidente della commissione dei diritti umani in Cile, sottolinea che la sua è un'organizzazione completamente indipendente, creata otto anni fa e che non è sostenuta dal governo.
Un requisito elementare di credibilità in un paese che vede da 13 anni al potere uno dei dittatori più sanguinari del continente e forse di tutto il pianeta.
Ma l'indipendenza è anche nei confronti dei partiti e delle altre organizzazioni che di certo con il regime hanno poco a che vedere, perfino la chiesa ed i movimenti giovanili.
Inutile dire che il regime militare non vede di buon'occhio la cosa, specie da quando, dopo anni di difficoltà economiche e non, l'organizzazione è iniziata ad ingrandirsi.
Ora conta 62 sedi in tutto il paese, 150 gruppi di attivisti ed un organico di circa 2.000 persone.
Poi, si cambia scenario: le difficoltà dell'Africa, un continente lasciato andare alla deriva politicamente ma non solo, sono state illustrate da Elwyn Chute, presidente del movimento giovanile della Democrazia Cristiana in Africa. Tonto la libertà quanto la democrazia sono in pericolo nel continente – ha affermato – ed a tale proposito bastano due esempi: l'Uganda ed il Ciad.
Nella prima (ma anche in Somalia ed Eritrea) proseguono i genocidi: delle tribù guerriere del nord ai danni della minoranza di origine indiana e contro i Baganda.
Nel secondo la Libia conduce una guerra per procura, ma non troppo, per ottenere quello che una volta nel 1984 la rivista americana Newsweek definì "il tentativo di costituire un impero panarabo nell'Africa del Nord".
In più c'è il Sudafrica, e l'ipocrisia adottata dal mondo sviluppato e dalla stessa Europa.
Un esempio purtroppo chiaro è l'incapacità dimostrata dall'ultima riunione a Lisbona dell'Internazionale Democristiana di trovare un accordo sulle sanzioni da varare contro Pretoria.
Pace e libertà / 2
"Il governo maltese ha mostrato la sua vera faccia in un momento in cui cerca di apparire all'Europa un normale governo democratico alla vigilia di un appuntamento elettorale''. Andrea De Guttry racconta la sua esperienza, appena conclusa, a La Valletta, dove è stato trattenuto tre giorni contro la sua volontà.
"Non vi è stata nessuna violazione da parte mia del 'foreign interference act', perché il mio intervento alla manifestazione per l'anniversario dell'indipendenza maltese ha avuto solo il carattere di un saluto".
Mostrando una gigantografia delle 80.000 persone che assiepavano la piazza dove il partito nazionalista maltese aveva organizzato la manifestazione per ricordare i 22 anni di indipendenza dell'isola, il presidente dei giovani democristiani europei ha ricordato che la legge la cui violazione gli è stata contestata è già stata dichiarata incostituzionale il 16 luglio scorso.
Le pressioni del governo di Misfud Bonnici contro l'opposizione vanno ben al di là di una distribuzione dei collegi elettorali ad hoc per le esigenze del governo socialista, o del diretto controllo che l'esecutivo ha sulle forze di polizia e della stessa magistratura.
Il governo maltese, ha rilevato ancora De Guttry, si era impegnato a non applicare più più il "foreign interference act" di fronte al Consiglio d'Duropa.
Ma di questa promessa si è ben presto dimenticato.



















































